6. Guarda dove metti i piedi

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«Così hai tirato fuori il Mantello dell'Invisibilità e ti sei intrufolato nello scompartimento di Malfoy?» chiese Ron, in uno sbadiglio, mentre rimescolava la sua tazza di caffè.

Quella mattina, il trio più famoso della scuola era sceso di buon'ora in Sala Grande, approfittando così di una colazione tranquilla, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

«Sì, ho seguito Zabini e sono entrato insieme a lui...» spiegò Harry, impaziente.

«Oh, Harry, ma è una cosa rischiosissima!» lo rimproverò Hermione, con la consueta apprensione.

«Già, come se non lo sapessi» tagliò corto Harry, facendo un cenno a indicarsi il naso. «Be'» continuò, «appena Zabini è rientrato, gli altri hanno voluto sapere come mai Lumacorno lo avesse invitato per pranzo e, soprattutto, chi altro fosse presente»

Ron alzò le sopracciglia con fare eloquente, mentre imburrava la sua fetta di pane tostato.

«Insomma, Malfoy non l'ha presa proprio benissimo, a maggior ragione dal momento che ha saputo che anche io e Neville eravamo presenti, nonché Ginny, Belby, McLaggen».

«Te pareva!» commentò Ron a bocca piena. Hermione ascoltava in silenzio, scrutando il proprio tè nero.

«Quindi ha cominciato a dire che non gli importa così tanto non essere tra le grazie di Lumacorno, perché potrebbe non essere nemmeno più a Hogwarts di qui a un anno. Potrebbe avere cose più grandi e importanti a cui dedicarsi» disse, calcando con enfasi le ultime parole e studiando le reazioni dei due amici.

Ron assunse un'espressione inequivocabile (nonostante la bocca piena e ruminante) di incredulo stupore, anche nota come "E sticazzi?". Hermione, a occhi bassi, continuava a tacere.

«La Parkinson però non l'ha presa bene. E glielo ha chiesto, sapete? Intendo, gli ha letteralmente chiesto se intendesse (e alzò le mano a imitare le virgolette) "Lui"?»

«E?» lo incalzò Ron, posando addirittura forchetta e coltello.

«Non lo ha proprio confermato, ma ha detto che quando salirà al potere - dandolo peraltro come fatto certo - non guarderà ai G.U.F.O. o ai M.A.G.O. ma piuttosto i servigi ricevuti, la devozione dimostrata. E soprattutto...» Harry si fermò un istante, cercando gli occhi di Hermione, che continuava a sembrare molto presa dal fondo della sua tazza.

«Ha detto Voldemort vuole un lavoro da lui, un lavoro per cui il diploma nemmeno serve» asserì lapidario.

«Però lo sai com'è fatto...» disse Ron, tra un boccone di pancake e l'altro, «Magari era tutta scena per la Parkinson». Cercò, poi, l'approvazione di Hermione, che finalmente alzò gli occhi.

«Be'» fece lei, esitante, «non so... sarebbe da Malfoy fingersi più importante di quello che è... ma è una bugia bella grossa...»

«Appunto!» enfatizzò Harry.

«Sì però...» continuò lei, con calma, «A che punto Malfoy si è accorto della tua presenza nello scompartimento?»

Harry esitò un istante. «Circa a metà, quando il baule di Goyle mi ha sbattuto contro... Ha anche detto che gli sembrava di aver visto qualcosa, quando Zabini è rientrato... Ma ho pensato che volesse darsi un merito di troppo».

"Un po' debole come spiegazione" pensò Hermione, ma non sapeva come potersi esprimere senza infastidire l'amico.

«Harry, scusami» intervenne Ron, «Ma davvero, non potrebbe essere che Malfoy ti abbia visto subito e allora abbia voluto approfittarne per darsi un po' di arie? E per infastidirti con le sue panzane? Dopo che hai mandato suo padre ad Azkaban, avrà voglia di rivalsa»

Forever Lost || DramioneWhere stories live. Discover now