APRILE

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Sanem:
Sono passati solo pochi minuti da quando guardandomi negli occhi mi ha detto "Addio!". Non è la prima volta che ci lasciamo in questo modo, non è la prima volta che una nostra discussione prendendo il sopravvento ci porta a dire cose che forse nemmeno pensiamo, ma questa volta non so perché ho sentito qualcosa di diverso dentro il mio cuore. Il petto mi fa male, i singhiozzi del mio pianto mi portano a respirare a fatica. Devo calmarmi, altrimenti rischio di sentirmi male davvero. Ma si può stare più male di così? La testa mi scoppia e da i miei occhi vedo tutto appannato. Non riesco a respirare, le mie mani tremano e questa volta non perché lui è vicino a me. Anzi. Tremano perché per la prima volta da quando l'ho visto lo sento distante, perché per la prima volta sento che qualcosa si è rotto e forse è stata anche un po' colpa mia. Se solo la sua gelosia non fosse così forte, se solo avesse avuto più autocontrollo. Cosa è successo? Cosa sta succedendo? Dov'è Can? Dov'è il mio amore? L'unico uomo che sapevo capace di proteggermi dalle tempeste, l'unico di cui mi fidavo e per un motivo che, ancora non so spiegarmi, oggi mi ha fatto dubitare per la prima volta di lui. Solo a ripensarci il mio cuore inizia a farmi male. Forse ho sbagliato anche io? Forse non dovevo essere così dura! Per la prima volta mi sono fatta prendere dalla rabbia e dalla delusione e non ho dato peso a quello che ho detto. Per la prima volta mi sono comportata come lui, ho avuto quel comportamento che negli ultimi mesi più di una volta mi ha fatta soffrire, e proprio non riesco a capire perché.
"Un giorno potresti far male anche a me come hai fatto con Yigit?". Mi tocco la testa perché mi sembra stia per esplodere e solo a ripensare a quelle parole mi sento morire. Come ho potuto pensarlo? Come ho potuto dirglielo davvero? Can non mi farebbe mai del male, lo so. E allora perché ho detto quelle cose?
Prendo di corsa il cellulare e con le dita tremanti cerco il suo numero e lo chiamo sperando che mi risponda. Chiudo gli occhi pregando che quella sensazione negativa che ormai sento addosso da qualche minuto non abbia davvero ragione. Resto ferma, immobile. Le lacrime scendono sul mio viso senza fermarsi nemmeno un secondo e per la tensione quasi smetto di respirare. O forse smetto completamente, ma nemmeno me ne rendo conto. Il mio pensiero in questo momento è solo per lui. Non mi importa nulla di me, del mio cuore, delle mie lacrime, del mio viso quasi irriconoscibile per il dolore che mi si legge in faccia, del mio respiro. Senza di lui non potrei mai più respirato bene, per questo devo convincerlo ancora una volta a tornare da me. Non possiamo lasciarci così. Non possiamo proprio farlo. Come può succedere davvero?
Niente. Il telefono è staccato. Guardo l'orologio e il mio cuore inizia a battere forte, come se il suo unico obbiettivo sia quello di uscirmi dal petto. E per qualche secondo credo seriamente che possa farlo davvero. La testa inizia a girare e cerco una sedia per sedermi e non cadere per terra davanti a tutti. Sono passati poco più di dieci minuti e lui è sparito completamente. Il suo "Addio" era davvero un "Addio". Non ci ha pensato due volte a lasciarmi sola, e questa volta se n'è andato davvero. Non può essere vero, non possono avere ragione tutti gli altri!
"Presto si stancherà anche di te e lascerà Istanbul di nuovo".
Non possono avere ragione loro. Non può essere così.
Le lacrime continuano a scendere e il mio corpo inizia a tremare per il nervoso, o forse per paura.
"Signorina, tutto bene?"
Una voce rimbomba nella mia testa e mi ci vuole un po' per capire che quel dottore si sta rivolgendo proprio a me.
"Si..."
"E' sicura? Sta tremando..." mi mette una mano sulla spalla e sentendo quel tocco torno in parte alla realtà.
"Si... mi scusi... ma..." le parole non riescono nemmeno ad uscire fuori dalla mia bocca, non so cosa dire, non so cosa fare, voglio solo parlare con Can, voglio solo sapere se sta bene e se presto tornerà da me. Ma purtroppo, a quanto pare, questa è una cosa che non mi è più possibile sapere. Non oggi perlomeno. Così faccio un respiro profondo e provo a rispondere a quel dottore che vedendomi così si è gentilmente preoccupato. Forse le mie condizioni non sono proprio delle migliori...
"... veramente non sento più niente..."
"E' qui per qualche parente? Ha perso qualcuno?"
Dopo quell'ultima domanda sento una fitta al cuore talmente forte che se fosse davvero possibile penserei di averlo rotto in qualche modo, e i miei occhi si perdono completamente nel vuoto incapaci di vedere altro se non quell'immagine di Can che senza voltarsi se ne va via da me.
Si, ho perso qualcuno. Ho perso il mio amore. Ho perso Can. Ho perso il mio Albatros, e forse anche un po' per colpa mia. Però non rispondo, non ne ho la forza. La mia testa con un movimento lento acconsente e scoppio a piangere di nuovo, ora finalmente consapevole che quello che è successo è reale e che difficilmente sarebbe cambiato.
"Venga con me signorina, ha bisogno di calmarsi un po'..."
Lo guardo confusa e senza aggiungere niente, mi alzo aiutata da lui e lo seguo completamente fuori di me.

1 anno senza Te. 💔Kde žijí příběhy. Začni objevovat