Poisonus Rose

By _0u_33_N

6.4K 274 12

Dopo la fine del conflitto fra mafie Italiana e Russa, y/n -l'ultima erede dell'impero italiano- si trasferis... More

premesse
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30

Capitolo 8

163 10 0
By _0u_33_N

Al maniero si respirava un'aria tesa. Tu e Bangchan vi eravate chiusi nella vostre camere ed eravati rimasti in quei rapporti dalla discussione, il lavoro fortunatamente non ne aveva risentito, ma voi due stavate male: lui era furioso e tu triste, entrambi per lo stesso motivo.
I vostri compagni si erano accorti che qualcosa non andava, ma voi avevate liquidato le loro domande. Quelli erano affari troppo privati e non avevate voglia di parlarne.

Quella sera eravate sdraiati sui vostri letti, a pancia in su guardando il soffitto, sospirando malinconici.
In quel momento entrambi desideravate la vostra rispettiva compagnia, un chiarimento e la sicurezza che la vostra vita non poteva darvi.

Intanto, Hongjoong a bordo della sua moto nera guidava gli altri verso il maniero, ansioso di scusarsi personalmente. Non sapeva in che stato era il tuo umore al momento e che li avresti voluti liquidare nel minor tempo possibile per poi tornare in camera tua a pensare a quanto la tua vita fosse terribile.
Iniziavi a disprezzare leggermente la natura della tua famiglia a causa di tutto quello di cui le loro scelte ti avevano privato, solo in quel momento ti eri accorta di cosa avevi perso. Se avessi avuto una famiglia normale magari avresti comunque conosciuto Bangchan, vi sareste innamorati e sareste potuti stare assieme senza impedimenti.
Di fatto però non sapevi se quello che provavi per lui fosse amore, non avevi mai provato nulla se non amore familiare per qualcuno, non ne avevi avuto l'occasione e ora eri confusa. La tua famiglia ti aveva indottrinata al punto di farti rinunciare a quel piccolo attimo di gioia. 

A un tratto ti era venuta voglia di essere a scuola.
Era divertente lì, ti faceva distrarre dal lavoro e spiegavano cose interessanti al di là della lingua complicata.
Buffo come trovassi andare a scuola rilassante rispetto a casa, quel pensiero ti aveva fatto scappare una piccola e triste risata.

Ti era tornato in mente San e il suo gruppetto di amici. Trovavi disarmante quanto ognuno di loro fosse bello, nonostante ciò li osservavi anche con un altro scopo, non trovando nessuno di loro attraente quanto il tuo vice. Erano divertenti, soprattutto il tuo compagno di banco.

San era palesemente innamorato di quello che sarebbe dovuto sedersi al tuo posto, bastava osservarlo per più di dieci secondi per capirlo. Il suo sguardo era perennemente sul minore anche quando avrebbe dovuto prestare attenzione ad altro, era divertente vedere come arrossiva ogni volta che gli cadeva lo sguardo dove non doveva.
Chissà a cosa pensava in quei momenti, te lo eri chiesta un paio di volte quel giorno, e chissà se il resto dei suoi amici sapeva.
Avresti dovuto parlarci un po' di più, e prenderti una pausa dal lavoro ora che ci pensavi. Bangchan ti aveva raccontato qualche volta delle brevi ferie che lui e gli altri prendevano, insieme alle loro avventure delle superiori. Tu lo ascoltavi in silenzio, accoccolata al suo petto prima di addormentarti, a ripensarci avevi sentito una sensazione sorda al petto, come un dolore anestetizzato. Vi eravate allontanati da meno di una settimana e già le sue braccia ti mancavano.

Avevi affondato la faccia nel cuscino quando avevi sentito suonare alla porta, l'avevi ignorato finché -qualche minuto dopo- Minho era entrato in camera tua senza bussare.

"Chiedono di te"

Aveva detto, osservandoti impassibile prima che alzassi la testa dal cuscino. Ti era scesa una lacrima al pensiero di aver perso Bangchan, ma Minho non se n'era accorto, troppo occupato a essere scocciato per aver interrotto il suo momento con Jisung. Era dovuto andare lui, erano gli unici al piano terra.

"Chi è?"

Avevi chiesto alzandoti dal letto. Avevi ancora la divisa addosso e la minigonna, la camicetta e le calze al ginocchio ti stavano davvero bene. Eri bella in modo oggettivo, qualsiasi capo avessi indossato ti sarebbe stato divinamente e in qualsiasi stile ti saresti sentita più a tuo agio sarebbe sembrato fatto apposta per te.

"Otto tizi, cinque dicono di essere tuoi compagni di classe"

Aveva detto Minho mentre si dava un'occhiata alle unghie, palesemente irritato, prima di alzare nuovamente lo sguardo verso di te.
Tu avevi sbuffato e ti eri trascinata verso il tuo sottoposto, con un'espressione depressa di cui era curioso di sapere il motivo. Stranamente non si era preoccupato di andare da Bangchan ed era venuto direttamente a chiamare te, se no avrebbe capito dove fosse il problema e avrebbe iniziato a odiarti.

"Ancora loro?"

Avevi sbuffato e ti eri cambiata la gonna, sostituendola con dei pantaloni a sigaretta neri, e avevi tolto cravatta della divisa, lasciando che dell'uniforme rimanesse solo la camicetta, che aveva due bottoni aperti. Eri uscita dalla stanza ancora con le mani nei capelli per dar loro una sistemata.
Come ultima cosa avevi violentemente asciugato la lacrima che ti aveva percorso la guancia qualche minuto prima, anche se ormai si era asciugata da sola.

Minho ti seguiva senza fare domande e dopo qualche minuto avevate raggiunto i vostri improvvisi ospiti.

Intanto Bangchan era nella sua stanza, ancora sdraiato sul letto a pancia in giù come tu lo eri fino a qualche minuto prima, furioso.
Era inutile girarci intorno, ce l'aveva con te, ce l'aveva con te perché avevi fatto soffrire entrambi. Eri stata troppo testarda per cedere alla tentazione. Non sapeva se ammirarti o provare pena per te, forse la seconda.
La tua famiglia ti aveva indottrinata così bene che avevi messo al primo posto il lavoro invece che la tua felicità.
Chan aveva scosso la testa a quei pensieri, deluso, e si era girato per sdraiarsi sulla schiena.

Era arrabbiato con te, non ti voleva vedere, ma allo stesso tempo ti voleva fra le sue braccia. Gli mancava sentire la tua pelle sulla sua e godere della sua morbidezza, il tuo profumo che gli ricordava e lo faceva sentire a casa e i tuoi capelli. 
Bangchan amava i tuoi capelli, adorava giocarci e accarezzarli mentre dormivi abbracciata a lui, sapeva che da sveglia glielo avresti lasciato fare a fatica sempre per lo stesso discorso.
Aveva di nuovo sentito l'amaro in bocca mentre ci pensava, ma non si era accorto di star abbracciando un cuscino al tuo posto. In preda alla rabbia lo aveva lanciato verso il muro e si era coperto il viso con le mani soffocando una piccola risata isterica per quello che aveva appena fatto. Rideva per soffocare le lacrime che minacciavano di uscire e che non sarebbe più riuscito a trattenere qualche istante dopo.
Aveva ringraziato il cielo che Minho non fosse andato a chiamarlo quando l'aveva sentito salire le scale, non voleva farsi vedere in quello stato.
Aveva origliato la conversazione, sapeva già di chi parlasse il suo collega e non aveva nessuna voglia di incontrare i nuovi, inaspettati ospiti per cui aveva perso la simpatia. Seonghwa e Mingi non gli andavano troppo a genio dopo come li avevi trattati l'ultima volta che li avevate visti, quello era l'ultimo dei momenti in cui voleva vederli.

Ti aveva sentita alzarti, sbuffare e aprire l'armadio mentre immaginava la scena che il suo compagno aveva la fortuna di vedere, nonostante non riuscisse ad apprezzarla a pieno. Bangchan non poteva fare a meno di sentirsi geloso nonostante Minho fosse impegnato e non interessato alle donne, o forse era solo invidioso perché già gli mancavi.
Si era alzato a riprendere il cuscino e ne aveva approfittato per sbirciare fuori dalla porta e darti un'occhiata.
Non gli venivano in mente altri aggettivi che non fossero dei sinonimi di "bellissima", si era dovuto trattenere per non correre fuori dalla stanza e abbracciarti, dirti quanto fossi bella e cercare disperatamente di farti sorridere. Non aveva visto la lacrima che ti era scappata, ma vedeva che non eri contenta.
Sarebbe stato per quando si sarebbero calmate le acque. Era ancora fiducioso che avresti ragionato con la tua testa e saresti tornata da lui e lui ti avrebbe perdonata più che volentieri.

Eri scesa dalle scale velocemente, entrando all'ingresso con sul viso il sorriso più largo e finto di cui eri capace solo per incontrare un caotico gruppo di ragazzi tenuti all'ordine a fatica da due giovani uomini poco più grandi di loro.

Hongjoong aveva subito attirato la tua attenzione questa volta.
Aveva cambiato taglio di capelli, ora li aveva tinti di biondo platino, sembrava quasi argento. Aveva il ciuffo tirato indietro, che gli lasciava scoperta la fronte e la parte rasata. Indossava ancora una giacca di pelle nera, ma sotto aveva una camicia bianca e non una felpa come l'ultima volta. Questa volta aveva dei jeans, degli stivaletti neri da uomo e uno sguardo furioso, era completamente diverso da come lo avevi visto la volta prima.

Ti eri bloccata per una frazione di secondo nel vederlo e Minho se n'era accorto, regalandoti un'occhiata velenosa che avevi ignorato, ma di cui capivi il motivo.

Ti eri avvicinata ai tuoi ospiti e li avevo salutati, stringendo loro la mano per poi rivolgerti al loro leader.
Avevi cercando di non rimanere troppo incantata dal suo viso serio e determinato prima di parlargli, Minho era ancora lì a guardarti e sapevi non gli sarebbe andato a genio. A pensarci bene nemmeno tu credevi di avere voglia di nuove esperienze in quel momento, ma era innegabile che avessi bisogno di distrarti.

"Ditemi, perchè ho il piacere di avervi qui?"

Avevi chiesto sempre con quel grande e finto sorriso.
Hongjoong ti aveva guardata un secondo in più prima di parlare, anche lui come i suoi amici ammaliato dalla bellezza del tuo viso, ma anche amareggiato dalla tristezza nel tuo sguardo.
I suoi colleghi non se n'erano accorti, troppo lontani e distratti per dedicare uno sguardo in più alla tua espressione.

Hongjoong li aveva richiamati, riuscendo a farli stare in silenzio, per poi inchinarsi di fronte a te.

"Volevo personalmente scusarmi per ciò che è successo lunedì"

Aveva detto e tutti gli altri si erano a un tratto irrigiditi e inchinati a loro volta.
Tu avevi alzato gli occhi al cielo con una piccola, genuina risata divertita mentre i ragazzi andavano avanti.
Minho si stava annoiando a morte, ma non poteva assolutamente lasciarti sola per motivi di sicurezza e soprattutto per come avevi guardato Hongjoong.
Non aveva intenzione di far soffrire il suo amico per scappare dal suo ragazzo, aveva tutto il tempo del mondo per stare con Jisung.

San si era fatto avanti, facendo un inchino ancora più profondo.

"Mi dispiace, non avrei dovuto comportarmi in quel modo, la prego mi perdoni"

A quelle scuse avevi lasciato andare una sonora risata e gli avevi preso il mento fra le dita senza avvicinare il viso al suo, facedolo alzare dall'inchino e arrossire. Il ragazzo era un po' stranito da quel contatto, ma non troppo imbarazzato.

Lo guardavi sorridente, nonostante non fossi per nulla contenta e avessi ancora per la testa il litigio con Bangchan.
Minho aveva sussultato quando avevi toccato San, non riusciva ancora ad abituarsi alla tua disinvoltura col contatto fisico, si era tranquillizzato solo quando l'avevi lasciato andare e ti eri rivolta a Hongjoong.
Ti avevano spiegato mille volte che non potevi toccare tutti come e quando volevi, ma sembravi proprio non capire.

"Non c'è bisogno di preoccuparsi così tanto, è tutto a posto"

Ti eri girata verso San e gli avevi fatto l'occhiolino.
Il vostro rapporto era notevolmente migliorato col passare dei giorni e ora mancava poco che vi consideraste amici, anche se a quanto pare il loro leader aveva ignorato la cosa.

"E non c'è bisogno nemmeno di essere così formale, sono più piccola di te dopo tutto"

Avevi detto sorridente prima di dare la tua attenzione ancora a Hongjoong.
Era ipnotico quella sera, non avevi altre parole per descriverlo.

Il ragazzo aveva leggermente sgranato gli occhi, colpito, non credeva fosse così facile ottenere il perdono di qualcuno di quell'importanza. Ti credeva meno permissiva e molto più fredda di così.
Aveva sorriso contento e aveva fatto un altro piccolo inchino, trovando impossibile non essere intimidito dalla tua presenza.

"Ti prego, concedimi comunque di fare qualcosa per sdebitarmi"

Aveva detto, troppo contento per lasciar perdere. Si sentiva piacevolemente obbligato a fare qualcosa per te.

Ci avevi pensato su un attimo, effettivamente avevi bisogno di distrarti un po' e speravi nel fatto che avrebbe insistito.

"Come siete arrivati qui?"

Avevi chiesto cauta, avevi sentito il rumore dei pneumatici -moto, credevi- e volevi fare un giro, uscire da quell'edificio la cui atmosfera era diventata troppo pesante a causa sia tua che di Bangchan. Volevi respirare, divertirti come Dio comandava e rillassarti per qualche minuto.

Hongjoong aveva alzato un sopracciglio, confuso e stranito dalla domanda. Perché volevi sapere una cosa del genere?
Prima che potesse rispondere però, Seonghwa aveva parlato al posto suo.

"Cinque in macchina e tre in moto"

Aveva detto, sperando di aver afferrato il motivo della domanda.
A quella risposta ti si era illuminato lo sguardo. Avevi sorriso, avvicinandoti al loro leader.

"Vi dispiacerebbe farmi fare un giro?"

Avevi chiesto, cercando di fare l'espressione più convincente di cui eri capace, di solito con Chan funzionava fare gli occhi dolci.
Hongjoong aveva di nuovo sgranato gli occhi, arrossendo.
Aveva automaticamente portato una mano alla nuca, grattandosela, distogliendo il suo sguardo dal tuo e cercando Seonghwa col suo per avere del sostegno morale. In quell'istante avevi notato la tinta maculata che aveva sulla parte rasata dei capelli, rimanendone incantata.
Seonghwa aveva ricambiato lo sguardo dell'amico, alzando le spalle spaesato, non avendo idea di cosa fare.

Minho intanto stava ribollendo di rabbia, ancora vicino alle scale. Si era promesso di non dire nulla, ma faticava nel farlo, si era già fatto scappare qualche sbuffo di disapprovazione che avevi fatto finta di non notare, come ogni altra delle sue reazioni.

"Penso non ci sia nessun problema"

Aveva detto infine il leader con un piccolo sorriso imbarazzato e le guance ancora rosse, cancellando l'espressione seccata di un attimo prima che l'inutilità del suo amico aveva causato.

A quella risposta Minho si era lasciato scappare una sonora provocazione, una specie di risata simile a un colpo di tosse, che aveva preso alla sprovvista gli altri e aveva fatto calare il silenzio nella stanza.
Tutti gli altri ragazzi erano spaventati, tutti tranne te che continuavi a sorridere a Hongjoong senza curarti del tuo sottoposto e della tensione che si era creata, sembrava quasi si fosse fermato il tempo.

Minho era un tuo sottoposto e doveva esserne cosciente, il fatto che poteste considerarvi amici non cambiava la cosa.
Le decisioni che prendevi non erano affar suo, doveva starne fuori e portarti rispetto a prescindere dalle sue opinioni.
C'era un motivo, oltre il sangue, per il quale eri tu il capo, ma anche se non ci fosse stato doveva rispettare la tua posizione.

"Perfetto, vado a prendere la giacca"

Avevi detto, e l'atmosfera si era leggermente rillassata.
Ti eri girata verso il tuo sottoposto col sorriso più squisito ma inquietante di cui eri capace, Minho aveva sentito un brivido freddo perccorregli la schiena. Si era parzialmente pentito di non essersi contenuto.

"Mi accompagni Minho?"

Gli avevi chiesto, facendogli cenno di salire le scale. Lui aveva obbedito senza fiatare.

Appena arrivata davanti alla tua stanza, con un gesto gli avevi detto di entrare nella stanza e chiudere la porta a cui dava le spalle, impaurito e tremante.
Si era comportato male e meritava di essere messo al suo posto.

Avevi parlato con calma, il tono serio era sufficiente per far passare il messaggio.

"Minho"

L'avevi chiamato mentre cercavi la giacca, seria come non lo eri mai stata. Avevi parlato così solo a Bangchan, il tuo primo giorno di permanenza lì.
Il ragazzo davanti a te aveva sentito una goccia di sudore corrergli lungo tutta la spina dorsale.

"Se hai qualcosa da dirmi, dilla"

Avevi detto, non c'era nemmeno l'ombra di un sorriso sulle tue labbra. Le tue parole nascondevano un altro significato che il tuo sottoposto aveva colto benissimo:"le mie scelte non ti riguardano".
Lui era rimasto in silenzio, sempre più spaventato. Non ti aveva mai vista così, seria e arrabbiata fino a quel punto, almeno non con lui.
Gli si erano bloccate le parole in gola, avrebbe voluto dirti che Bangchan ci sarebbe rimasto male, che non era sicuro andare in moto con uno sconosciuto e che era molto tardi, la mattina dopo avresti faticato a svegliarti, ma la voce si rifiutava di farsi sentire.

"Sto aspettando"

Avevi detto, trovando finalmente la giacca che cercavi e mettendoti alla ricerca di un paio di guanti.
Minho era rimasto in silenzio mentre ti guardava impaurito, voleva uscire da quella situazione il prima possibile. Si sentiva spaventato e a disagio, non aveva la minima idea di cosa dire se avesse dovuto rispondere sul serio o lasciar perdere, ma in entrambi i casi non sarebbe riuscito a proferire parola.

"Perfetto"

Avevi detto dopo esserti messa quel rossetto rosso che ti piaceva tanto, per poi farlo scivolare sentro alla borsetta, assieme al cellulare e a un mazzo di chiavi.

"Torno fra un'oretta, non aspettatemi svegli"

Avevi detto, guardandolo fredda e uscendo dalla stanza. Lui non ti aveva accompagnata come aveva fatto all'andata, era rimasto lì come pietrificato.
Non sapeva nemmeno cosa pensare.

Tu intanto eri tornata dai tuoi ospiti con un gran sorriso, non vedevi l'ora di divertirti un po' e vedere la città illuminata. Non ne avevi ancora avuto l'occasione nonostante fossi lì da mesi.

"Andiamo?"

Avevi chiesto rivolgendoti a Hongjoong, che era diventato di nuovo rosso. Seonghwa gli aveva lanciato un'occhiata maliziosa, mentre Jongho una di pura invidia.
Gli altri cinque erano rimasti in silenzio ad osservare la scena, Yeosang era rimasto più nascosto possibile, ancora imbarazzato da quello che lo avevi sentito dire quel lunedì.

"C-certo"

Ti aveva risposto il leader un po' titubante, dopo aver fulminato con lo sguardo il suo amico più grande.
Avevi fatto loro strada fino a fuori dal maniero e appena aperto il portone l'aria fresca ti aveva riempito i polmoni.
I tuoi ospiti ti avevano portato fino ai loro mezzi. Tu avevi osservato con ammirazione le loro moto e quando i rispettivi padroni vi erano saliti e tu li avevi guardati interrogativa, come a chiedere con chi saresti dovuta salire.

"Hongjoong Hyung è il migliore a guidare, ti conviene andare con lui"

Aveva detto San intuendo le tue speranze.
Non sapevi perché quella sera Hongjoong ti sembrasse così magnetico, ma non avevi voglia di pensarci, volevi divertirti per una delle poche volte che ti erano concesse.

"Posso?"

Avevi chiesto al diretto interessato, sfiorandogli la mano. Il ragazzo era diventato se possibile ancora più rosso, i suoi compagni stavano trattenendo le risate.
Sarebbe stato divertente prenderlo in giro dopo quell'esperienza, ma bisognava anche ammettere che fosse parecchio fortunato, non capitava tutti i giorni di far fare un giro in moto al capo dei capi, che caso vuole fosse la ragazza più bella che avessero mai visto.
Ti aveva passato il suo secondo casco -che portava sempre dietro per precauzione- prima di parlare.

"S-siediti"

Aveva detto, spostandosi un po' in avanti per farti altro spazio, spazio non necessario.
Gli avevi messo una mano sulla spalla per aiutarti a salire e ti eri sistemata sul sedile, senza toccarlo più del dovuto. Era evidente non fosse a suo agio.

Wooyoung si era avvicinato, intenzionato -come il suo migliore amico- a mettere in imbarazzo il loro leader il più possibile.

"Devi abbracciarlo Rose, se no cadi"

Ti aveva detto con un sorriso prendendoti le mani e mettendole attorno alla vita di Hongjoong, che non sapeva se avrebbe voluto sotterrarsi o se avrebbe spiccato il volo da lì a poco. Il ragazzo aveva comunque maledetto il suo amico più giovane con lo sguardo prima di prendere un respiro profondo e cercare di tranquillizzarsi.

Intanto il resto dei ragazzi si era sistemato sui loro veicoli: Yunho guidava la macchina, era l'unico che aveva superato l'esame per la patente e aveva risparmiato abbastanza per potersi permettere un'auto -rigorosamente di seconda mano- mentre Seonghwa e Mingi si accontentavano delle loro moto. Il resto dei ragazzi aveva deciso di fidarsi dei loro compagni con abbastanza forza di volontà per prendere una qualsiasi patente.

"Tieniti"

Ti aveva detto Hongjoong prima di partire, tu in risposta gli avevi cinto la vita, stando attenta a non appoggiarti su di lui in qualsiasi modo che gli desse qualche difficoltà.
Ti eri lasciata scappare un piccolo squittio spaventato che fortunatamente avevi sentito solo tu quando Hongjoong era partito e aveva superato i suoi compagni andando in testa al gruppo.
Avevi sospirato contenta dopo, finalmente eri riuscita a prenderti quel poco di libertà e leggerezza che potevi permetterti di avere.

Continue Reading

You'll Also Like

121K 5.4K 54
Where... Camilla Leclerc e Lando Norris scoprono cosa c'Γ¨ oltre la linea sottile che divide il punzecchiarsi e l'amore. Non possono o meglio non vogl...
27K 1.3K 9
Le voci spaventate degli altri arrivavano ovattate alle sue orecchie, come se al momento lei stessa si trovasse in un'altra dimensione. Il fatto era...
1K 94 12
y/n conosce questo ragazzo nel campo di skate grazie al suo migliore amico Jihoon, e da lì nasce tutto. ♑--------♑--------♑--------♑--------♑...
33.9K 2.5K 53
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...