14. 𝘓𝘢 𝘗𝘢𝘱𝘦𝘴𝘴𝘢

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Forse fu la loro presenza a struggerla tanto, perchè in quel momento, non c'erano davvero più segreti da confidare o sigilli da spezzare. Jennie si era mostrata in tutte le sue forme, in tutte le sue sfumature, a due persone che la amavano per quello che era.

Non si ricordó precisamente il momento in cui le gambe le cedettero, costringendola al pavimento, mentre, in preda a respiri affannosi che preannunciavano un pianto liberatorio, la sua mano andó ad appoggiarsi sullo specchio a miseri centimetri dal suo naso.

- Questa sono io - sussurró. I coniugi alle spalle non si fecero attendere e si inginocchiarono accanto a lei.
- Sì, questa sei tu. E sai cosa vedo? - domandó Hyejin, posandole una mano sulla spalla nuda.
Jimin si voltó.
- Una donna meravigliosa. Una donna coraggiosa e brillante. E nessuno ti porterà mai via tutto questo - Jimin non riuscì a contare quante volte la ringrazió, quante volte li ringrazió, mentre era costretta al suolo dal troppo amore che la stava devastando.

Passarono forse una manciata di secondi, o addirittura qualche minuto, che Hyejin parló di nuovo.
- Jennie voglio farti una proposta - queste parole catturarono l'attenzione della diretta interessata e del marito, che la guardava con le sopracciglia aggrottate.
- Hoseok promettimi di non arrabbiarti, ma era un segreto che dovevo costudire -
- Segreto? Ma di che parli? - era ovvio che il suo migliore amico non avesse idea di che cosa stesse parlando la donna. Jimin, d'altro canto, aveva gli occhi più veloci di un flipper per stare dietro alle espressioni di entrambi.
- Promettimelo - Hoseok la guardava con un misto fra scetticismo e preoccupazione.
- Te lo prometto -

- Faccio parte di gruppo, un circolo che si batte per la parità delle persone LGBTIQ -
- Lgbt... che? - chiese Hoseok stravolto.
- È un acronimo. Lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersex e queer -
Transgender. Quella parola accese una fiamma nel cuore corroso di Jennie, una lieve fiammella crepitante, timida e silenziosa, alla balia del vento d'inverno.
Quindi esistevano persone del genere.
- Da quanto? - domandó l'uomo sempre più perplesso.
- Ormai è un anno -
- Un anno!? E non me ne hai mai parlato prima? - Hyejin gli rivolse un sorriso impacciato di scuse, finchè non diede la sua attenzione alla ragazza accanto a lei.

- Non è importante ora. È una storia davvero lunga. La mia proposta è, vuoi farne parte Jennie? Ci sono ragazzi e ragazze come te. Penso potrebbe aiutarti entrare in un ambiente del genere, per vedere che non sei sola - si spiegó Hyejin dolcemente.

Ci sono ragazzi e ragazze come te.

Non ebbe neanche il tempo di replicare, che la sua testa, inconsciamente, fece su e giù per mostrare la sua approvazione.
- Ottimo. Domande? - Hyejin era radiosa, un vortice di allegria.
- Come vi chiamate? - chiese la ragazza.
- Siamo i songdao. Ironico, vero? Il nostro capo ha un senso dell'umorismo discutibile - Hoseok nel mentre tentava di decifrare le parole di sua moglie, una punta di gelosia spalmata sugli occhi crucciati.
- Perchè ne fai parte? -
- Perché sogno il giorno in cui l'amore, in ogni sua forma, non dovrà più nascondersi dalla luce del sole -

~

- Saints&Pearls? Ma in che razza di posto mi hai portato? - domandó Taehyung, una Balloon Flower spiegazzata fra le labbra. Tutta colpa dei pacchetti sottomarca in carta sottile. Le sigarette si schiacciavano con niente.
- È un posto particolare - Jungkook calcó prepotentemente sull'ultima parola, un sorrisetto furbo stampato in volto.
- Ho notato - si stava bene quella sera, l'aria di sera di maggio era fresca, nonostante gli ultimi giorni fossero stati di assoluto gelo.
Aveva fatto bene a indossare la camicia.
- Allora, vuoi entrare? - chiese il fotografo.
- Non siamo venuti fino a qui per niente no? - e con quella domanda retorica, Jungkook afferró la mano del ragazzo e lo tiró verso di sè, incitandolo ad entrare.

𝘗𝘦𝘳𝘭𝘦 𝘦 𝘳𝘰𝘴𝘴𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘪𝘯𝘢 || 𝒗𝒌𝒐𝒐𝒌Where stories live. Discover now