Un giro per Londra

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Dopo aver rapito Sheryl, Jim si concesse un giro per la città il quale accesso prima rappresentava un pericolo troppo grande.
Sopra al suo completo Westwood indossava un cappotto molto simile a quello del suo nemico detective.
Osservava il cielo opalino di Londra da dietro i suoi occhiali da sole, percorse vie e viuzze con disinvoltura, a volte persino si fermava a salutare un passante sconosciuto.
Alzó lo sguardo verso una telecamera: sapeva benissimo chi aveva il controllo della sicurezza di quel paese.
Tolse gli occhiali e da maniaco dell'ordine quale era si diede una sistemata alla barba ispida usando il riflesso della telecamera. Rivolse un saluto all'uomo che lo stava osservando da un portatile. Sul palmo della mano con la quale salutava si estendeva una scritta: "Tocca a Sheryl :)".

La giovane detective aveva assunto un colorito terreo in volto. La gamba sanguinante le era stata bendata solo qualche ora dopo, non ci voleva molto per capire che si era infettata e ora aveva una brutta febbre da infezione.
Sebastian Moran, il cecchino più fidato di Moriarty, le aveva liberato le mani eppure lei non si era ancora mossa da quella sedia.
Cercò di recuperare un minimo di lucidità e tentò con un grande sforzo di alzarsi e uscire dalla stanza.
Affiancato allo stipite stava Moran, era così sicuro che non sarebbe riuscita a scappare che la fece esplorare senza aprire bocca.
In effetti in quel luogo non c'era nulla che lei non dovesse vedere, aveva l'aria di un ufficio abbandonato da parecchi anni.
La prima stanza che vide aveva infatti dei tavoli uniti gli uni con gli altri sui quali torreggiavano dei computer degli anni '90.
Proseguì, trascinando la gamba malata con sé, lungo un corridoio dal pavimento di legno grezzo e polveroso e trovò finalmente ciò che poteva esserle utile. L'infermeria presentava tutti i suoi mobili e lettini coperti da un telo e le finestre avevano un aspetto desolato, altre erano state rotte.
Si avvicinò di più e la vista non la rassicurò per niente, l'ufficio si trovava su una scogliera e da quel punto non intravide altro se non una lunga distesa di oceano. La costa non era così alta, ma con quella gamba e il vento che faceva scontrare le onde sulle rocce non era consigliabile fare un bagno.
L'unico mobile non coperto era una credenza. A giudicare dalla mancanza di polvere era stata utilizzata da poco, infatti notò il disinfettante che aveva usato Moran qualche ora prima.
Lo prese, si tolse la benda mugugnando di dolore e aprì la boccetta versando tutto il contenuto sulla ferita.
Mentre si curava, fece caso ai passi che facevano scricchiolare il legno e disse: -Ma come ragioni? Mi disinfetti un graffietto e non questa ferita?-
Lui non sembrò offendersi, anzi ridacchiava tenendo le braccia incrociate.
-Non avrai molto da ridere quando ti ficcherò una pallottola in testa.- Continuò a lamentarsi mentre stringeva la benda.
-Non ti sforzare troppo a parlare, ragazzina.- Esordì lui mantenendo il suo sorriso che infastidiva profondamente Sheryl.
-Non chiamarmi "ragazzina".-
-Perché no? Quanto avrai, quindici anni?-
-Ne ho diciannove.- Si affrettó a correggerlo scandendo bene le parole. Cercò di tornare nella stanza grigia così da sedersi e riposare, ma la gamba sembrò non avere intenzione di collaborare.
Il biondo si avvicinò e il suo gesto venne disapprovato da Sheryl, che aveva teso una mano per fargli capire di farcela da sola, cosa non del tutto vera siccome un attimo dopo si trovava sul pavimento.
-Fatti aiutare se non vuoi ritrovarti senza una gamba.-
La ragazza sbuffò spazientita, ma dovette ammettere di aver bisogno di una mano. Gli permise di aiutarla e di sostenerla fino alla sedia e una volta arrivata poté finalmente riprendere fiato. Moran le legò un'altra volta le mani dopo aver ricevuto una chiamata dal suo capo, a quanto pare per Moriarty era escluso che lei se ne andasse in giro ad esplorare.

Sherlock aveva appena ricevuto la notizia da Mycroft, era raro vederlo correre con il fiatone per arrivare a trovare il fratello a Baker Street, dunque intuì subito che si trattava di qualcosa di grave.
-L'ha presa lui, Sherlock. Io...non ho idea di dove si trovi.-
Per la prima volta il maggiore degli Holmes si sentì impotente, lui sapeva sempre tutto ed era all'oscuro dell'unica cosa che importava davvero.
-Lui? Di chi sta parlando?- Kyle interruppe quel silenzio frustrato che aveva pervaso l'ambiente. Mycroft si girò verso di lui e gli rivolse uno sguardo di odio. Si sentiva umiliato, sconfitto e aveva il forte bisogno di prendersela con qualcuno.
-Tu...tu sai benissimo di chi stiamo parlando. Faceva tutto parte del tuo piano, vero?!-
Il Governo Inglese avanzò verso il giovane Moriarty, ma John si mise in mezzo bloccandolo.
-Smettila, non è colpa sua.-
L'ex soldato aveva gli occhi di chi non ammetteva repliche, che arrivò forte e chiaro a Mycroft.
Si ricompose e prese un lungo sospiro per trattenere l'istinto di ucciderlo ogni volta che incontrava il suo sguardo.
-Provi a mettermi in contatto con lui, farò qualunque cosa per riportarla indietro.-
Disse Kyle per riacquisire quella poca fiducia che aveva appena perso da Mycroft. Lui rispose annuendo e tornò da dove era venuto per mettersi di nuovo al lavoro.
Sul computer di John era fissa da ore l'immagine di James Moriarty che salutava la telecamera a mano aperta, Sherlock la studiò a fondo per ottenere più informazioni possibili e da quando ricevette la notizia non aprì bocca, ciò infastidì il marito che aveva bisogno di una pista da seguire.
Tutti a Baker Street brancolavano nel buio.

James tornò il giorno successivo a fare visita a Sheryl. La ragazza non aveva chiuso occhio durante la notte, cosa molto evidente dalle occhiaie e dall'aria distrutta impressa in volto.
-Sono tornato! Quindi...- Trascinò un'altra sedia e la ripose al contrario di fronte Sheryl, così che potesse mettersi a cavalcioni. -...Secondo i miei informatori Kyle è ancora vivo, cosa diamine ha fatto in tutto questo tempo e perché la reputazione di Sherlock è ancora perfetta?- Continuò con un tono calmo ma anche vagamente perentorio.
-Veramente non lo sai?-
Sheryl trovò l'energia per prendersi gioco di lui e ridere nonostante il sonno e la gamba malata.
-Oh non preoccuparti, tra poco saprò pure quante volte il tuo vicino va in bagno.
Rispondi.-
Disse cercando di evitare di sembrare spazientito.
-Sai cosa faceva mentre tu ti mordevi le unghie aspettando che lui completasse il tuo geniale piano? Andava a letto con me. È sotto la protezione della mia famiglia e dei tuoi vecchi collaboratori, tu invece sei solo con l'unico idiota che ancora ti segue. Non sei messo bene.-
Per qualche secondo il viso di James sembrò congelato, ma poi tornò come prima e rise di gusto.

-Pensi davvero che proteggerebbero uno con il mio sangue piuttosto che loro figlia?-


-Pensi davvero che proteggerebbero uno con il mio sangue piuttosto che loro figlia?-

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Angolo autrice
Scusate ma DOVEVO farvelo vedere. Cioè guardate che manzo galattico che è.👀

Daughter of a genius 2Where stories live. Discover now