La maratona di Febbraio

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Passò un'altra settimana. Si fece finalmente il 25 febbraio, il giorno dello sgancio. Avevamo la radio accesa, poiché in un orario casuale di quella giornata sarebbe stato annunciato quando e dove sarebbero state gettate le Casse. Nel mentre proseguivamo le nostre attività cercando di non sforzarci troppo in modo da conservare le energie per quando sarebbe arrivata la notizia, durante il pomeriggio mentre stavamo pranzando con un bel piatto di pasta al pomodoro cucinata velocemente l'annuncio arrivò:

-Sopravvissuti di Reggio Emilia e Province, qui è la squadra di volo "7689J3". Stiamo per rilasciare i "Pacchi Regalo" a...-

Restammo ad ascoltare con le forchette tenute a mezz'aria vicino la bocca spalancata, nella speranza di ricevere un posto familiare e piuttosto vicino. Ne aveva elencati già 4 su 5, avevamo perso ogni speranza. Ma all'improvviso nominò un luogo a noi familiare:

" ...e Campo Volo di Reggio Emilia, rilascio in meno di 30 minuti..."

Appena terminò la frase io e Iacopo ci scambiammo uno sguardo veloce, ci alzammo in piedi e come fulmini ci avviamo all'aeroporto in bici. Non avevamo mai pedalato così forte in vita nostra, avevamo con noi un borsone e un zaino, per prendere più roba possibile in un solo viaggio. A metà strada avvenne una cosa che ci stupì parecchio: vedemmo altre 3 persone fare la stessa cosa che stavamo facendo noi, pedalare verso la Cassa, appena ci notarono accelerarono, sentii la voce di Iacopo urlarmi contro:

Iac: "Corri!! Veloce!!"

Pedalai come non feci mai nella mia vita, mi mancava il fiato, non riuscivo a respirare correttamente per il troppo sforzo, temevo che sarei collassato da un momento all'altro per la troppa fatica, ma invece arrivai, entrammo nel Campo Volo e vedemmo il meraviglioso "Pacco Regalo" steso sul prato al centro della pista di atterraggio. Scavalcammo la recinzione e ripresimo a correre verso la Cassa ma la cosa durò poco, Iacopo si fermò di nuovo, ma questa volta capii anche io perchè: in lontananza riuscivano a distinguere come minimo 5/6 gruppi di persone diverse. Rivolsi il mio sguardo verso Iacopo che stava riflettendo su cosa fare, ma i nostri pensieri furono interrotti dal rumore forte e fastidioso delle pale di un elicottero che si avvicinò al suolo restando sopra la cassa, da quest'ultimo si aprì un portellone ed uscì una persona con un megafono che inizò ad urlare:

"Ok gente, mantenete la calma, siccome siete tanti è ora di stabilire delle regole, il primo che toccherà la cassa ne reclamerà il diritto di proprietà, di conseguenza ciò che c'è all'interno, buona fortuna."

Appena finì la frase tutti iniziarono a correre, lo scenario era assurdo, sembrava che tutti stessero correndo per arrivare primi ad ogni costo come in una maratona. Seguii iacopo per quei pochi metri prima di rimanere sfinito e cadere a terra, Iacopo notò la cosa e tornò indietro, mi prese il braccio e lo mise intorno al suo collo tirandomi su dicendo:

Iac: "Devi toccare quella cassa anche tu, altrimenti non potrai usare gli oggetti all'interno!"

La sua voce era molto affaticata per via dello sforzo che gli stavo facendo fare, presi un bel respiro e ripresi a correre, Iacopo mi venne dietro. Da questo punto in poi i miei ricordi sono sfocati, ricordo di essere arrivato a toccare la cassa e poi di essere svenuto a terra.
Mi svegliai di scatto, la stanza era buia non vedevo nulla, tentai di mettermi seduto ma tirai una forte botta con la fronte sul soffitto della camera, capii allora di trovarmi sul letto a castello della camera del mio migliore amico. Ad un certo punto qualcuno aprì la porta, avevo le lacrime agli occhi per via della botta presa quindi avevo la vista appannata ma intuii subito che non si trattava di Iacopo. Lui è muscoloso e leggermente goffo, mentre la figura era troppo snella e aggraziata per trattarsi del mio migliore amico, e tutto ciò che riuscii a dire in quel momento fu molto vago:

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