𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈. 𝐑𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐨

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Tristan aprì delicatamente le porte ed entrò nella sala

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Tristan aprì delicatamente le porte ed entrò nella sala. Vide come al solito la rosa dai petali blu levitare sopra il treppiedi, avvolta nella sua sfera fumante e iridescente; il trono si trovava sempre in uno stato di evidente emancipazione. Il ritratto, invece, era sparito, lasciandosi dietro un solitario chiodo arrugginito.

Poco distante dalla rosa c'era Angor e gli dava le spalle. Il riverbero della luna filtrava dalla vetrata che sbarrava l'accesso al balcone.

Il giovane Pyranel si fece coraggio e si avvicinò. «Sapevo che vi avrei trovato qui» esordì. «Ormai conosco abbastanza bene i vostri nascondigli!»
Valdemar si era ritirato dalla cena in compagnia del fratello e della futura cognata un po' prima del previsto e Tristan si era ritrovato a dover intrattenere da solo gli ospiti.

Tuttavia non era lì per fargli la paternale. Era da ore che lo vedeva strano, non il solito Angor che aveva imparato a conoscere e ad apprezzare.

Quando gli fu giunto molto vicino, Angor si decise a guardarlo. Il più giovane si sentì preso alla sprovvista vedendo il suo sguardo così malinconico. Era da settimane che non gli capitava di scorgerlo in quegli occhi cerulei e di un azzurro spettacolare.

La luce proveniente dalla sfera che inglobava la rosa originava sull'affascinante e adulto viso del principe di Krygan un interessante gioco di ombre e luminosi riflessi che cambiavano tonalità in continuazione. Era molto diverso dal ragazzo del dipinto, il quale gli era parso dotato di una bellezza acerba e in un certo senso spocchiosa. Tristan si chiedeva se il quadro fosse stato tolto perché Angor non tollerava la vista del giovanotto che un tempo era stato e aveva finito per detestare. Forse era stato un modo per seppellire per sempre il passato.

L'uomo forzò un sorriso. «Non ero più abituato ad avere così tante persone alla mia tavola. Un conto è se ci siete solo voi, un altro è essere in quattro nella medesima stanza e venire sommersi da discorsi che vertono sul matrimonio e talmente di quei progetti per l'avvenire da far girare la testa. Mi sono sentito un po' soffocare, a essere onesto.»

Tristan si accigliò e lo guardò con tenero rimprovero. «Angor Valdemar, non vorrete forse dirmi che siete geloso di vostro fratello?»

Angor sogghignò. «Geloso? Nah! Bestia o principe, sono comunque una canaglia che non rima granché bene con argomenti simili! Mi sposerò quando gli oceani si prosciugheranno!»

«La pensavo così anche io, ma ultimamente molte cose mi hanno spinto a ricredermi e a rivalutare certe cose. Diciamo questo solo perché ancora non abbiamo conosciuto nessuno che riteniamo degno di condividere con noi la vita intera. Vedrete che un giorno cambierete opinione.»

Valdemar sbuffò una risata lieve e smorzata. «Per la persona che siete, ciò che mi stupisce sul serio è non sapervi già fidanzato e promesso a qualcuno.»

Tristan si sentì un po' in imbarazzo. «In realtà vostro padre voleva combinare delle nozze fra me e vostra sorella» ammise. «Mia madre, fortunatamente, è intervenuta e si è imposta. Non che non pensi che la principessa Hermia non sia una brava ragazza, ma... non potrei mai sposare una persona che non amo e non ho neppure potuto conoscere prima del grande giorno. Non è giusto né corretto, e poi non ho l'età giusta per un simile passo. Secondo le regole di Alerath, sono ancora poco più di un ragazzino e come tale non sono da prendere in considerazione fino ai vent'anni. È come voler forzare un uccellino a lasciare il nido anzitempo: finisce solo per cadere e fare una brutta fine.»

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Where stories live. Discover now