Cap. 3

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- Samirah, che ci fai qui-. Esclamò Thor sgranando gli occhi.
Io lo guardai negli occhi, era sinceramente sorpreso, solamente non mi spiegavo una cosa: come cavolo faceva a conoscermi? Io lo conoscevo perché faceva parte degli Avengers e tutta quello roba lì, ma io ero una semplice adolescente.
- Sam, conosci Thor?-. Mi chiese Peter.
- No, io... So chi è, ma non l'ho mai incontrato in vita mia-.
Lo vidi che corrugava le sopracciglia e assottigliava lo sguardo per studiarmi.
- Sei identica a tuo padre Samirah-. Disse Thor.
- Ok, Samirah, siediti qui e Peter spiegaci perché è qui questa ragazza-. Ci ordinò Capitan America aka Steve.
Io mi sedetti sulla sedia che mi aveva indicato il capitano.
Peter spiegò loro che io lo avevo visto mentre si stava cambiando e mettendo la tutina di Spider-Man.
- Calmo ragazzo, di lei ci si può fidare-. Disse Thor dopo che Peter aveva finito di parlare.
- Come mi conosci?-. Chiesi a Thor.
- Come, non mi riconosci, sono il tuo padrino-. Disse ridendo.
- Il mio padrino? Da quando io ho padrino, è già tanto se so che mio padre è un tipo ricco a cui non gliene frega niente di me-. Esclamai io cominciando ad innervosirmi.
- Sam, tu sai chi è tuo padre, quello vero?-.
- No, ho ricevuto solo una sua lettera con all'interno un indirizzo e le chiavi di casa e un po' di soldi-. Dico.
- Sam, sei figlia di mio fratello, sei figlia di Loki-. Mi svelò.
- Cosa? È impossibile-. Esclamai sgranando gli occhi e imponendomi di non dare di matto.
- Fidati, prima di scomparire mi ha chiesto di proteggerti, eri l'unica cosa a cui teneva. Mi ha nominato tuo padrino-. Mi spiegò pazientemente.
- E mia madre? Non l'ho mai conosciuta-. Chiesi.
- È morta dandoti alla luce-. Disse.
Lo guardai con la bocca aperta, per poi abbassare lo sguardo. Chiusi gli occhi e impedii alle lacrime di uscirmi dagli occhi: dovevo mostrarmi fredda, come se non avessi un cuore.
- E ora che faccio? Torno a casa come se non fosse successo niente e continuo con la mia vita?-. Chiesi alzando lo sguardo e guardandolo negli occhi.
- No, sento che i tuoi poteri iniziano ad aumentare e dobbiamo tenerti d'occhio-. Mi disse Thor.
- Sto qui su questa sedia?-.
- Sam, seguimi, ti mostro la camera che utilizzerai mentre starai qui con noi-. Disse dolcemente la Vedova Nera.
Annuì e la seguì fino ad arrivare davanti ad una porta verde.
- La tua stanza, ora capisco perché Thor ha chiesto a Tony di fare questa stanza-. Mi disse.
- Grazie-. La ringraziai senza far trasparire le mie emozioni dalla voce.
- Se hai bisogno di qualcosa, che siano vestiti o hai solamente bisogno di parlare io ci sono. È un po' difficile vivere con soli ragazzi, ma ci farai l'abitudine-. Mi consolò.
- Grazie-. Dissi, questa volta sorridendo.
- Di niente-. Dopo queste parole se ne andò e io rimasi da sola in quella stanza. Aveva tre pareti verdi e una nera. C'era un letto posto in mezzo alla parete nera, anche quello era verde, ma di un verde scuro. Alla destra del letto c'era una scrivania scura con una sedia e alla parete opposta a quella del letto un grande mobile, anch'esso nero.
Era bella, molto bella. Per di più il nero e il verde erano i miei colori preferiti.
Misi il mio zaino accanto alla scrivania e aprii le tende e notai che la finestra era molto grande ed entrava molta luce, ma era anche molto alta, brutto segno.
Io soffrivo e soffro di vertigini e guardare la città da quella altezza di certo non mi sarebbe servito a superare la mia paura più grande.
Un fitta alla testa mi fece cadere a terra. Era un dolore insopportabile, mi sembrava che la testa stesse per esplodere. Cercai di regolarizzare il respiro, ma il dolore era talmente forte che l'unica cosa che riuscii a fare fu gridare. Non ricordo per quanto tempo rimasi così, ma ad un certo punto tutto si fece nero, per poi diventare bianco.
*****
In mezzo a quello spazio bianco comparve una figura maschile. Aveva i capelli neri come i miei e gli occhi emanavano una luce verde.
- Samirah, che piacere vederti, sono riuscito a creare un minimo passaggio per raggiungerti. Sono molto debole, ma tu non hai mai lavorato sul difendere la tua mente, quindi è stato relativamente facile riuscire a contattarti-. Mi disse.
- Chi sei e cosa vuoi da me?-. Chiesi io.
- Samirah cara, non mi riconosci, sono tuo padre. Sono Loki. E da te voglio il tuo potere, sei molto più forte di quanto pensi, hai la mia forza nel manipolare la mente e dentro di te hai il potere dell'intero oceano grazie a tua madre-. Mi spiegò.
- Cosa ne sai di me, io sono una semplice ragazza-. Gli rispondo.
- No, tu sei mia figlia-.
*****
Mi svegliai di soprassalto. Ero su un lettino bianco. Ero stata portata in una stanza che al posto dei muri aveva dei vetri. Non mi andava di rimanere così poco protetta.
Mi alzai, ma le gambe mi cedettero e caddi per terra, e ti pareva che la mia maledetta goffaggine non venisse fuori.
Mi rimisi in piedi e uscii da quella stanza per ritrovarmi nel salotto dove avevo scoperto di essere figlia di Loki. C'erano Steve, Tony, Natasha, Thor e Peter, quest'ultimo sembrava molto annoiato, ma allo stesso tempo preoccupato. Thor continuava a blaterare che dovevano proteggere qualcuno o qualcosa, ma lo stava dicendo in modo piuttosto incazzato, mentre gli altri tre avevano le facce pensierose.
Tossicchiai per farmi notare. Tutti si girarono in contemporanea verso di me.
- Sam, stai bene-. Mi chiese Peter alzandosi e venendomi incontro.
- Si, un po' di mal di testa e basta-. Dissi in un sussurro.
- Samirah, cosa è successo?-. Mi chiese Steve facendomi segno di sedermi su una sedia.
- Ero in camera e ad un certo punto ho avuto una fitta fortissima alla testa. Il dolore è aumentato e poi è scomparso del tutto quando sono svenuta. Poi è comparso un uomo che diceva di essere Loki e mi ha detto che vuole il mio potere e che sono molto potente-. Spiegai.
- Dobbiamo proteggerla, non si sa mai cosa potrebbe fare quel dannato di mio fratello-. Esclama Thor.
- Samirah, cosa ti ha detto precisamente Loki sul tuo potere?-. Mi chiede Tony.
- Che ho la sua forza nel manipolare la mente e che dentro di me ho il potere dell'oceano grazie a mia madre-.
- Sam, tu non puoi lasciare questo palazzo senza che Peter sia con te, capito-. Mi ordinò Thor.
- Perché? Che cazzo sta succedendo?-.
- Per ora non posso dirtelo-.
- Thor, ti prego, dimmi cosa sono e cosa c'è di diverso in me-. Lo supplicai.
- Sam, ogni cosa ti sarà detta, ma non ora, non in questo momento-.
Spalancai gli occhi. Non mi voleva dire nulla. Per di più su cose che riguardavano me stessa, ero fumante di rabbia per questo gridai un:
- Vaffanculo-. E me ne andai nella camera che mi è stata affidata.

La Figlia Di LokiWhere stories live. Discover now