NOVEMBRE

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Sanem:
E' passato poco più di un mese dalla pubblicazione del libro e Yigit mi ha già detto che sta andando alla grande. Sono rimasta davvero contenta della notizia, ma la cosa che più mi ha colpita è che appena l'ho saputo il mio primo pensiero è stato quello di volerlo dire a Can. Il mio istinto ancora lo cerca, il mio cuore ancora lo sente come la prima persona da contattare quando mi succede qualcosa di bello. E questo non va per niente bene.
Ho sempre amato la scrittura, è sempre stato il mio sogno quello di scrivere e di diventare una scrittrice, ma senza di lui non avrei mai avuto fiducia in me stessa. Senza di lui non sarei mai diventata così coraggiosa. Mi ricordo ancora tutti i suoi discorsi, gli incoraggiamenti e soprattutto quella discussione che abbiamo avuto, che inizialmente presi malissimo, ma poi capì che voleva solo stimolarmi. E c'è riuscito. Con le sue parole, con i suoi sguardi e i suoi discorsi, è riuscito davvero a farmi credere che anche io un giorno ce l'avrei fatta. E aveva ragione. Poi non so cosa è successo...
Sto facendo una passeggiata prima di andare da Denize per la prossima seduta, e così la mia mente comincia a vagare fino ad arrivare a quei ricordi:
"Mi piacerebbe andare alle Galapagos un giorno..."
"Alle Galapagos? Wow, ambizioso... E come mai alle Galapagos?"
"Perché è un mio sogno, trasferirmi lì e scrivere il mio romanzo..."
"Perché no? Inizia a scriverlo, lo leggerò volentieri!
Comunque alle Galapagos emigrano gli Albatros..."
"Lo so..."
Ho i brividi se solo ripenso a quella sera, era tutto così perfetto. Era estate, c'era il mare, c'era lui, c'eravamo noi...
I miei pensieri continuano a girare dietro a quei ricordi... fino a quella discussione...
"Possiamo parlare?"
Ricordo che non mi guardò nemmeno in faccia, annuì semplicemente. Arrabbiato anche per altro, ovviamente. Ma quella è un'altra storia...
"Non lavorerò alla realizzazione dello spot!"
"Perché?"
"Perché non voglio!"
"Perché allora hai partecipato?"
"Cey Cey mi ha convinta e l'ho fatto, ma posso cedere a voi tutti i diritti d'autore."
"Non si può fare, ora dovrai partecipare alla produzione dello spot!"
"Allora ritiro il testo, sceglietene un atro!"
"D'accordo, ed io ti licenzio."
"Ma perché ora mi fai questo? Perché mi tratti con questa freddezza?"
"Sanem, fino a prova contraria sono ancora il tuo capo e se ti tiri indietro davanti ad una bella opportunità come questa per me non hai le caratteristiche per lavorare qui."
"Quindi mi licenzierai?"
"Esatto. Scappi da qualunque cosa che ti porti arricchimento. La tua sceneggiatura viene scelta tra migliaia e tu di tutta risposta rifiuto l'incarico? Qual è il tuo obiettivo? Portare il tè, fare fotocopie, cosa vuoi dalla vita?"
"Portare il tè e fare le fotocopie!"
"Ok, perfetto. Trovati un posto dove farle! Non voglio nella mia squadra una persona che spreca le occasioni che le si propongono. Sai per le fotocopie quante persone posso trovare?!"
"Va bene, allora io vado. Buona giornata caro Can!"
"Ciao!"
Era stato molto duro, quella volta, me lo ricordo bene. Era arrabbiato per me, per noi, per la nostra relazione che io non mi decidevo di vivere nonostante lo amassi così tanto. Ma il suo discorso fu così importante per me, perché fu anche grazie a quello che capì che scappare non mi avrebbe portato mai da nessuna parte.
Mi ricordo ancora che dopo nemmeno dieci minuti mi presentai alla riunione, riuscendo al meglio nel mio lavoro, anche se le mie paure non erano sparite completamente:
"Avevi ragione prima, io vorrei provare a fare la scrittrice, lo vorrei tanto! Ma non sono sicura del mio talento..."
"Devi trovare fiducia in te stessa, ne abbiamo già parlato..."
Poi però è arrivato Yigit e la sua gelosia ha rovinato tutto. Vedeva cose che non esistevano, quasi sembrava non volesse che io realizzassi i miei sogni. E io non capivo. Fino a quel discorso che speravo ci portasse a risolvere i nostri problemi, e invece è stato solo l'inizio della fine. Della nostra fine:
"Can, perché siamo diventati così? Prima era tutto bello, ora va tutto male. Ti ho detto che avevo delle novità, ma non ti importa. Sembri non esserne minimamente interessato."
"Scusa sono stato un po' impegnato. Quali sono queste novità?"
"Yigit collabora con una casa editrice americana..."
"I suoi colleghi non erano canadesi? Quanti collaboratori ha? Sei sicura che ti sta dicendo la verità?"
"Certo che sono sicura! Can, per piacere puoi ascoltarmi?"
"Ti sto ascoltando..."
"Questa casa editrice vuole dare possibilità a nuovi scrittori. Hanno letto i miei appunti e gli sono piaciuti molto. Se riesco a scrivere venti pagine in tre giorni pubblicheranno il mio libro. Sono stata così felice di averlo saputo..."
"Ti ricordi quella sera che ci siamo seduti davanti al mare?"
"Come potrei dimenticarla?"
"Mi hai detto che volevi diventare una scrittrice e andare a vivere alle Galapagos..."
"Si, e tu mi hai subito capito e supportato dicendomi che volevi leggere il mio libro."
"Ed ora i tuoi sogni si stanno avverando..."
"Si, ma oggi è come se questa cosa a te non piacesse affatto..."
"Al contrario, sono fiero di te. Sei una donna così forte che sei capace di realizzare tutti i tuoi sogni. L'unica cosa che mi da fastidio è che questa cosa succede insieme a Yigit..."
"Can, perché non ti fidi di me?"
"Ah, siamo arrivati a questo?"
"Si, siamo arrivati a questo! Sei stato con la tua ex fidanzata per settimane, eravate nello stesso progetto, sempre vicini a casa e a lavoro. Eravate sempre insieme."
"Sanem..."
"Can non sei giusto! La verità è che non ti fidi di me perché non mi hai ancora perdonato. Sei passato sopra a tutto, ma non hai perdonato Emre, tua madre, e nemmeno me. O forse soprattutto me."
"Se ti riferisci al fatto che hai dato il tuo profumo a Fabri, è vero ancora non lo capisco..."
"L'ho fatto per te. Per salvarti. E se tornassi indietro lo rifarei ancora. Dov'è questo profumo? Non è insieme a Fabri. Dov'è?"
"Dov'è?"
"E' qui! Ogni profumo su ogni corpo ha una fragranza diversa. Questo è il mio profumo. Questo è il tuo profumo!"
"Sei la cosa migliore della mi vita, la più bella che io abbia mai visto, toccato. Il profumo migliore che io abbia mai sentito."
"Sono felice che tu lo abbia notato, Can Divit!"
Inizio a piangere di nuovo, l'unica cosa che a quanto pare mi riesce meglio negli ultimi mesi. Ma cerco di ricompormi prima che le mie lacrime si trasformano in uno dei miei soliti attacchi che difficilmente riesco a controllare ancora.. Non riesco a non pensare a quel "sono fiero di te!". Non riesco a pensare a quello che è successo subito dopo. E poi quella domanda che mi tormenta ormai da me. Come può essere? Perché se era vero quello che diceva ha bruciato il mio libro?

Can:
Ho da poco lasciato la Spagna alle miei spalle e la mia prossima direzione sono le Isole Canarie. Qui il sole si fa ancora sentire nonostante siamo già a metà novembre. Novembre... non ci posso ancora credere. Sono sette mesi che sono andato via da Istambul, e non ho minimamente idea come abbia fatto il tempo a passare in quel modo. Ho passato giorni lunghissimi, ma al tempo stesso il tempo sembra volato. La solita contraddizione che è difficile spiegare, ma è davvero così. Ma chi voglio prendere in giro? La verità è che non riesco a capire come sia possibile che sia stato tutto questo tempo senza vederla e sentirla, eppure è ancora così presente per me. Per la mia vita. Nella mia testa. Nel mio cuore. Nel mio cuore... Come può un'assenza essere così presente? Come posso sentirla ancora così tanto dopo quello che ci è successo? Non c'è giorno che io non pensi a lei, non c'è momento della giornata che la mia testa mi porta a pensarla e ricordare quello che abbiamo passato domandandomi costantemente cosa stia facendo.
Me la immagino sorridente con Cey Cey, sempre pronta a calmare ogni sua pazzia. Al telefono con Ayhan, che so che le manca molto, anche se staranno così tanto al telefono che quasi le sembrerà non sia cambiato niente. Yigit... so che sicuramente lui non la lascerà un attimo in pace. Tra una scusa lavorativa e l'altra, troverà sicuramente sempre il modo di tenerla vicina... solo a pensarci il cuore mi fa male, ma non più come prima. Il tempo e la lontananza mi ha aiutato a colmare la mia rabbia, a modificare quel sentimento che è riuscito a tirar fuori solo il peggio di me. Il mio dolore nasce dal momento in cui mi rendo conto che non posso esserci io vicino a lei, per ogni vittoria, per ogni cosa bella e brutta che le sta capitando in questi mesi, io non ci sono. E c'è lui. E questa cosa mi fa male. So che dovrei smetterla. So che è stata lei a non credermi e a farmi andare via, ma ci sono giorni che la mancanza è più forte di tutto e mi riesce difficile rimanere distaccato. Un altro giorno sta passando, un altro giorno passato a pensare a lei...
Si dice che per certe cose ci vuole tempo ma, allora io mi chiedo, quanto tempo ancora deve passare per sentirmi meglio?

1 anno senza Te. 💔Where stories live. Discover now