Cap. 13

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Non so per quanto tempo precipitammo nell'oscurità, so solo che sarebbero potute passare delle settimane e noi non ce ne saremmo accorti. Continuavo a stringermi a Peter: avevo legato le mie gambe attorno al suo bacino e lui mi reggeva. Tenevo il viso nascosto nell'incavo del collo del ragazzo.
- Ti amo Peter-. Dissi in un sussurro, che parve un grido per il silenzio che si era creato.
- Ti amo anch'io Sam-. Mi strinse ancor di più a se e io mi accoccolai a lui.
Ad un certo punto una luce bianca illuminò tutto e noi ci scontrammo con il terreno. Io mi alzai per prima. Mi osservai intorno. Eravamo su un campo bianco. Il sole stava spuntando da dietro le montagne a sinistra, mentre a destra c'era il mare blu.
Peter si affiancò alla mia sinistra e mi prese la mano.
- Andiamo, dobbiamo trovare Thor e gli altri-. Disse Peter.
Annuì ancora stupita per ciò che ci circondava. Poi una fitta alla testa e una strana presenza cercò di insinuarsi nella mia mente. Rafforzai le mie difese. La presenza però persisteva e mi stava facendo un male cane. Non mi sentivo più la testa per il dolore.
Sentii due mani che mi prendevano il viso e me lo alzarono. Era Peter.
- Sam, che succede?-. Mi chiese.
Lui non lo sapeva, non aveva mai assistito ad uno di questi attacchi.
- Pe-ter, la te-sta, fa ma-le-. Dissi semplicemente rafforzando ancor di più le difese. La presenza sparì in un battito di ciglia.
Sbattei le palpebre un paio di volte per poi guardare Peter.
- Sam?-. Chiese lui.
- Sto bene, non ti preoccupare-. Lo rassicurai.
Lui annuì, ma non mi staccò gli occhi di dosso.
- Da che parte andiamo?-
Mi chiese.
- Verso le montagne, è lì che è Thor e anche Loki-. Dissi osservando le montagne.
- Ma sono lontanissime!-. Si lamentò.
Non so il perché ma sapevo come saremmo potuti arrivare il prima possibile alle montagne. Fischiai.
Un grosso animale alato stava venendo verso di noi. Man mano che si avvicinava prendeva una forma più concreta e alla fine notai che era un pegaso nero, ma nella ali aveva delle piume verdi.
- Che cavolo hai fatto Sam?-. Mi chiese Peter impanicato vedendo arrivare il cavallo alato.
- Ci ho trovato un passaggio per fare veloce ad arrivare alle montagne-. Gli spiegai.
- Dovremmo volare su quel coso?-. Mi chiese.
- Si, qualche problema?-.
- No, no-.
Il cavallo alato arrivò vicino a noi, si inchinò verso di me per poi nitrire e abbassarsi per farmi salire. Peter mi imitò titubante e appena fu su si strinse a me e in un nano secondo il pegaso si alzò in volo e si diresse verso le montagne.
Ci impiegammo una buona mezzora, ma sicuramente fummo più veloci se fossimo andati a piedi.
Arrivati notai subito Thor, Steve, Tony e Natasha che stavano parlando con Loki.
Io e Peter scendemmo dal cavallo alato, ma nessuno ci notò.
- Padre, che piacere vederti di persona finalmente-. Esclamai avvicinandomi.
- Samirah, che ci fai qui?-. Mi chiese Thor, ma lo ignorai.
- Samirah, come stai, spero tutto bene-. Mi chiese Loki.
- Tutto bene padre, ma ora mi sorge una domanda spontanea: quando iniziamo?-. Chiesi sorridendo maleficamente agli Avengers.
- Samirah, anche subito se vuoi-. Mi disse Loki.
- Sam, che cazzo stai dicendo-. Mi chiese Peter.
- Caro Peter, io devo stare dalla parte che ritengo giusta no? E ho deciso che la parte che ha torto è la vostra-. Dissi con una minima nota di sarcasmo nella voce e lanciando a Peter uno sguardo di complicità e sussurrandogli un - Reggimi il gioco-.
- Come hai potuto farmi questo Sam, io... Credevo che mi amassi, credevo che tu stessi con me!-. Disse lui con voce ferita.
- Peter, sai, per vincere bisogna pur dire delle piccole bugie, no?-.
- Sam, non puoi farmi questo, non tu, ti prego-. Disse con voce supplicante.
Io gli voltai le spalle e camminai verso Loki inchinandomi a lui quando gli fui davanti.
- Padre, sono al tuo servizio, ma ti chiedo solo una cosa, ti prego lasciami libera di agire e non prendere il comando della mia mente-. Dissi guardando in terra.
- Samirah, tutto quello che chiederai ti sarà concesso e ora alzati e mettiti al mio fianco-. Mi disse Loki tendendomi la mano. Io la presi e mi tirai su.
Mi misi al suo fianco, osservai gli altri che mi guardavano sbalorditi per quello che era appena successo.
- Ash, vieni-. Chiamai la mia spada.
"Sam, che piacere vederla così tanto nel giro di una giornata". Mi salutò con allegria la spada.
- Il piacere è anche mio Ash-.
Richiamai a me quanta più acqua possibile e notai che il mare che era dalla parte opposta di quella parte di mondo si stava avvicinando, ma nessuno lo notò tranne Peter che mi guardò con sguardo stupito.
- Thor, allora ti è piaciuto il mio piccolo trucchetto. Ho sempre amato mia figlia, è un qualcosa di unico. Ha ereditato i poteri di entrambi i genitori: un dio e una ninfa del mare. Sua madre si è dissolta nel mare dopo aver dato alla luce la piccola Samirah e da allora l'ho sempre.....-. Non ascoltai il resto del discorso, sinceramente poteva anche dire che io ero una creatura ripugnante e non me ne sarebbe fregato un cazzo.
Intanto aprii lo scudo che era sotto forma di orologio.
Mi avvicinai a Loki, dovevo farlo concentrare su una sola persona, così potevo mettere in salvo tutti gli altri.
- Padre, occupati di Thor, io penserò agli altri-. Dissi con freddezza.
- Samirah, è un buon piano-. Si congratulò.
Creai un muro d'acqua che divideva me e Peter dagli altri. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
- Peter, ora creerò una sfera d'acqua attorno a te. Però per far si che Loki creda che ti stia facendo del male devi gridare e far finta che l'acqua ti stia soffocando-. Gli spiegai velocemente.
-Sam, stai attenta, ti prego-. Mi disse lui. Io annuì e creai la sfera d'acqua attorno al ragazzo.
Poi decisi che era il turno di Natasha.
La isolai dagli altri. Eravamo da una parte del muro, si potevano sentire le urla di Peter e si vedeva anche la sfera d'acqua.
- Sam, che cazzo hai fatto? Ci hai tradito!-. Mi gridò Natasha.
- Nat, fammi spiegare, io non sto con Loki, ma l'unica maniera per far si che non mi controllasse la mente era far finta di allearmi con lui-. Dissi prima che la donna potesse saltarmi addosso e iniziare a combattere.
- Hai fatto tutto questo apposta? Per far si che Loki ti ascoltasse?-.
- Si, Nat, solo ora ti dovrò fare ciò che ho fatto a Peter: ti rinchiuderò in una sfera d'acqua e tu dovrai gridare e far finta di annegare-.
- Ok, vai, sono pronta-.
Creai attorno a Natasha la sfera d'acqua. Strinsi la spada in mano, ora sarebbe toccato a Tony e lui poteva anche carbonizzarmi appena mi avrebbe visto.
Spostai il muro d'acqua per far si che Tony vedesse me e le due sfere d'acqua.
- Tony!-. Lo chiamai.
- Tu, piccola sporca traditrice-. Disse azionando uno dei fasci di energia del suo costume e morandoli a me. Io per proteggermi mi misi dietro allo scudo.
- Tony, fermo, sto con voi-. Dissi.
- E allora perché hai intrappolato Peter e Natasha in quelle bolle d'acqua? E perché fai la figlia devota al padre? Dimmi il fottutissimo perché!-. Mi gridò lui.
- Se non avessi fatto la leccaculo a Loki ora molto probabilmente sarei sotto il suo controllo e io non voglio fare delle cose schifose solo perché non riesco a ragionare con il mio cervello da sola. Ora però ti devo richiudere in quelle bolle d'acqua, non ti fanno niente, solo che una volta dentro dovrai iniziare a gridare per far si che Loki creda che ti sto torturando-. Gli spiegai.
- Va bene ragazzina-. Accettò lui. Io mi misi al lavoro e dopo aver creato la bolla d'acqua fu il turno del capitano.
Lo vidi mentre il muro si spostava. Era incazzato nero. E iniziò a correre verso di me. Mi placcò e io caddi a terra.
Me lo tolsi di dosso, lui continuava ad attaccarmi, fino a quando non mi diede una scudata talmente forte che la mia spada volò via dalle mie mani. Tirai fuori il pugnale che avevo legato in vita.
- Steve, aspetta, devi fidarti di me-. Dissi.
- L'ho già fatto, ma vedi tu hai perso la mia fiducia-. Gridò lui.
- Steve, è per non essere controllata da Loki, lo vuoi capire che vi sto salvando tutti?-. A quella frase si fermò dall'attaccarmi e mi guardò con aria interrogativa.
Io gli spiegai il mio piano e cosa gli avrei fatto i quel momento per poter vincere contro Loki e lui accettò, a patto che dopo la battaglia appena avvenuta io non avrei più frequentato i ragazzi che in quelle settimane mi avevano accolto come una famiglia. Io accettai.
Feci crollare il muro d'acqua e vidi che Loki e Thor stavano combattendo. Decisi di intervenire. Lanciai ondate d'acqua contro Loki e nessuna toccò Thor. Questo lo fece distrarre abbastanza per far si che Thor gli mise una specie di manette ai polsi.
- Samirah, mi hai tradito!-. Gridò Loki.
- Per uno che manipola la mente sei abbastanza scarso Loki e io non ti ho mai tradito: ho solo finto di stare dalla tua parte, ma sono sempre stata dalla loro-. Ribadii.
Thor si alzò in volo e scomparve, con Loki attaccato a lui. Io liberai gli Avengers con un gesto della mano e li guardai. Peter corse verso di me e mi strinse a se, si tolse la maschera che gli copriva il volto e mi baciò. Ricambiai il bacio.
- Sam, sei stata grande, vedevo tutto da dentro-. Disse lui appena staccato dal bacio.
- Grazie-. Feci un sorriso timido e anche triste. Non so perché ma avevo una brutta sensazione.
- Samirah, sei stata brava, soprattutto contro Steve-. Mi disse Nat dandomi un pugno sulla spalla.
- Grazie-. Dissi.
Tutti si avvicinarono a me e la terra iniziò a tremare.
- Ash-. La mia spada comparve nella mia mano. Guardai l'intera zona e notai che dei mostri neri stavano arrivando verso di noi correndo.
- Ragazzi, sono contenta di avervi conosciuto e scusatemi-. Dissi. Tutti mi guardarono con aria stranita: non potevo permettere che quelli a cui volevo bene si facessero male. Creai una grande e unica sfera d'acqua che li richiuse. Non avrebbero potuto uscirne.
Vidi arrivare l'orda di mostri e io li caricai brandendo la spada. Al primo impatto ne uccisi una dozzina. Continuai a tirare fendenti e ripararmi dagli artigli dei mostri.
Continuai a combattere per quelle che parvero ore, ma per ogni mostro che cadeva ce n'era uno che lo rimpiazzava subito dopo.
Ad un certo punto iniziarono a diminuire, erano comunque troppi per una persona sola.
Uno mi colpì la mano che teneva la spada e quella mi volò via di mano. Tirai fuori i pugnali che tenevo nelle maniche del giubbino e contrattaccai al mostro che mi aveva disarmato. Lo uccisi, ma un altro mi graffiò il fianco con un artiglio. Non feci molto caso alla ferita, anzi non percepivo nemmeno il dolore, molto probabilmente per l'adrenalina che avevo in corpo per la battaglia.
Decisi di farla finita e chiamai a me l'acqua. Li affogai tutti.
Mi girai per vedere se ne rimaneva qualcuno, ma c'era solo la bolla d'acqua che avevo creato per proteggere gli altri. La feci sparire e Peter mi venne incontro con sguardo incazzato, per poi aprire gli occhi per la sorpresa e aprire la bocca.
- SAM!-. Gridò.
Io camminai verso di lui, ma all'improvviso qualcosa mi infilzò nella pancia. Mi guardai il punto colpito e vidi una macchia di sangue espandersi sulla maglia verde. Mi girai e vidi il mostro che mi fissava negli occhi. Con il pugnale nella mano destra lo uccisi. Per poi guardare Peter. Stava correndo verso di me. Quello che successe dopo fu a rallenty. Io che cadevo in ginocchio a terra e Peter che mi prendeva in braccio a mo' di sposa e mi parlava. Io non capivo nulla di ciò che diceva. Vedevo solo la sua bocca muoversi e le lacrime rigare il suo viso.
- Peter, v-va bene c-osí. Ti amo-.
Chiusi gli occhi e tutto divenne una macchia incolore.

Spazio me:
Ragazze, non odiatemi: la storia non è finita qui, anzi, credo che ci sarà ancora qualche capitolo e non preoccupatevi non finirà male: io in primis odio i bad-endings e non mi metterò a scriverne uno. Mai e poi mai una delle mie storie finirà male.
Spero comunque che vi stia piacendo.
Al prossimo capitolo.
Iry💙

La Figlia Di LokiWhere stories live. Discover now