Capitolo 12 - Dark past

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..... «Ragazzi preparatevi perché la storia è lunga, e per niente piacevole»

Inizia a raccontare Ashton «Circa un anno fa, una sera, noi ragazzi stavamo passeggiando per la città e ci siamo incamminati per un parco. In giro non c'era praticamente nessuno. Sentiamo delle voci, più che altro urla femminili. Ci avviciniamo e vediamo una ragazza dai lunghi capelli castani con un ragazzo straniero, circa di 22-23 anni. Lei era appoggiata al tronco di un albero e lui era davanti a lei, tenendole le mani ben strette. Le stava parlando, ma non si sentiva la sua voce, si vedeva e basta. Lei piangeva. Ci siamo avvicinati a loro e abbiamo chiesto cosa stesse succedendo. Lui ci ha risposto dicendo che era solo un litigio tra due innamorati, che non c'era niente di importante. La sua voce era fottutamente convincente.»

«Mi ricordo di averla guardata dritta negli occhi e di aver capito che la situazione era complicata. La teoria di quel ragazzo comunque non mi convinceva.. sentivo una strana sensazione all'inizio dello stomaco» lo interrompe Luke

« Non convinceva neanche me, ma non potevo intromettermi tra loro sue, se fosse stato veramente solo un litigio tra due innamorati?» dice Calum.

Poi continua Ashton «Li abbiamo lasciati da soli, pur restando nei paraggi, ma anche io sentivo una strana sensazione all'imboccatura dello stomaco. Quella ragazza era troppo impaurita per essere innamorata di quel tizio. Poco dopo le urla si sono fatte più forti.. Luke ha iniziato a correre verso quei due. Lei era sdraiata a terra, senza maglia e jeans. Era fin troppo chiaro l'obbiettivo che si era prefissato quel bastardo. Voleva stuprarla. Luke l'ha preso dalle spalle e scaraventato a terra. A lui ci abbiamo pensato tutti e quattro. Poi Luke si è indirizzato verso la ragazza, l'ha presa tra le braccia e l'ha appoggiata sulla panchina che era li vicina»

Lo segue Luke dicendo «Ho cercato di allontanarla il più possibile da quel bastardo, ma soprattutto dalla scena che poteva vedere, tra le lacrime. Perché stava piangendo, ma soprattutto stava tremando forse per il freddo misto alla paura. Quindi mi sono sfilato la felpa e ho cercato il più possibile di coprirla.
È da quella sera che non riesce a stare in costume davanti a qualcuno che non conosce, si sente esposta al pericolo. Non sapevo bene come comportarmi.. ho cercato di tranquillizzarla dicendole che era tutto finito e che noi non le avremmo mai fatto del male. Ero indeciso se toccarla o meno, non volevo che riprovasse quella sensazione, considerando che era appena stata toccata in un modo tutt'altro che dolce. Ho cercato di avvicinarmi, sempre con molta cautela, ma lei mi ha preceduto e si è appoggiata a me, come se stesse cercando ulteriore protezione. Mi ricordo perfettamente quando mi ha ringraziato, con una voce tanto sottile che avrebbe potuto rompersi da un momento all'altro, proprio come lei. Non sapevamo niente di lei e della sua vita, ma le ho detto che sarebbe tornata a casa mia e che avrebbe passato li la notte. La cosa che più ci è risultata strana è che non si è preoccupata di chi potevamo essere, ma del disturbo che avrebbe potuto crearci. Quella sera ha dormito a casa mia, nella mia camera e le avevodato una mia maglia per essere più comoda. Gli altri si sono fermati a dormire a casa mia, e abbiamo dormito nel salotto. I miei genitori si erano insospettiti nel sentirci tutti in soggiorno, ma quando gli ho spiegato la situazione, si sono subito preoccupati per lei. La mattina dopo, quando siamo andati a svegliarla, stava indossando la mia canotta dei Nirvana che le faceva da vestito ed era abbracciata a Pinghi, il mio pinguino peluche che è sempre stato sul mio letto. Mi è dispiaciuto svegliarla, ma avevamo bisogno di sapere come stava. Quel peluche gliel'ho regalato, così quando noi non possiamo essere con lei, c'è Pinghi con lei e sta tranquilla. »
«Ma perché era in quel parco da sola? » chiede Jake
« era andata via di casa, stufa delle continue litigate dei genitori. »
« Da quel giorno, lei ha ancora molte incertezze ed insicurezze, però siamo inseparabili.. Solo con noi ragazzi riesce ad essere se stessa»

È sempre strano sentire questa storia. Non riesco a trattenere qualche lacrima quindi fingo di essermi appena svegliata per tentare di mimetizzarle.
«Hei ciao ragazzi» mi rivolgo specialmente a Jake, Codie e Erik. «Ciao Maggy » mi salutano calorosamente.
«Scusate se mi sono addormentata, ma ero davvero distrutta»
«Tranquilla cucciola » mi dice Luke, stampandomi un bacio sulla guancia.

Non finirò mai di ringraziarli per quello che hanno fatto per me, quella sera di circa un anno fa.

Loro sono il mio tutto, loro sono i miei migliori amici, loro sono i miei angeli custodi.

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Capitolo 12
Beh capitolo un pò drammatico e a mio parere abbastanza triste, ma ha un suo senso logico :)
Grazie mille ancora a tutti quanti
A presto,
Val

Beside you || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now