1. Casa

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{Finally I've found
That I belong here}


✨✨✨


Luglio 1996


«Sei proprio sicura di voler già partire?»

Hermione sospirò. Poteva essere la sedicesima volta che si sentiva interpellata in maniera così improvvisa nell'ultimo paio di giorni, e l'interrogativa non era mai cambiata. Si voltò verso sua madre, che aveva appena fatto capolino sulla soglia della camera con una pila di maglioni freschi di bucato.

«Finalmente. Mi mancavano solo gli ultimi pezzi del guardaroba invernale» disse Hermione atona, tornando ad occuparsi del baule, già straripante.

La signora Cecile Granger incassò il colpo e si fermò un istante a osservare la propria figlia seduta sul pavimento della sua stanza, circondata da libri e pergamene, oggetti bizzarri di ogni sorta, un paio di mantelli e un cappello a punta. Grattastinchi, il gatto, le rivolse un'occhiata soave mentre, dall'alto del suo giaciglio sul letto, sovrintendeva l'operato della padrona. La camera di Hermione era rimasta pressoché identica, da sei anni a quella parte, ovvero da quando era partita alla volta della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Delicate sfumature di rosa e lilla percorrevano il perimetro della camera, intersecandosi nelle fantasie di tende e copriletto. I muri, che avevano visto Hermione muovere i suoi primi passi, erano adorni di fotografie, poster e coccarde per meriti scolastici.

Ogni tanto, capitava che Cecile vi si rifugiasse quando la nostalgia prendeva il sopravvento.

Ma ora, guardando sua figlia, aveva l'impressione di avere un'estranea davanti a sé: qualcuno che, semplicemente, non apparteneva più a quei luoghi. Hermione si distingueva fin dai tempi dell'asilo nido, era brillante, fuori dal comune e Cecile lo aveva sempre saputo. Allo stesso modo, era consapevole che, presto o tardi, sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe spiccato il volo. Avrebbe solo preferito tenerla con sé ancora per un po'...

Cecile si avvicinò, chinandosi a sfiorare con le labbra la fronte di sua figlia.

«Fammi un cenno quando sei pronta, tesoro. Papà ci porta fuori a cena stasera» le sussurrò, sistemandole un boccolo dietro l'orecchio. «I maglioni te li lascio sul letto» aggiunse. Appoggiò delicatamente i vestiti accanto a Grattastinchi, che ora la guardava sornione, per poi ritirarsi chiudendo dolcemente la porta della stanza.

Hermione, rimasta sola, si voltò a guardare il punto in cui sua madre era scomparsa, lasciando dietro di sé soltanto una scia profumata. L'aroma di lavanda e orchidee aveva sempre pervaso l'aria di quella casa, da che lei ne aveva memoria. Era cosa nota che si trattasse delle fragranze preferite di Cecile, e le utilizzava per ogni necessità, dallo shampoo alla crema mani, dal detersivo per i pavimenti all'ammorbidente con cui trattava tutto il bucato di casa Granger.

Hermione assaporò ogni nota di quel profumo, si lasciò inebriare fino al punto di non sentire più nulla. Il groppo che già aveva in gola crebbe fino a mozzarle il fiato. Si alzò, scrollandosi il magone di dosso, decisa a portare a termine i preparativi. Portò meccanicamente la mano alla tasca dei jeans e ne estrasse un frammento di pergamena.

"Cara Hermione,

Come stai? Mi auguro che le tue vacanze siano più tranquille delle mie. In casa tira una brutta aria, poi capirai.. Comunque, noi ti aspettiamo questo mercoledì a mezzogiorno in punto, papà collegherà il tuo camino alla rete della metropolvere. Sono contenta che tu abbia deciso di raggiungerci prima, ci serve il tuo aiuto con i preparativi: è confermato, la festa si farà sabato.

Forever Lost || DramioneWhere stories live. Discover now