Sempre un peso

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Non avevano più tempo, dovevano inevitabilmente correre fuori dall'edificio e cercare di raggiungere il prima possibile la villa residenziale

Avevano appena ricevuto l'avviso dalla squadra rimasta la di intrusi all'interno della casa e non di semplici ladri, ma di veri e propri assassini organizzati che senza scrupoli stavano uccidendo chiunque si trovasse sulla loro strada

"lo avevo detto che tutto questo mi puzzava!" disse urlando frustrato Siro che correva al suo fianco

Non erano riusciti a trovare nessuno nell'edificio e ormai i vigili del fuoco sarebbero arrivati a breve.

Non erano nemmeno riusciti a identificare gli uomini all'interno della villa e soprattutto ormai non ricevevano più informazioni dai componenti della squadra stanziata lì e non solo perché sia Cecilia che la maggior parte degli uomini avevano gli auricolari ormai inutilizzabili, ma anche perché dall'altro lato non c'erano segnali.

Saranno tutti morti? Sicuramente per arrivare a fare una cosa del genere bisogna essere dei veri pazzi con nulla da perdere ma soprattutto vuol dire aver organizzato tutto da anni



Ci avevano messo all'incirca tre minuti a raggiungere la villa, quasi un terzo del tempo che ci si impiegherebbe rispettando i limiti di velocità, e appena arrivati la villa sembrò completamente deserta.

Una squadra, la terza, era stata lasciata all'edificio ancora in fiamme ad attendere i soccorsi e così ormai non erano che rimaste due squadre operative. Sicuramente le prime due erano le migliori e più di tutte avevano margini di riuscita, ma bisognava tenere in considerazione che in totale erano comunque solo una trentina di uomini e che per la maggior parte non potevano comunicare tra loro a causa della rottura degli auricolari causata dal calore dell'incendio.

"state veramente attenti, qui la situazione è grave, dobbiamo subito mettere in salvo il signore!" concluse Kilgore prima di lasciarli entrare nella villa

Cecilia non aveva smesso di pensare un secondo a Iyana e sperava con tutto il cuore di riuscire a raggiungerla prima di quegli uomini.

"Siro, ho da chiederti un favore" disse mentre saliva le scale al suo fianco

Sapeva bene che lei non sarebbe potuta andare dalla giovane, come capo della seconda squadra doveva essere una delle prime a dirigersi da Krause, ma comunque non aveva intenzione di abbandonarla. Già si immaginava quanto poteva essere spaventata se quegli uomini l'avevano raggiunta e lasciarla sola era l'ultima cosa che voleva

"va da Iyana, nella mia stanza" concluse voltando lo sguardo verso il ragazzo

"si, lo immaginavo" rispose sospirando dandole una leggera pacca sulla spalla

"so già che non riuscirei a convincerti ad invertire i ruoli quindi... sta attenta e... ti prego di scappare se le cose dovessero farsi troppo pericolose" concluse il giovane accarezzandole la spalla prima che ognuno si allontanasse nella propria direzione.

Occupati di lei



Sarà rimasta di fianco al water per almeno una decina di minuti dopo essere riuscita a smettere di vomitare e piangere. Non aveva il coraggio di uscire dal bagno perché sapeva bene che rivedendo quel corpo probabilmente sarebbe nuovamente corsa a vomitare. Non sapeva nemmeno se sarebbe dovuta scappare oppure no. Quegli uomini non l'avevano toccata, eppure rimanevano assassini e se fosse scappata e l'avessero rincontrata l'avrebbero ancora risparmiata?

"ragazzina, sei qui?" sentì una voce maschile e istintivamente si spinse contro la parete per cercare protezione

A sbucare dalla porta del bagno però non fu uno degli uomini mascherati ma bensì il ragazzo con cui Cecilia era andata via qualche tempo prima

"eccoti, stai bene?" gli chiese squadrandola e cercando eventuali segni di lesioni.

Iyana si limitò ad annuire e si sentì sollevata dalla presenza di quella faccia per lo meno famigliare e non nemica.

"e Cecilia?" gli chiese non appena collegò che se lui fosse qui probabilmente anche la corvina lo sarebbe stata

"si sta occupando di una cosa, noi però dobbiamo rimanere qui..." rispose il ragazzo sedendosi con le spalle al muro al lato della porta del bagno, proprio di fronte alla giovane

Aveva tutti i vestiti sporchi di una sostanza nera, probabilmente fuliggine, che gli macchiava anche leggermente il viso.

"mi sai dire che è successo qui?" gli chiese indicando con lo sguardo la camera

"sono arrivati dei tipi... avevano un passa montagna sul volto e poi... non lo so nemmeno io... è arrivato quel tizio e senza pensarci due volte l'hanno fatto fuori" rispose Iyana cercando di fare chiarezza sui fatti, senza molto successo.

"parlavano in modo strano, continuavano a dire che siete delle merde... voi della sicurezza... e che io dovrei saperlo bene... e poi cercavano James... e uno dei due si chiamava Ho P... P qualche cosa... forse P'eng?" riprese cercando di tirare fuori tutte le informazioni che aveva raccolto in quegli attimi spaventosi. Come non c'era chiarezza nei suoi pensieri, non ce n'era nemmeno nelle sue parole e per questo non si aspettava di certo che il ragazzo la capisse

" P'eng hai detto?... forse so di chi si tratta..." rispose l'uomo grattandosi la nuca.

Dalla sua espressione Iyana poté capire che era piuttosto preoccupato e per questo voleva saperne di più. Se Cecilia non era lì con loro non voleva forse dire che stava andando da quel tipo? Lei meglio di tutti aveva potuto vedere l'odio che quegli uomini nutrivano per i componenti della sicurezza e Cecilia era una di quelli.

"dimmi cosa sai di quel tipo" disse la giovane deglutendo più volte per raccogliere coraggio e controllo

Il ragazzo non rispose nulla continuando a fissare il pavimento e in quel momento Iyana ricordò il suo nome

"Siro, giusto? Ti prego dimmi quello che sai... non potrò essere di aiuto ma se Cecilia è in pericolo..."

"hai detto bene, non puoi essere di aiuto" la interruppe l'uomo alzandosi in piedi

"non so nemmeno io molto e soprattutto non so nemmeno se quello che so c'entri con questa storia, Cecilia mi ha mandato qui per proteggerti rinunciando così al mio aiuto e non posso permetterti di fare cose avventate"

"non farò nulla... non mi muoverò da qui, non voglio di certo mettere ancora più in difficoltà Cecilia..." rispose Iyana sospirando rassegnata ad essere ancora una volta solo che un fastidio per gli altri.

Come al solito Cecilia la trattava come un soprammobile da proteggere a tutti costi e, non ostante sapesse bene che anche quello faceva parte del suo compito di padrone, la faceva sentire impotente e inutile

"da quello che so qualche anno fa una ragazza che faceva di cognome P'eng aveva chiamato in tribunale Krause per stupro... perse la causa e poco dopo fu trovata morta... suicidio da quello che ricordo" raccontò Siro appoggiato allo stipite della porta

"quindi quel ragazzo potrebbe essere un suo parente? Ma perché ce l'ha con voi... posso capire con James ma la sicurezza... perché uccidere tutti quegli uomini?"

Si chiese Iyana ad alta voce mentre ripensava alla scena di poco prima. Quegli uomini non uccidevano solo per proteggersi, uccidevano perché era quello il loro obiettivo e proprio per questo non riusciva a capirli

"noi della sicurezza siamo il braccio di James... quindi se quell'uomo fosse davvero un parente di quella ragazza allora ci vorrebbe morti proprio in quanto artefici del volere di Krause" rispose Siro rigirando fra le mani il coltello che aveva appena estratto dalla fodera allacciata alla cintura.

Non riusciva proprio a inquadrare la situazione: perché mai voler uccidere proprio chi non è la mente delle azioni che compie? Poteva capire l'odio nei loro confronti ma si limitavano a eseguire degli ordini e poi non erano certo stati loro a stuprare la ragazza.

"perché... perché cazzo il tuo tatuaggio sta scomparendo?" chiese Siro avvicinandosi velocemente a Iyana e afferrandole il collo per osservare meglio

"cazzo!" urlò prima di uscire correndo dal bagno

Iyana si sollevò velocemente in piedi osservando la sua immagine nello specchio.

Se il simbolo del loro legame stava scomparendo non significava forse che il legame stesso si stesse lacerando piano piano?

La stanza del legameWhere stories live. Discover now