Ragazzi, ragazze e Jem

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«Forse a Edom avevo già iniziato a percepire questo cambiamento... del fatto che eravamo fusi con i personaggi e c'era un'altra realtà rispetto a quella che siamo abituati a vivere, intendo dire, ma ho realizzato questa cosa solo quando ti ho visto l'altra sera. Quando mi hai mostrato tu tutto – le raccontò Calliope – poi da quella volta mi sveglio tutte le serie attorno a l'1:30, forse qualche minuto prima rispetto a quando hai detto di svegliarti tu. Rileggere il messaggio non funziona più come ha funzionato la prima volta, anche se speravo che con i nuovi messaggi che sono arrivati funzionasse ancora. Mi sono svegliata anche quando eravate andati in Russia a cercare Will e Cecily» La donna fece una pausa. «Forse dovrei dire Bianca e chiunque sia Will»
«Sophie, è il nome scritto sull'ologramma» le disse Anna, capendo a cosa si riferisse.
«Quando siete andati a cercare Sophie e Bianca. Sono l'unica che si è svegliata. Mi aspettavo che anche gli altri si svegliassero. Ho provato anche a svegliare Tavvy, ma quando si è svegliato vedeva sempre Emma. Non sono ancora sicura di essermi veramente separata dal suo corpo quella sera»
«È successo anche a me, la prima sera quando ho dormito qui. Ero venuta a bussare alla tua porta e mi ero appena separata da Tessa per la prima volta. Tu mi hai visto come Tessa, ma un attimo prima ero in questo corpo» rivelò la ragazza dai capelli corti «Penso sia perché allora non sapevi della fusione o perché non ti eri mai separata dal corpo svegliandoti così come siamo ora»
Calliope annuì, per poi riprendere il suo racconto: «Ricordo una vita, quella che dovrebbe essere la mia vita. È lontana da qui, parecchio lontana, e mi chiedo se viaggiando e andando lì la troverei ancora e se è possibile farlo. Non credo però che sia più la mia vita. Qua sono Emma, ci sto bene...»

Ora che sapeva che i confini di Los Angeles non erano pericolosi anche per lei, Anna poteva considerare l'opzione di aprire un portale per casa sua, la sua vera casa. Chissà come sarebbe stato tornare a casa. I suoi genitori l'avrebbero riconosciuta? Oppure avrebbero visto soltanto il viso della donna ormai ventenne che era Tessa? Ma cosa più importante: ce l'avrebbe fatta lei a ricordare i loro volti e non piangere quando sarebbe giunto il momento di lasciarli qualora loro non l'avessero riconosciuta?

«Poi per il resto non c'è nient'altro che non ti abbia già detto: ricordo anche di giorno che sono Calliope, ma allo stesso tempo ricordo anche la vita di Emma Carstairs. Siamo praticamente un continuo dei libri della saga di Shadowhunters» concluse la corvina, riscuotendola dai suoi pensieri.
«Ne hai provato a parlare con qualcuno? Con qualche Blackthorn o con chi è arrivato da New York?» domandò Anna. Calliope scosse la testa.
«La programmazione ha detto di non farlo e non mi interessa poi più di tanto. Tu?» domandò a sua volta.
«No. Più per paura di esser presa per pazza che perché mi piaccia essere qui» rispose la bruna.
«Perché non ti dovrebbe piacere? Non dirmi che non ti piace Will. Julian, è sicuramente il migliore tra i ragazzi scritti dalla Clare, ma Will non è male. In più sta per arrivare Jem, quindi doppia vincita» disse la donna seduta sul letto.
«Sni... Mi piace e non mi piace. Will poi non è veramente Will, così come Julian non è veramente Julian, lo sai no? Sono Sophie e Nichoelle, solo non si ricordano di esserlo. È bello sapere che sarebbe lì per me, ma è falso. Tutto qui è falso, tranne quando siamo veramente noi stesse a questi orari assurdi»
«Già... E non ti da fastidio che Will sia una ragazza?» domandò.
«In che senso?» chiese Anna, corrugando leggermente la fronte.
«Nel senso che sei una ragazza e lui non è un lui, ma una ragazza. Ti piace anche così, anche sapendo questa cosa?» chiese incerta, iniziando ad arricciare una ciocca di capelli con un dito.
«Will si, è pur sempre William Herondale di giorno. Poi c'è Sophie, ma è un'altra persona»
«Però come noi decidiamo le azioni dei nostri personaggi, così lo fanno loro. Non possono essere solo un'influenza sui loro comportamenti: scelgono proprio ciò che fare, perciò quando sei con Will è come se fossi con Sophie» spiegò Calliope.

Quello era un nuovo punto di vista che Anna non aveva mai considerato, era proprio a quello che puntava nel parlare con Calliope: far saltare fuori nuove idee e teorie. Se così fosse stato, avevano più libertà di quella che aveva immaginato. Potevano addirittura ricordarsi magari, anche se c'era ancora da capire come mai Sophie quella volta che era fusa non Will, non aveva riconosciuto il suo nome quando lei l'aveva chiamata. Lo stesso valeva per Magnus, che non aveva idea di cosa parlasse quando aveva tentato di spiegarle delle varie realtà: se lo avesse saputo, avrebbe accennato a qualcosa pure lui.
Doveva considerare poi che le persone fuse avevano una percentuale molto alta di compatibilità con i personaggi dei libri, la quale doveva star a significare quanto fossero simili. Per questo se decidevano le persone vere dietro ai personaggi, sembrava comunque che agissero loro.

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