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By workingclasscheroine

29.8K 3.1K 9.1K

Quando Paul arriva all'Universitร  di Cambridge, il suo obiettivo รจ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The Catkins๏ฟผ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

11. The Unintended Mask

510 52 54
By workingclasscheroine

Quando mi sveglio impiego qualche secondo di troppo a mettere a fuoco la realtà.

Sento un dolore pungente sopra l'occhio, uno più sordo e generalizzato che mi investe tutto il corpo, partendo dalla testa. Sprazzi della scorsa sera mi sovvengono come in un sogno, confusi e irrilevanti, mischiandosi e separandosi a ogni battito delle mie ciglia.

Solo una cosa, in quei ricordi, è ancora nitida.

Mi basta sollevare lo sguardo per incontrare gli occhi di Churchill, semisdraiato accanto a me.

"Ciao" saluto, e la mia voce è orribilmente aspra.

La schiarisco appena.

"Che ore sono?" chiedo, senza evidenti miglioramenti.

"Le dieci, Annika"

Mi sbatte in mano una pillola e un bicchiere prima ancora che sia riuscito a capire se sono effettivamente ancora vivo.

"Phineas è passato a darti un'occhiata un'oretta fa. Ti ha lasciato questa per il dolore"

"Detesto prendere medicine" borbotto stupidamente, rigirandomi la piccola pillola bianca tra le mani.

Gli occhi di Churchill si accendono di furiosa impazienza.

"Ingoia" mi impone, lapidario.

"Di solito sputo" ironizzo.

La sua espressione è talmente disgustata da strapparmi un sorriso.

"Dio Santo, Camille" sbotta, "Non dirlo neanche per scherzo"

"Sono stato pestato" gli ricordo, prendendo la pasticca con un sorso d'acqua, "Il mio senso dell'umorismo non è al suo meglio"

"Inizio a pensare che quel tizio abbia fatto bene a spaccarti la faccia"

È una risposta un po' fiacca per Churchill, e questo mi spinge a studiare più a fondo il suo viso.

Sembra così fottutamente stanco, gli occhi gonfi che faticano a restare aperti e una generica lentezza nei movimenti che lo fa sembrare sul punto di addormentarsi in ogni momento.

Mi torna in mente solo ora la promessa fatta, di vegliare su di me anche nel sonno, e sento il cuore riempirsi di calore all'idea che sia stata mantenuta.

"Non hai dormito neanche un attimo?" chiedo, con dolcezza, nonostante conosca già la risposta.

"Dormire è sopravvalutato, April" risponde infatti, trattenendo uno sbadiglio.

Non ho idea di quale sia la mia espressione in questo momento, ma la sua è così critica e nauseata che posso facilmente intuirlo.

"Se non la smetti di fissarmi con quell'aria innamorata, Dolly, ti lancio giù dalla finestra" mi conferma, con una smorfia.

Rido appena, nonostante mi costi un vago dolore a livello delle costole, e torno a stendermi, trascinandolo al mio livello.

"Dormi" ordino, teneramente, "Controllerò che non ti collassi il cervello"

Si lascia abbracciare senza opporre particolare resistenza, in un incastro talmente familiare che mi concedo di sorridere, con le labbra premute tra le sue scapole.

"Posso dire una cosa che odierai?" chiedo, le mie dita che carezzano distrattamente la pelle morbida in prossimità dell'incavo del gomito.

"Dici solo cose che odio" ribatte lui, ma il suo tono è troppo rilassato per risultare minaccioso.

"Sei adorabile" mormoro, senza badargli, "Lo sei davvero. So che vorresti che facessi finta di non notarlo, e che lasciassi scorrere tutto come niente fosse, senza rovinare la tua assurda facciata da menefreghista. E tra un attimo lo farò, te lo prometto. Volevo solo dirti grazie"

Il silenzio di Churchill dura, come sempre, non più di un secondo.

"Anche Stu mi trova adorabile" è il suo candido commento.

"Ma vaffanculo!" sibilo, iroso, facendo per allontanarmi, mentre già il ricordo della mia piccola scenata di gelosia mi tinge le guance di rosso.

Lui ride, divertito dal mio fastidio, e blocca le mie dita tra le sue, impedendomi ogni movimento.

"Andiamo, Evie. Ti sto solo prendendo in giro" scherza, allegro.

"Esilarante" borbotto contro la sua nuca, ponendo fine al mio inutile agitarmi.

La mia mano resta sospesa a mezz'aria, ancora stretta nella sua.

Churchill ride ancora, stancamente.

"Mi prendi sempre così sul serio, Kendall" mi rimprovera, giocherellando con le mie dita, "Tutte queste aspettative"

Sbuffo, ma lascio che esplori la pelle dei miei polpastrelli, le ossa delle nocche, e che tracci con la punta dell'indice le linee scavate sul mio palmo.

"Sai essere un vero stronzo, anche" aggiungo, fingendo un malumore che neanche provo davvero.

Le dita di Churchill si stringono intorno alle mie mentre si porta la mia mano al petto, pieno di delicatezza.

"Lo so bene" commenta semplicemente, "Lo sanno tutti. Sei l'unico che fatica a farselo entrare in testa"

"Mi facevo più sveglio di così" scherzo, arricciando il naso per il solletico che mi procurano i suoi capelli.

"Mi credi di gran lunga migliore di quello che sono" mi assicura Churchill, con un tono a metà fra il paziente e l'affettuoso, "È per questo che ci tieni così tanto a essere mio amico"

Sta delirando, ovviamente, e inizio a sentirmi infastidito dal paternalismo sotteso nella sua voce.

"Sì, d'accordo" lo zittisco, "Sono una specie di sprovveduta Cappuccetto Rosso. Ora possiamo tornare a dormire?"

Lui ride.

"Mi dispiace, Summer. Non sono un granché con questo tipo di discorsi. Apprezzo la fiducia che hai in me, davvero"

Tace, e per qualche minuto mi illudo che abbia finalmente deciso di chiudere il becco.

Poi, proprio nel momento in cui sto per scivolare nel sonno, torna a parlare.

"Se potessi scegliere di essere chiunque altro, vorrei essere la persona che vedi tu quando mi guardi con quei grandi occhi pieni di ammirazione" sussurra, a mezza voce, in un tono che vuole essere forzatamente leggero.

L'insicurezza di Churchill è sempre così ben celata che a volte tutti commettiamo lo stupido errore di dimenticarcene.

Mi chiedo come debba essere abitare la sua testa, subire il rosicchio perenne di un tarlo che non fa che ripetere Li stai imbrogliando tutti, perché tu, in realtà, non vali niente.

Non che lui me ne abbia mai parlato, ma ci sono dei momenti in mezzo alla festa, al casino, in cui d'un tratto i suoi occhi si spengono, e il suo sorriso si fa forzato.

Sono i momenti in cui Phineas e Shiva gli si fanno intorno, lo costringono a tornare alla realtà con un insulto e una battuta, e lui pian piano si riprende, come se nulla fosse successo.

Lo conoscono abbastanza bene da intuire in un attimo quando il loro amico si intristisce senza motivo.

Io, però, lo conosco così bene da sapere che il motivo invece c'è.

O forse, più che conoscere lui, conosco quello che sente. Quella terribile sensazione di solitudine che ti assale quando ti convinci che nessuno potrà mai amarti per ciò che sei. E che, se smettessi d'un tratto di indossare la maschera che ti sei cucito addosso, rimarresti completamente solo.

Questo stesso sentimento mi ha spinto a fuggire da Oxford, e costringe ora Churchill a fare i salti mortali per convincere tutti di essere intoccabile.

Così non commento, e mi limito a fare mia quella confessione rafforzando la stretta intorno ai suoi fianchi, allentando l'allaccio delle nostre dita quel tanto che basta per sfiorare col medio l'anello che porta, solo per ricordargli che è lì, che esiste.

La prova tangibile che noi -io, Shiva, Phineas, persino lui- ci apparteniamo con così tanta forza da annichilire la solitudine, da avere la certezza che non esista un angolo di mondo in cui l'amore degli altri non possa scovarci.

Potrei dirgli tutto ciò, e molto altro.

Potrei aggiungere che non c'è giorno in cui, alzandomi dal letto, io non ringrazi la Fortuna di averlo con me, di averlo trovato, di essere stato capace di riconoscerlo.

Rimarcare quanto riesca ad essere per ognuno di noi un punto di riferimento indiscutibile, senza neanche provarci.

Chiunque parli con lui per più di tre secondi ne rimane incantato, e chi non ha mai avuto l'occasione di parlargli sospira nell'attesa di quel momento.

Churchill ha un fascino talmente palese su tutti noi, un innegabile potere che sarebbe impossibile da fingere, anche volendolo.

Se fossi al suo posto lui non esiterebbe a dirmi tutto ciò, palesando quanto ridicole siano le mie insicurezze.

Io, invece, non lo faccio.

Non lo faccio perché potrei ripetergli per ore quanto tutti noi lo adoriamo, i suoi amici in primo luogo, e io primo tra tutti, e ciò non sortirebbe alcun effetto.

Lui si incupirebbe ulteriormente, si sentirebbe incompreso, si ritrarrebbe in una bolla dove io non possa arrivare a toccarlo.

Così lo stringo più forte, semplicemente, e lascio che i nostri anelli cozzino con un debole stridio metallico.

"Capisco" gli dico poi, sorridendo e sollevandomi appena per studiarlo dall'alto, "Dopo una dichiarazione del genere, mi vedo costretto a baciarti"

Churchill lancia un urlo quando mi fiondo su di lui, e lotta per tenermi lontano.

"Ruth! Non osare!" grida, ridendo mentre cerca di schivare le mie labbra.

"Andiamo, è solo un piccolo ed eterosessuale bacio con la lingua" ribatto, trattenendo a mia volta le risate.

"Te lo giuro, Natalie, se mi sfiori ti uccido"

"Ma continui a lanciarmi segnali contrastanti!" mi lamento, fingendomi offeso, "Non puoi dire determinate frasi e farmi credere di non volermi infilare la lingua in gola almeno un po'"

Crollo di nuovo accanto a lui, sfinito e un po' dolorante, e per qualche secondo lasciamo semplicemente che le nostre risate si stemperino contro le pareti.

Quando Churchill volta il viso verso di me, gli occhi che brillano e le guance arrossate dalla lotta, non posso trattenere un sorriso.

Sorriso che si allarga ulteriormente quando si sporge su di me, sfiorando appena la punta del mio naso con le labbra.

"Tutto qui?" lo prendo in giro, "Mi aspettavo più passione da un nostro bacio"

Lui sbuffa, ma allunga una mano per scompigliarmi i capelli.

"Mi piace immaginarci come una di quelle vecchie coppie sposate, Brooklyn. Dormono insieme, fanno tutto insieme, ma al solo pensiero di scopare rabbrividiscono" commenta, dolcemente.

"Neanche scopiamo?" mi lamento, "Allora chi me la fa fare?"

"Sei troppo spaventata dal fatto che le amiche del tuo club del cucito possano spettegolare sul tuo divorzio"

Alzo le spalle.

"Sono delle vere vipere" mormoro, strappandogli una breve risata.

"Povera Chelsea" mi compatisce, sarcastico.

"Non preoccuparti per me, mi faccio il giardiniere"

"Shiva, quindi"

Il verso di sincero disgusto che ne segue fa ridere entrambi.

"Vado a disinfettarmi" lo avviso, saltando in piedi. Il movimento è troppo repentino, e per un secondo il mio viso si contrae in una smorfia di dolore, "Tu credi di poter dormire senza di me?"

Churchill scrolla distrattamente le spalle.

"Non sono più molto stanco, tu?"

"Sto bene" lo rassicuro, già sulla porta del bagno.

"Ti va di uscire?"

La sua voce mi raggiunge mentre verso del disinfettante sul batuffolo di cotone che ho strappato, tra i brividi di fastidio che mi scuotono il corpo.

Se c'è una cosa che odio, è la sensazione tattile del cotone idrofilo tra le dita.

"Come vuoi" rispondo dunque, con una smorfia rivolta alla mia espressione nello specchio.

Ho un livido scuro sullo zigomo, e la pelle intorno al taglio sul sopracciglio è violacea e infiammata: meglio di quanto mi aspettassi, ma la mia faccia ha avuto giorni migliori.

Rimuovo il cerotto, cavandomela con una manciata di bestemmie, e prendo a disinfettare attentamente le ferite, sopportando il bruciore.

"Potrei portarti a fare la turista, Elle"

Mi volto verso Churchill, che è comparso sul ciglio della porta, appoggiato allo stipite.

Ha le braccia incrociate e un'aria vagamente imbarazzata dipinta sul viso.

"In fondo, te lo avevo promesso" mi rammenta, schiarendosi la voce.

Nel ricordare quella prima giornata insieme, avanti e indietro per la città, non posso impedire agli angoli delle mie labbra di tendersi colpevolmente verso l'alto.

"Le tue parole, in realtà, sono state qualcosa del tipo 'Amore, ti porterò a fare la turista quando avrò tempo da perdere'" lo correggo, sollevando le sopracciglia con aria critica.

Farlo mi costa un po' di dolore, ma ne vale la pena.

Churchill mi fulmina con lo sguardo.

"Beh, Hermione" sillaba, irritato dalla mia finta ritrosia, "Ora ho tempo da perdere. Quindi, a meno che il tuo Labrador non ti abbia già fatto da guida, direi che puoi svestire i panni da madonna offesa e iniziare a prepararti"

Gli sorrido, divertito.

"Non solo ricordi le tue piccole promesse, ma sei così fottutamente geloso" sottolineo, con l'aria più innocente del mio repertorio, "Adorabile. Lo sapevo"

"Ti auguro di annegare nella doccia" borbotta, serissimo.

Io sorrido ancora.

"Come vuoi. Ora dovresti uscire, magari. O vuoi che facciamo la doccia insieme?"



Note

Se non avete commenti per questo capitolo non preoccupatevi, ho qui per voi un riassunto figurativo:


Buona guarigione Paolo ❤️

Non so bene cosa dire su questo capitolo.

Doveva essere molto più ampio di così, in realtà, ma ho incontrato un po' di difficoltà nello scriverlo (letteralmente ho dovuto costringere me stessa a finirlo) quindi se fa schifo sappiate che ho comunque fatto il mio meglio.

Nonostante ciò, spero possa piacervi.

In primis, perché una cosa più gay di così io davvero non la ho mai vista né scritta ma che succede perché sono così spudorati questi due.

In secundis...

No niente c'è solo quella ragione.

Sto facendo un angolo autrice totalmente inutile come sempre, lo sapevo.

Torniamo seri.

Allora, ho messo delle gif perché secondo me è carino per visualizzare e calarsi meglio nella storia, che ne dite?

Se non vi piace l'idea le tolgo, è giusto un esperimento.

Per il resto, non lasciamoci illudere da questo avvicinamento così palese, ancora ce n'è di strada prima di arrivare a una piena comprensione dei sentimenti dei nostri due amici.

Intanto, però, questa carrellata di tenerezza da gay ingenui che ci accompagnerà (per nostra somma gioia ((o almeno mia ))) anche nel prossimo capitolo.

Penso non ci sia molto altro da dire.

Vi ringrazio come sempre di tutta la pazienza e l'amore che mi date e date a questa storia e ai miei personaggi ❤️

Non me lo merito, ma sappiate che mi motiva tantissimo, specialmente in periodi come questo, dove scrivere è più difficile e io mi sento più triste e vulnerabile.

Siete delle stelle, davvero. Vi voglio bene.

H.

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