Étretat

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-Allora? Come ci si sente ad essere diplomati?- chiede Lucas accogliendo il suo sorridente ragazzo in un abbraccio. Eliott ha appena concluso il suo esame di maturità, superandolo egregiamente con una tesina incentrata sul cinema d'autore della Nouvelle Vague francese: nelle ultime settimane, Lucas ha seguito ogni suo passo, studiando con lui in biblioteca, preparandogli decine di caffé e guardando con lui noiosissimi film, che Eliott trova entusiasmanti, accoccolato tra le sue braccia. "Oddio Lucas, guarda che dettaglio" oppure "Hai visto che movimento di macchina ha fatto? Geniale!", o ancora "la sceneggiatura forse è un po' troppo astratta per i miei gusti... Tu hai capito qualcosa?", frasi a cui Lucas, ormai immerso nel sonno, non aveva mai dato una risposta. Ora il suo Eliott ce l'aveva fatta, contro la sua mente che gli diceva che non ne sarebbe mai stato all'altezza.
-Bene, decisamente bene. Sto bene.- risponde Eliott guardandolo negli occhi prima di baciarlo. -Ma,- Lucas lo guarda con disappunto quando interrompe il bacio per parlare -ho tanta voglia di andare al mare. Andiamo?
Lucas lo guarda confuso, quel sorriso radioso che gli accende una spia nella mente. A volte non è semplice dover valutare il sorriso di chi si ama... Non vorresti mai che la sua gioia non fosse... Vera.
-E dove?- gli chiede con calma cercando la giusta intonazione per non destare sospetti.
-I miei hanno una piccola tenuta in Normandia, vicino a Étretat. Se ti va possiamo partire anche subito, prendi due cose al volo e andiamo.
Lucas si prende qualche secondo per riflettere, baciandolo di nuovo per prendere tempo. Ricorda di aver visto delle fotografie di scogliere a casa di Eliott, e anche la madre ne aveva parlato durante una cena; Eliott sembrava felice, finalmente rilassato e, dopo l'ultima crisi, aveva eseguito alla lettera le indicazioni dei suoi medici. Lucas poteva fidarsi, sentiva nel profondo di poterlo fare.
-Allora... Andiamo a Étretat!
Il sorriso di Eliott si espande ancora di più: -Tra mezz'ora sono da te. Corri a casa.

Quaranta minuti dopo, i due ragazzi sono sull'auto che li conduce a nord. I finestrini abbassati per lasciare che il vento scompigli loro i capelli e la musica alta, sulla quale cantano a voci spiegate come le vele di una barca in mezzo all'oceano. Nei tratti dritti e poco trafficati, Eliott allunga la mano alla propria destra per cercare le dita di Lucas e intrecciarle alle sue. E tutte le volte che i loro occhi si incontrano, per loro è come rivivere il primo giorno.

La tenuta dei genitori di Eliott è piccola e accogliente, a poche centinaia di metri dalla Manica; è circondata dal verde e avvolta in un aura quasi antica, con gli oggetti di bronzo appesi alle pareti, una televisione che, a giudicare dalla forma e dalla dimensione, doveva risalire ad almeno vent'anni prima e il telefono a parete affisso in corridoio ormai caduto in disuso. Ci sono tanti libri in questa casa, qualche romanzo tra le guide turistiche della Normandia e anche alcuni manuali scolastici e quaderni di compiti che un piccolo Eliott doveva aver svolto lí anni prima. Le tende alle finestre, leggermente impolverate, sanno di Provenza e tutto l'ambiente profuma di mare. Lucas pensa che potrebbe vivere qui per sempre, anche se il telefono non prende bene, anche se lí le discoteche sembrano non essere mai arrivate e piove spesso. Ha Eliott.
-Che dici? Ci tuffiamo?
-Ma l'acqua sarà gelida Eliott!
-Beh, tu puoi aspettarmi a riva se vuoi.
Sono le ultime parole che Eliott gli rivolge prima di correre verso il mare e sparire tra le onde. Riemerge poco più avanti, il sole che gli illumina la pelle bagnata facendolo risplendere come una divinità greca, i capelli che non hanno più una forma e i muscoli tesi in protezione contro il freddo. Rivolge uno sguardo a Lucas ancora fermo con solo i piedi in acqua. Lo vorrebbe lí con lui.
-Lucas!- lo chiama a gran voce -Fai una corsa, non ci pensare. Ci sono io qui, vieni da me!
E Lucas sa che vuole raggiungerlo. Lucas sa che deve avere coraggio e lasciarsi andare tra le onde. Eliott lo riporterà sempre a riva. Si toglie la maglietta abbandonandola sulla spiaggia deserta, il tramonto rende l'acqua rosa e dorata, a contrasto con il cielo rosso e scuro. Chiude un momento gli occhi e inizia a correre, bagnandosi sempre di più, il freddo che gli toglie il respiro perforandolo con le sue lame. Si immerge sotto la superficie per cercare di abituarsi a quella temperatura e non risale fino a che non si trova vicinissimo ad Eliott e al suo calore. Si avvinghia alle sue gambe facendolo cadere di nuovo e abbracciandolo sott'acqua: le loro labbra che si sfiorano per un bacio che non si sono mai dati. Magari in un universo parallelo si erano baciati per la prima volta dove non c'è aria. Ed è il più grande atto d'amore donare all'altro il proprio ossigeno quando questo scarseggia.
Nuotano ancora un po', incapaci di stare lontani, e tornano a riva solo quando il sole è ormai completamente sceso all'orizzonte e in cielo cominciano ad apparire le prime stelle. L'aria della sera è tiepida, e la sabbia ha catturato in sé tutto il calore del giorno.
Si stendono cosí, mano nella mano, e lasciano che sia la brezza ad asciugarli. Gli occhi chiusi di chi sa che non deve preoccuparsi di nulla, di chi sta bene e non ha bisogno di niente se non dell'altro.
-Sei felice?- chiede Lucas ancora a occhi chiusi.
-Sono felice- risponde Eliott -E tu?
-Lo sono.

Aprono gli occhi solo per guardarsi, per dirsi con lo sguardo che cosa vogliono, lí, in quel minuto: cercano le labbra dell'altro con urgenza, si accarezzano con un desiderio tale da rendere l'aria attorno a loro bollente. Sono bellissimi, ancora bagnati, la pelle che sa di sale, gli occhi arrossati dall'aria salmastra e dalla stanchezza. E cosí, talmente stretti l'un l'altro da sembrare uno scoglio dalle punte smussate, fanno l'amore per ore, piano, forte, dolce, passionale, donandosi all'altro completamente e in ogni modo possibile. Non c'è passato, non c'è futuro... Solo loro.

Eliott stringe Lucas al petto e sente il suo cuore battere contro la propria pelle. Si è addormentato e, nel sonno, lo ha abbracciato forte. Passa una mano tra i suoi capelli e lo copre meglio con il grande telo sul quale sono sdraiati; non vuole che abbia freddo. Il freddo non deve più toccarli.
Eliott sta guardando il cielo e, tra le lacrime che gli bagnano il sorriso, riesce a scorgere la stella polare che brilla su di loro.

Il Bacio Tra Cielo E MareWhere stories live. Discover now