capitolo 19;

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Payton parcheggiò l'auto davanti a casa mia.

Passammo un paio di minuti lì, in silenzio, e probabilmente lui stava solo aspettando che prendessi coraggio per uscire.

<okay, ci sono> dissi, e scesi dall'auto seguita dal ragazzo.

Fece stringere le nostre mani mentre percorrevamo il vialetto di casa mia.

Suonai al campanello, emettendo un forte sospiro; Payton mi strinse a sé dalle spalle, dandomi un bacio sulla testa.

Dopo poco sentì la chiave girare dall'interno ed Emma spuntò da lì: l'unica persona che non avevo davvero voglia di vedere.
<Charlotte ti pare il caso di tornare così e per di più con un ragazzo? Io non so più cosa pensare di te>
Non mi era mancata la sua arroganza.
<c'è papà in casa?> decisi di ignorare tutto il suo discorso.
<sì> disse, poi squadrò Payton <ma lui non entra>
Sbuffai, poi presi la mano di Payton ed entrai, senza nemmeno guardarla.
<la casa è anche mia e devo parlare con mio padre, non puoi dirmi cosa devo o non devo fare>

Entrammo in salotto, vedendo come pensavo mio padre guardare una partita di calcio.
<papà> lo chiamai, e lui si girò.
<tesor- > poi notò la presenza di Payton di fianco a me.
<Luke, tesoro, ho detto a Charlotte che lui non poteva entrare ma l'ha fatto comunque> mi si mise di fianco Emma.
<non c'è nessun problema invece> mio padre sorrise, facendolo fare anche a me e Payton.
Lui non è uno di quei padri super protettivi e che non ti lasciano vivere ma ovviamente si preoccupa per me, e vuole solo il mio bene, anche se non gli dovessero piacere le mie scelte.
Da quando è morta mamma poi è molto più presente e comprensivo.
Sono davvero fortunata ad avere un esempio come lui.

<papà dovrei parlarti di una cosa> dissi, poi spostai lo sguardo verso Emma <in privato>
<io faccio parte della tua vita e ho il diritto di stare qui, non puoi mandarmi via> lei incrociò le braccia al petto.
<tesoro lasciaci parlare in privato, per favore> intervenne mio padre, con la calma che lo contraddistingue.
Lei sbuffò e lasciò la stanza sbattendo i piedi al pavimento, come una bambina di cinque anni.

<venite qui> sorrise mio padre, sbattendo una mano sul divano.
Io e Payton lo raggiungemmo, mentre lui si alzò guardando il ragazzo di fianco a me.
<papà, lui è Payton> dissi.
Loro si strinsero le mani sorridendo, e facendo sorridere anche me.
<e state insieme?> chiese mio padre, guardandoci.
<no siamo solo amici signore> disse Payton sorridendo, ma con un'evidente tensione dentro.
<chiamami Luke> sorrise mio padre.

Tutti e tre ci sedemmo, io e Payton sul divano mentre mio padre sulla poltrona dov'era prima.
<ditemi tutto>
Payton mi guardò per pochi secondi, stringendomi una mano e con un piccolo sorriso incoraggiante.

<pochi giorni fa un ragazzo mi ha invitato ad uscire> dissi a bassa voce <poi mi ha portato a casa sua ed io cominciavo a sentirmi un po' a disagio così ho provato a chiamare un mio amico ma non è potuto venire a prendermi>
Gli occhi di mio padre cominciarono a cambiare.
<e quel ragazzo mi ha..> presi un bel respiro chiudendo gli occhi <mi ha molestata>
Nella stanza calò il silenzio più totale e, anche se fu solo di pochi secondi, mi sembrò sprofondare totalmente nell'imbarazzo.
<signore quello che sua figlia vuole dire è che ha bisogno di aiuto per superare la situazione ed è quello che farò io> disse Payton guardandomi <le starò accanto giorno e notte se me lo permetterà e le assicuro che riusciremo a denunciare il ragazzo che le ha fatto del male>
<e cosa..insomma come hai intenzione di farlo?> domandò mio padre con un tono basso.
<prima di tutto ho chiamato la scuola e mi sono fatto mettere tutti i corsi insieme a Charlotte, poi domani cercheremo un ragazzo che potrebbe testimoniare a suo favore> Payton prese un bel respiro <e ho bisogno che Charlotte stia per un po' insieme a me, sono l'unica persona che conosce la storia ed ora come ora non mi sento di lasciarla sola e rischiare di farla stare male ogni notte con gli incubi di quel pomeriggio>
Vidi che mio padre deglutì rumorosamente.
<so che ci siamo appena conosciuti e che le sto chiedendo un favore enorme ma le dimostrerò che si può fidare di me e soprattutto di sua figlia, mi prenderò cura di lei e farò qualsiasi cosa per tenerla al sicuro, glielo prometto>

Mio padre mi guardò, poi venne ad abbracciarmi e lì scoppiai a piangere.

Mi sono sentita in imbarazzo, completamente debole e indifesa, come se fossi una bambina appena nata.
<è quello che vuoi?> mi sussurrò mio padre all'orecchio.
Io annuì, restando stretta nel suo collo.
<ti puoi fidare di lui, è il ragazzo migliore che abbia mai conosciuto> risposi in tutta sincerità.
Mi diede un bacio sulla testa e poi si staccò, asciugandomi con i pollici le lacrime.
<prenditi tutto il tempo che ti serve amore, io sarò sempre qui, va bene?> sorrise dolcemente lui.
Io annuì, sorridendo a mia volta.

Mio papà spostò lo sguardo su Payton, che era dietro di me.
<mi fido di te e mi aspetto che tu rispetti tutto quello che hai detto, ci siamo capiti?>
Payton sorrise e mi guardò, poi si alzò in piedi.
<grazie, grazie mille, le assicuro che farò qualsiasi cosa per tenerla al sicuro> disse.
Mio padre sorrise e si alzò a sua volta, guardando il ragazzo.

<posso abbracciarla?> chiese timidamente Payton.
Fu mio padre il primo ad iniziare l'abbraccio con lui, che ricambiò immediatamente.

Questa scena mi fece commuovere anche più di quanto non lo fossi già.
Ho sempre sognato un rapporto così bello e confidenziale di mio padre con il mio futuro ragazzo e, nonostante Payton non lo sia, resta probabilmente la scena più bella della mia vita.

<vieni qui> disse mio padre, stringendomi poi insieme a loro.
Mi diede un bacio fra i capelli, mentre Payton si staccò ma tenendo dolcemente una mano sulla mia schiena.
<ti voglio bene Charlotte> mi disse mio padre, guardandomi negli occhi.
<te ne voglio anch'io papà, tantissimo>
Lui sorrise e mi diede un bacio sulla fronte, facendomi poi andare sotto al braccio di Payton che mi strinse subito a sé.

<ho la mia piena fiducia in te Payton>

Uscimmo dalla casa e facemmo entrambi un profondo respiro.

Ci guardammo negli occhi e sorridemmo.
Payton mi prese in braccio, stringendomi forte mentre girava su se stesso.
Sono così felice in questo momento.
Io e lui. Nient'altro. Solo grandi sorrisi e niente pensieri. Tutto quello che desideravo.

Dopo venti minuti eravamo nel salotto di casa Moormeier, con davanti sua mamma che aveva le lacrime agli occhi mentre le stavo raccontando tutto quello che dovevo.

<mamma è davvero importante> aggiunse Payton, dopo qualche secondo di silenzio dalla proposta.
<va bene, non potrei mai dire di no>
Io sorrisi e la abbracciai; questo mi ricordò mia mamma, tutti gli abbracci che non sono più riuscita a darle.
<spero di poterti conoscere meglio in un'altra occasione Charlotte> disse Joanne, sorridendo.
<lo spero anche io> dissi ricambiando il sorriso.

Poi prese da parte suo figlio, guardandolo dritto negli occhi; questo fu tutto quello che riuscì a sentire:
<hai un grande compito Payton, non devi farle mancare nulla, soprattutto la tua presenza>
<lei è tutto per me, non ho mai sentito una cosa così forte per qualcuno e so di esserne in grado>

s/a
scusate se sto prendendo tanti capitoli per questa cosa ma mi sembrava importante, prometto che dal prossimo succederà qualcosa lol
ah e scusate se ieri non ho pubblicato ma era floppato così l'ho eliminato :)

aggiornamento: sono prima su #paytonmoormeier cos?

lettera d'amore | payton moormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora