𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈𝐕. 𝐔𝐧 𝐛𝐫𝐮𝐬𝐜𝐨 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐨𝐭𝐭𝐚

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«Partirete domani, quindi?» Angor distolse lo sguardo da Tristan che stava conversando amabilmente con Seraphina e tornò a guardare il fratello

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«Partirete domani, quindi?» Angor distolse lo sguardo da Tristan che stava conversando amabilmente con Seraphina e tornò a guardare il fratello. «Pensavo che vi sareste trattenuti più a lungo, ma posso capire cosa ti abbia spinto a prendere questa decisione.»

Prospero lanciò una breve occhiata alla futura moglie, poi: «Non voglio dilungare oltre l'attesa del confronto con nostro padre, a esser sincero. Prima mi toglierò questo dente e meglio sarà, e... voglio che tu mi scriva, Angor. Anche solo per una sciocchezza, ma fallo. Non voglio che la distanza fisica divenga anche spirituale, se sai cosa intendo».

Il maggiore sorrise di sbieco. «Non credo che nostro padre ci permetterà di avere un'estesa corrispondenza.»

«Lascia che me la veda io con lui, Angor. Non ho intenzione solo di mettere in chiaro le cose per quanto riguarda il mio matrimonio con Seraphina. Voglio anche intercedere per te e per Tristan.»

«Che cosa?»

«Hai capito bene.» Il minore dei Valdemar fece una pausa. «Non potete continuare a essere prigionieri di questo castello. Non è giusto e non permetterò che una situazione del genere abbia seguito. Avete diritto ad avere la vostra libertà. Entrambi. Tu... Tu, ora come ora, non puoi neppure abbandonare i confini della tenuta. Vorrei che almeno questo sortilegio venisse infranto. Non sei più un pericolo per gli altri, anzi forse mai lo sei stato.»

Angor scosse la testa. «Magari questo discorso potrà valere per Tristan, ma ora come ora dubito di poter andare chissà dove. La gente non capirebbe, lo sappiamo tutti e due. Sortilegio di confinamento o meno, non ho l'aspetto di un uomo comune. Non riuscirei mai a passar per tale.»

«In realtà non è solo al sortilegio che alludo» lo rimbeccò Prospero, cupo. «Mi riferisco, Angor, anche al fatto che ogni volta che tu e Tristan uscite là fuori, fino al cuore dei boschi che circondano questo castello, siete sorvegliati da uomini che recano sulle loro armature il sigillo reale di Krygan, di nostro padre. Li ho visti coi miei occhi ed è inaccettabile. Vieni trattato come un prigioniero a tutti gli effetti, non capisci?»

L'altro deglutì. «Io e Tristan ce ne siamo già accorti. Io so di non essere mai del tutto solo là fuori da ormai dieci lunghi anni. Ammetto di aver pensato per anni che fosse non solo per la mia sicurezza, ma anche per le persone del villaggio qui vicino. In fin dei conti ero la Bestia, giusto? Non potevo essere lasciato allo stato brado né si poteva rischiare che i paesani venissero a curiosare fin qui.»

«E la pensi ancora così?»

«No e... non è l'unico dubbio ad avermi assalito sin da quando Tristan è arrivato.»

«Cos'altro ti tormenta?»

«La morte della principessa Dorabella. Nostro padre ha sempre affermato che fui io a ucciderla in un momento di furia cieca, ma lo spettro della fanciulla vaga ancora per queste sale, ogni singola notte, persino di giorno, a volte, e in una di queste occasioni ha incrociato Tristan. In realtà ha sì e no fatto in modo di riferirgli un messaggio.»

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora