CAPITOLO 8 (Stiles P.O.V)

1K 80 4
                                    

Stiles era raggomitolato in un'angolo della stanza. Il dolore pulsava dentro e fuori dal suo corpo. Un dolore che chiedeva pietà e un po' di sollievo. Era passata forse un'ora da quando l'uomo se ne era andato, lasciandolo solo con le sue ferite. Il braccio sinistro era abbandonato sul pavimento. Ogni volta che lo muoveva era un dolore atroce, perciò ci aveva rinunciato. Non ci vedeva più da un occhio, che era talmente gonfio da chiudergli la visuale. Le gambe non avevano subito tanti colpi. Potevano benissimo reggerlo in piedi, se avesse solo un ancora forze per farlo. Non mangiava e non beveva da non si sa quanto. Non perdeva sangue, ma sentiva che le energie lo stavano abbandonado lentamente. Lo stomaco gli bruciava da quando era caduto e l'uomo lo aveva preso a calci in quel punto. Alzò la maglietta: c'era un livido viola enorme. Voleva piangere, urlare, correre via da quel posto orribile e dimenticare. Tornare a casa e riprendere la sua routine quotidiana. Ma quel che riuscì a fare fu tossire. Era una tosse secca che bruciava la gola. Si mise davanti la mano davanti, più per abitudine che per altro. Quando smise di tossire, si guardò la mano. Cremisi. Un orribile rosso cremisi ricopriva la mano. Il terrore si inoltrò in lui. Non aveva idea da cosa fosse causato. Ma prima che potesse trovare risposta, svenne abbandonandosi al pavimento.

Fu svegliato da passi che si avvicinavano pesantemente. Nella visuale sfuocata l'uomo era una figura nera indistinta. La stanza era buia ma delle luci rosse e blu lampeggiavano dalla finestra. 

Papà. Mi hai trovato. Grazie pensò il ragazzo con sollievo.

"Forza ragazzo" disse l'uomo mettendogli le mani sotto le ascelle per sollevarlo di peso. Stiles sentì una fitta allo stomaco tremenda. Quando fu in piedi l'uomo lo guardò fisso negli occhi. Il ragazzo non capiva cosa stesse succedendo. Che intenzioni aveva l'uomo? Le gambe reggevano a malapena e l'uomo fu costretto a tenerlo in piedi. Lo condusse lentamente fuori dalla stanza, giù per le scale e infine davanti alla porta d'ingresso. Qualcosa di freddo sfiorava la schiena di Stiles, che non aveva la forza per girarsi e vedere cos'era.

"Okay, un passo falso e ti sparo, capito ragazzino?" Una pistola, ecco cos'era. Una cavolo di pistola.

"Esci immediatamente fuori con le mani in alto!!" si sentiva la voce dello sceriffo rieccheggiare da fuori la porta. L'uomo allungò la mano e aprì la porta.

Just a HumanWhere stories live. Discover now