SETTEMBRE

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Sanem:
E' già settembre, e a me non sembra vero. L'estate sta quasi per finire e io non ricordo nemmeno quando è cominciata. Alcune volte ho avuto la sensazione che questo periodo stesse andando a rallentatore, altre che stesse volando mentre io sono rimasta ferma senza fare niente.
Il libro l'ho finalmente consegnato a Yigit, che si è di nuovo messo a lavoro e tra poco sarà già pronto per essere pubblicato. Mi farà sapere qualsiasi cosa succeda, e per quanto il mio sogno si stia avverando non riesco ad essere felice come vorrei. E questo mi fa ancora più paura.
Non è stato facile scrivere di nuovo di noi. Non che abbia bisogno di un libro per pensarlo, ormai questo è chiaro, ma quando scrivi tutti i particolari tornano nella tua mente ricordandoti che in fondo sono sempre stati lì. E ogni dettaglio per me è stato un colpo al cuore. Credo che sia stato anche questo il motivo per cui ho cominciato a vederlo anche nei miei sogni. I primi tempi non mi succedeva, anche i miei sogni non c'erano più, infatti stavo bene solo quando dormivo, mentre ora non sto bene nemmeno in quel momento. Ripenso all'ultimo sogno e quasi mi manca il respiro. Così decido di allontanarlo dalla mia testa e non pensarci più. Almeno per il momento...
Quel giorno è arrivato, e per quanto io abbia paura so che non potevo prendere decisione migliore. Prendo il borsone e faccio per andarmene, quando per sbaglio i miei piedi schiacciano qualcosa di duro dandomi fastidio. Faccio un passo indietro, guardo per terra e lo vedo lì. L'anello che qualche giorno fa avevo tolto dal mio dito e scaraventato per terra esasperata è di nuovo davanti ai miei occhi. Lo prendo e lo guardo bene, lo studio come se dovessi ancora rendermi conto cosa sia, ma ovviamente lo so. Non sembra essersi rotto. Faccio un respiro profondo e stranamente il fatto di averlo ritrovato e vederlo ancora intero mi fa sentire meglio. Sorrido malinconica, ma quando i miei occhi cominciano ad appannarsi capisco che forse è meglio riposarlo immediatamente e andare via. Lo appoggio sulla scrivania e lo guardo da lontano, poi mi giro e esco dalla mia stanza. Scendo le scale e raggiungo i miei in cucina.
"Io sono pronta!" Gli avverto e con gli occhi preoccupati, anche se in tutti i modi cercano di fare finta di niente, mi guardano e dopo essersi infilati le scarpe ci avviciniamo alla porta pronti ad uscire.
Sono pensierosa, il mio sguardo è altrove. E mamma come sempre se ne accorge.
"Tutto bene, Sanem?"
"Si mamma, tutto bene..."
"Sei davvero pronta, figlia mia?"
"Si..." ci penso un po' su, poi capisco che qualche cosa in realtà mi manca.
"No aspettate!" Torno indietro, faccio le scale senza rispondere a mia madre che confusa mi chiede cosa avevo dimenticato e entro decisa in camera mia. Quando lo rivedo lo prendo e lo guardo di nuovo felice di aver capito. Provo ad infilarlo di nuovo al dito, poi mi blocco e lo tolgo non convinta che ormai quello sia il suo posto. Così tolgo la collana che indosso dal mio collo, sfilo il ciondolo con la farfalle e inserisco al suo posto quell'anello di fidanzamento che Can mi aveva regalato quando mi chiese di sposarlo. Me la rinfilo, nascondendo l'anello dentro la maglia e poi scendo di nuovo.
Non potevo lasciarlo lì, senza mi sentivo ancora più incompleta. E' l'unica cosa che mi rimane di lui, di noi e non sono ancora pronta a rinunciarci.
Vedo mia madre guardarmi mentre scendo le scale. "Cosa è successo, figlia mia?"
"Niente mamma, avevo dimenticato una cosa importante. Ora sono pronta!"

Can:
E' passato un altro mese e anche questa volta mi fermo al porto più vicino per fare un po' di rifornimento. Sono in Italia. Il tempo non è dei migliore, la giornata ha deciso di anticiparci quello a cui presto andremo incontro. Almeno chi a differenza mia resta fermo in questi posti. Ha smesso di piovere da poco, e ne ho approfittato per fare un po' di spese per cui proprio non posso fare a meno. La mia prossima destinazione è la Spagna, e so già che non mi fermerò sulla terra ferma per un po'. Entro in un negozio strano, mai visto prima. Almeno ad Istambul non se ne vedono molti in giro. E' uno di quei negozi che ha tutto, dal cibo, ai prodotti per la casa, libri, vestiti. Niente ha un senso logico, ma stranamente mi incuriosisce quindi decido di farci un giro. Non so perché ne sono così attratto, ma mi fermo a guardare ogni oggetto strano che mi salta all'occhio: braccialetti colorati, elastici per capelli. Questi potrebbero servirmi, i miei capelli stanno crescendo a vista d'occhio e non penso che avrò la voglia di andare dal parrucchiere. Poi all'improvviso il mio sguardo si posa su dei fermagli neri, e subito dopo ne prendo uno per capire bene di cosa si tratta. Appena lo avvicino lo vedo lì. Attaccato al fermaglio a clip vedo una formina in argento a forma di albatros, e quando me ne rendo conto quasi non ci credo. Sorrido, e ovviamente penso a lei e a tutto quello che rappresenta per noi l'Albatros. Che poi sarei io. Sorrido di nuovo e fissando il vuoto ricordo quei momenti:
"Lista Albatros..."
"Me la ridia!"
"Solo se mi dici cos'è!"
"Solo gli uomini con la barba che erano al galà dell'azienda. Me la ridia!"
"Cerchi qualcuno?"
"Si, cerco qualcuno!"
"E com'è che non ci sono anche io nella lista, voglio dire la barba ce l'ho e c'ero anche io quella sera..."
"E' che non aveva lo smoking, ecco perché!"
...
"Sei sempre così?"
"Che intende?"
"Così come sei...."
"Non capisco..."
"Non hai ancora capito chi è questo Albatros?"
"Non ancora..."
...
Poi quella giornata, quando trovai il coraggio di dirglielo...
"Sanem, non credi che sia arrivato il momento di parlare? Tu sei alla ricerca di quell'Albatros... bè, sono io!"
Ma lei, per colpa di quel bicchiere di troppo, già dormiva...
E poi i nostri litigi...
....
"Che c'è di nuovo? Novità?"
"Nessuna novità signor Can!"
"Nessuna novità? Nessun Albatros?"
"Che ha detto?"
"Ancora cerchi il tuo Albatros? Non l'hai dimenticato? Cerchi un fantasma!"
"Non cerco un fantasma! Lei che ne sa?"
"Io che ne so?"
"Si confermo, non lo sa!"
"No io non so niente è vero... tu sai tutto invece... e invece no Sanem! Cerca di svegliarti! Perché quello lì non è l'Albatros!"
...
"A quel tavolo ci siamo solo noi due Sanem, Pollin andrà via e Levant non è l'Albatros! Ti stai illudendo..."
...
E poi quella sera. Quella decisione. Quando non ce l'ho fatta più e l'ho raggiunta al teatro, vestendomi come la prima volta che ci siamo baciati per poi baciarla di nuovo, finalmente lì, sempre con le luci spente. Quell'atmosfera che rese tutto ancora più magico. E lei finalmente lo capì:
"Mi hai scritto se solo... voglio sapere il seguito..."
"Se solo..."
E poi quel bacio... la guardavo, come sempre incantato dai suoi occhi e da quel suo modo di fare, e proprio non sono riuscito a trattenermi. Lo volevo da troppo tempo, la volevo da troppo tempo.
"L'Albatros? L'Albatros è lei! Ma come... L'Albatros è lei veramente, signor Can? Non ci credo! Ma allora non sto sognando!"
"Sei felice?"
"Sono felice? Sono talmente felice che io non... io non ci posso credere davvero! Ho letto tanti romanzi in vita mia, ma non ho mai letto una storia come questa! Sento come se gli organi interni si stanno spostando. Dov'è il mio stomaco? Dov'è il mio cuore? Le mie mani stanno tremando e non si fermano!"
...
Sorrido di nuovo e i miei occhi diventano improvvisamente lucidi per quei ricordi. Scuoto la testa come per riprendermi e mandarli via. Prendo il fermaglio e poi istintivamente ne cerco un altro uguale. Non so perché lo faccio, ma non posso farne a meno. Lo cerco, lo trovo e decido di comprarli. Entrambi. Non posso non comprarlo anche per lei. D'altronde tra poco è anche il suo compleanno... Ripeto a me stesso, come se per farlo avessi bisogno di una giustificazione. E poi la storia dell'Albatros l'ha inventata lei. Io mi sono sempre sentito un Albatros, è vero, ma più di tutto mi sono sentito il suo Albatros. E lo sarò per sempre. Nonostante tutto. E questa è l'unica cosa di cui sono sicuro.

1 anno senza Te. 💔Where stories live. Discover now