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My father told me when
I was just a child.
These are the nights that
never die
~The Nights, Avicii


Il rombo dell'aereo risuonava come un rumore tamponato. Mi svegliai lentamente appena una voce non identificata iniziò a parlare, annunciando che l'aereo sarebbe atterrato da lì a poco.
Recuperai le mie cose, un fruscio di parole pronunciate, voci e sorrisi estasiati avevano preso in controllo fra i sedili. Tutti prendevano le proprie valigie e con ordine uscivano uno ad uno dall'aereo.
La robusta donna al mio fianco non accennava a segni di vita, russava e la benda notturna nera era spostata dai suoi occhi.

Sbuffai, mi alzai a fatica, con il collo indolenzito e il freddo dell'aria condizionata impregnato sulla pelle, sorpassai la donna con abili gesta da ginnasta quale non ero.
Afferrai il manico dei miei due trolley, poi mi occupai svogliatamente di svegliare la mia compagna di viaggio, che ora stava iniziando a russare.
Dopo aver ricevuto un occhiataccia dalla bionda dallo sguardo felino, barcolla fino all'uscita, e quale sensazione migliore di poter tornare con i piedi per terra.

Non era la prima volta che prendevo un aereo.
Da piccola facevamo spesso viaggi in famiglia, quanti più possibili. Nei periodi estivi non stavamo mai fermi, si saltava da un parte all'altra del mondo. La mia meta preferita era sempre stata l'Europa. La Francia, per essere più precisi.

Questo fu fino alla scomparsa di mio padre, da lì il periodo di innocenza e ingenuità finì, seguendone uno più scuro.
Come si supera il dolore della morte dell'amore della tua vita? forse questa non è la domanda che qualcuno dovrebbe porre a mia madre.
Ci sono vari modi per superare la tristezza, modi che io non ho mai compreso.
Secondo mia madre, l'alcol, le sigarette e la rabbia, ricoprono ogni soglia di dolore.

Come un vecchio telo bianco che ricopre i mobili di una casa abbandonata da tempo. Ecco, il dolore rimane nascosto lì sotto, pieno di polvere, pieno di rancori, pieno di emozioni mai esposte.

Fortunatamente ci vogliono circa due ore da Miami ad Outer Banks.

Finii per visitare l'aereoporto, inizialmente alla ricerca della persona che mi avrebbe ospitato a casa propria nei messi successivamente, poi mi ritrovai a cercare un distributore di cibo.
Ero totalmente persa, fin quando trovai il distributore vicino alle grandi porte vetrate d'uscita. E lì riconobbi mia zia.

Era incredibile la somiglianza tra lei e mia madre, mi sembrava di rivedere la stessa donna di qualche anno prima, sorridente, raggiante e lucida.
Dei lunghi capelli possi e curati le cadevano sulle spalle, a finire poco prima del petto.
Reggeva un piccolo foglio con su scritto "Allie Blevins".

"Ciao zia" salutai dolcemente la donna prima di esser travolta in un abbraccio.

"Oh tesoro, alle isole sei mancata tantissimo" si appese al mio collo, era di qualche centimetro più bassa di me, la vidi alzarsi in punta di piedi per stringere fra le sue braccia tutta la mia figura

"Come sei cresciuta, ti avevo lasciata che eri un piccolo batuffolo di occhi chiari e codini, e ora, beh guardati" si staccò rapidamente dall'abbraccio e mi squadrò da testa a piedi.
Riuscii a scorgere la felicità nei suoi occhi, divenuti due piccole fessure, le labbra arricciate.

***

Guardavo fuori dal finestrino della macchina, il paesaggio era mozzafiato, sarà forse il mio amore per le piccole città sperdute ricche di storia, di quelle città che vanno esplorate, quelle città che ti fanno vivere emozioni a più finire, quelle città nelle quali si corre e si scappa dai problemi della realtà.
O forse era per il mare e il calore nell'aria che lasciano i raggi del sole.

The Ring of Fire | Outer BanksWhere stories live. Discover now