𝟧 - Anche tu credi sia pazzo?

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Capitolo 5Anche tu credi sia pazzo?

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Capitolo 5
Anche tu credi sia pazzo?

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Il Game over era uno dei locali più celebri e frequentati del quartiere di Gangnam e quel venerdì sera non fece eccezione.
La miriade di persone in fila davanti all'ingresso circondavano l'intero palazzo e il freddo non sembrava scalfire minimamente i loro corpi stretti in abiti succinti, dalla quale si intravedeva più pelle di quanto fosse necessario.

Jungkook non era tanto diverso da questi ultimi; con indosso la sua inseparabile giacca di pelle e una camicia nera a maniche lunghe infilata nei jeans strappati e aperta fino a metà petto, sembrava insofferente a qualsiasi intemperie quella serata avesse in serbo per tutti loro.

Nell'osservare la folla addossata ai muri del locale, il moro realizzò quanto fosse fortunato ad avere un amico come Yoongi.

Quest'ultimo, oltre a farlo entrare evitandogli di passare ore di attesa fuori, gli avrebbe offerto da bere senza fargli tirare fuori un singolo Won.

Yoongi ci avrebbe guadagnato la compagnia del suo migliore amico per tutta la durata del suo turno di lavoro e successivamente, avrebbero potuto trascorrere la serata divertendosi insieme ai suoi colleghi. Per entrambi era stato un buon compromesso.

Lavorare in quel locale era divertente per Yoongi. Il miglioramento degli ultimi mesi era notevole e gli permetteva di esibire sempre più spesso le sue piccole acrobazie durante la preparazione dei cocktail, con una punta di orgoglio a illuminargli gli occhi scuri. E Jungkook naturalmente era a conoscenza della totale dedizione da lui mostrata; non avrebbe mai dimenticato tutte le bottiglie di soju che finivano frantumate sul pavimento ogni volta che bevevano insieme.

Il moro fermò la moto nel vicolo dove vi era l'ingresso laterale, lasciato libero per i dipendenti e parcheggiò spegnendo il motore.
Scese sfilando il casco e si passò le dita fra i capelli mossi, leggermente schiacciati. Sistemò il cavalletto, assicurandosi fosse tutto a posto.
Lasciare la moto sul retro era comunque meglio del parcheggio principale dove era sicuro qualcuno ci avrebbe vomitato accanto a fine serata, o peggio l'avrebbe ammaccata.

La porta di servizio era stata tenuta aperta grazie a un piccolo bancale di legno pieno di birre che Jungkook trascinò dentro una volta che fu un entrato.
Percorse la piccola rampa di scale che lo divideva dal salone principale e superò una spessa tenda bordeaux scuro, scostandola con il braccio.

Poteva affermare con assoluta certezza di essere ormai un habituè di quel genere di ambiente; persone ammassate che si spintonavano da ogni lato, il caldo tanto asfissiante da farti mancare l'aria, quel forte e pungente odore di sudore, le urla e la musica così alta da sovrastare anche i pensieri più rumorosi.

Il Ground non era diverso.

Le luci soffuse di un rosso brillante gli danzarono sul viso liscio, ormai privo di qualsiasi segno di lotta nel momento in cui si apprestò ad attraversare la pista da ballo. Raggiungere il bancone degli alcolici si rivelò una sfida difficile per i nervi di Jungkook, il quale aveva rischiato numerose volte di spaccare la faccia a qualche idiota ubriaco che cercava di sbarrargli la strada buttandoglisi addosso senza ritegno.
Nonostante fossero appena trascorse le undici molti clienti erano già fuorigioco, riversati in malo modo sui divanetti agli angoli della sala.

Hurt me, then love me harder. | KooKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora