5° turno - Meraviglioso istante di Ida59

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5° turno - Il mio passato (Alda Merini)

Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che è passato
è come se non ci fosse mai stato.
Il passato è un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato è solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho già visto
non conta più niente.
Il passato ed il futuro
non sono realtà ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.


1° posto a pari merito

Meraviglioso istante di Ida59

Invece di andarsene subito via, come sempre dopo aver messo in salvo un prigioniero sottratto ai crudeli artigli dei Mangiamorte, Severus Piton era rimasto là, senza neppure sapere il perché, senza domandarselo. O forse aveva solo paura della risposta.

Stava violando le sue stesse regole, quelle fissate per la propria sicurezza, per mantenere segreto che, ogni volta che ci riusciva, sottraeva vittime all'Oscuro Signore: si era imposto di non avere mai contatti con le persone che riusciva a salvare, di non farsi mai riconoscere affinché nessuno potesse essere mai costretto a rivelarlo, magari sotto tortura, alla Serpe che credeva ancora d'essere il suo padrone.

Perché non se ne era andato via prima che si risvegliasse dal sonno magico? Perché non aveva praticato il dovuto Oblivion, giacché lo aveva riconosciuto?

Era stato il riflesso dei capelli castani, le rosse scintille che brillavano ai raggi del sole che lento moriva nel lago a trattenerlo? O il riverbero verde delle iridi grigie, rimaste fisse nei suoi occhi per tutto il tempo in cui aveva recitato la sua disgustosa parte davanti ai compagni Mangiamorte, aveva forse riacceso sogni mai dimenticati?

Era stato quel lungo sguardo silenzioso, ancora pieno di totale fiducia, il languido sorriso che le dischiudeva le labbra e il suo nome infine sussurrato con sconosciuta dolcezza che lo aveva incatenato così a lungo, in ginocchio al giaciglio di Leslie, tanto che il sole era tramontato e la luna ormai argentava la notte nera? Cosa voleva scoprire? Che i sogni possono sopravvivere alla morte?

Sapeva bene che era solo un'altra dolorosa illusione...

Leslie aveva pochi anni più della sua Lily quando, disperato, l'aveva stretta tra le braccia, ormai fredda di morte. Era diventata Auror da nemmeno un anno, quando già da diversi mesi partecipava attivamente dell'Ordine della Fenice; si erano conosciuti lì, piuttosto bene, perché la giovane strega, tenuta al sicuro dietro le prime linee da un protettivo Moody, aveva l'incarico di mettere definitivamente in salvo le vittime che il mago sottraeva alla cieca furia dei Mangiamorte.

Ma adesso lui era diventato solo il traditore che aveva ucciso Silente.

Cosa mai poteva sperare? Che il legame di fiducia e amicizia fosse sopravvissuto anche a quell'orribile assassinio? Insieme al suo unico amico, Severus sapeva fin troppo bene di aver ucciso ogni legame che, suo malgrado, stava nascendo con Leslie che, incredibilmente, sembrava saper vedere la verità dietro la sgradevole maschera che il mago sempre indossava per tenere tutti lontani da sé.

Leslie si mosse: gli restavano solo pochi istanti per smaterializzarsi.

Rimase ancora lì, immobile, il respiro contratto, il labbro stretto tra i denti mentre rincorreva un sogno di cui non era degno. All'improvviso, invece di fuggire la prese tra le braccia, la strinse piano a sé: non voleva che si risvegliasse da sola, che avesse di nuovo paura, che cercasse i suoi occhi neri senza trovarli. Occhi pieni di dolore, non certo dell'odio di un assassino. La realtà degli occhi che Leslie sembrava aver realmente visto dietro l'orrida maschera d'argento.

La poesia ispira la prosaWhere stories live. Discover now