La fine del gioco dell'oca

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Anna aprì immediatamente un portale per raggiungere Calliope. Magnus sarebbe andato a prendere Julian e Ty, mentre Jace e Clary avrebbero ripreso Simon ed Isabelle prima di raggiungerli all'istituto. Non le era piaciuto il tono del messaggio di Calliope quando le era arrivato, tutto in grassetto... con il fatto che si stava ancora riprendendo, non aveva buoni presagi.

Il caldo di Los Angeles la investì subito, così come il freddo della Russia l'aveva avvolta con un mantello pesante, lì l'afa le stroncò il respiro. Aveva trasportato lei stessa e Livvy nell'ingresso del grande e antico edificio, il quale per fortuna stava ancora in piedi.
"Emma! EMMA! Dove sei?" gridò Livvy, mentre Anna si precipitò di corsa in infermeria a vedere se fosse lì; controllò anche in bagno mentre la shadowhunters continuava a chiamare il suo nome.
"SONO SU" si sentì provenire dal piano superiore dell'Istituto, con voce chiaramente distante benché la bionda stesse urlando. Livvy estrasse la spada angelica e assieme a lei si avviò su per le scale. Le porte erano tutte chiuse, per cui non capì da dove provenisse la voce della ragazza. Le due si guardarono sul pianerottolo delle scale e si scambiarono un muto messaggio. Immediatamente iniziarono ad aprire le porte di tutto il piano, continuando a chiamare la ragazza.

Intanto, mentre cercavano, sentì il rumore di un portale aprirsi al piano di sotto e delle voci.
"Emma, qual è l'emergenza? Tessa? Livvy?" disse la voce di Julian, proprio mentre Anna fu fermata da una porta che non si apriva.
"Siamo al piano di sopra, Julian!" gridò Livvy dall'altra parte del corridoio "Non riusciamo a trovare Emma"
Anna tentò ancora di aprire la porta una seconda volta, ma non funzionò nemmeno qui. Abbassò e rialzò la maniglia un paio di volte, spingendo con tutta la sua forza per tentare di aprirla, ma questa rimaneva sempre chiusa.
"EMMA DOVE SEI?" si mise a chiamare lo shadowhunter, il quale salì le scale in un batter d'occhio raggiungendo le due ragazze. Dietro la sua porta, Anna sentì delle imprecazioni e qualcosa come "fermi lì"

"Sono qui, Julian sono con..." sentì arrivare da dietro la porta molto ovattato. Era la porta giusta.
"Julian! L'ho trovata è qui!" esclamò Anna, facendo qualche passo indietro. Il castano le fu subito a fianco e fece qualche passo avanti per avvicinarsi alla porta ed aprirla "Ho già provato, è chiusa... stai indietro" disse la ragazza, mettendo una mano sul petto di Julian e facendolo arretrare un po'. Questo iniziò a cercare lo stilo nella cintura degli shadowhunters, proto a disegnare una runa angelica per aprire la porta con la magia, ma a quello ci stava già pensando lei. Tese le braccia in avanti, recitando mentalmente la formula e sentendo l'energia sfrigolarle a partire dalle clavicole, passando per i gomiti fino a girarle attorno ai polsi ed uscire dai palmi delle mani. Con uno schioppo, delle scintille uscirono fuori e andarono a colpire direttamente la porta della stanza, la quale cadde scardinata a terra con un tonfo.

Quello non era esattamente l'obbiettivo che si era prefigurato nella testa Anna. Doveva ancora prendere meglio la mano su un certo tipo di incantesimi, lo riconosceva, sperava solo che non ci avrebbe messo troppo tempo. Per quanto riguardava la porta... anche se fosse andata a fuoco l'avrebbe poi ricostruita come aveva ricostruito la finestra rotta da Will e Cecily. Cercò di ripiegare su sé stesso il pensiero della porta che andava a fuoco per non farlo accadere davvero per sbaglio.

Julian, Anna e Livvy si fiondarono immediatamente nella stanza. Era una delle tante camere dell'Istituto che metteva a disposizione degli shadowhunters di passaggio. Al momento non era occupata da nessuno degli ospiti che alloggiavano lì e per questo sembrava un po' polverosa. Sul pavimento, oltre ad esserci la porta in legno, c'erano anche dei vetri rotti e alcune gocce di sangue. Davanti a loro, con espressione famelica, Calliope teneva sguainata davanti a loro Cortana, con del sangue che le usciva dalle nocche. La sua postura non era completamente dritta, ma mezza piegata, perché con il braccio che non impugnava la stava mitica si stava tenendo all'altezza della fasciatura, dove era stata trapassata da parte a parte. Dall'altro capo della stanza con le mani alzate in segno di resa c'erano Will e Cecily.

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