29 || Brutte notizie

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Draco's pov

Io e Hermione camminiamo verso l'ufficio della preside perché vuole parlarmi.
Non mi sembra di aver fatto qualcosa di male ultimamente, quindi non so minimamente perché mi trovo qui adesso, seduto davanti alla scrivania colma di libri e fogli sparsi ovunque.

«Volete un biscotto?»
Chiede, come sempre, la professoressa stranamente gentile.
Non sono abituato a questa versione della McGranitt, sono abituato a vedere la donna severa e precisa, non una donna che si comporta come una madre.
Tuttavia non mi dispiace, anzi, decisamente la preferisco così.

Rifiutiamo l'offerta dell'insegnante che non sta insistendo come fa di solito.
Adesso sono seriamente preoccupato, chi è questa donna e cosa ne ha fatto della preside che conosco?

«Signor Malfoy mi dispiace dirglielo così, ma non trovo altre parole»
Che cosa sta succedendo?
Hermione mi stringe la mano e mi accarezza il dorso col pollice.
Meno male che c'è lei.

«Questa mattina sua madre è stata ritrovata nel suo letto dal vostro elfo domestico che le stava portando la colazione. Non respirava. Mi dispiace Draco, lei non c'è più»

Lei non c'è più.

La donna che mi ha cresciuto.
La prima persona che ha visto del buono in me, l'unica che c'è stata quando tutto andava a rotoli.

Non c'è più.

Un dolore straziante mi invade il petto e si espande in tutto il resto del corpo.

Le lacrime stanno per scendere ma no, non voglio piangere. Io sono forte.

Sarei dovuto morire io al suo posto.
Lei non lo meritava.
Lei doveva vivere, esplorare il mondo, doveva almeno conoscere Hermione.

Hermione.

La ragazza che è al mio fianco non mi ha lasciato la mano. Non mi ha abbandonato. È qui, con me.

Si sta alzando e mi sta abbracciando e la professoressa non ci dice nulla. Sa che ho bisogno del suo conforto.
Ho bisogno di lei adesso più che mai.

Non dice nulla.
Mi sta semplicemente stringendo tra le sue braccia, questo mi basta.

Hermione's pov

Lei non c'è più.

Draco è distrutto. Non piange, ma dovrebbe.
Non può trattenere tutte le sue emozioni, deve sfogarsi.

La McGranitt non è stata severa come al solito. Non mi ha detto nulla quando ho abbracciato Draco, per quello che mi era possibile visto che è seduto.

Una volta alzati non gli ho lasciato la mano neanche per un secondo, non lo lascerò solo.

Arrivati nella Sala Comune dei Serpeverde mi dà un bacio sulla guancia e mi saluta dicendo che vuole stare solo.

Ricambio il suo saluto con riluttanza e mi giro per andarmene. Poi ci ripenso. Ha bisogno di me. Anche se non mi vuole tra i piedi io starò al suo fianco.

Lo raggiungo velocemente e lo trovo sdraiato a pancia in giù sul suo letto.
Sento un singhiozzo che mi fa rabbrividire.

Mi siedo accanto a lui e gli accarezzo la testa.
Non se ne rendo conto subito e così mi lascia fare. Poi si alza e mi guarda dritto negli occhi.

«Hermione va via»
Cerca di essere forte ma la voce è carica di dolore.
«No, io resto qui»

«Granger va via»
Deglutisco sentendo che ha pronunciato il mio cognome. Ma comunque non mi sposto.
Scuoto la testa non interrompendo mai il gioco di sguardi che si è creato.

«Per favore. Non ce la faccio»
Ormai la sua voce è un sussurro.
Mi sta avvisando che non riesce più a trattenere le lacrime e non vuole farsi vedere piangere.

«Draco sfogati. Non sei debole, sei forte, molto forte. Io ti amo e resterò sempre accanto a te, che tu lo voglia oppure no»
Mi accenna un debole sorriso e mi abbraccia forte.

Appoggia la testa nell'incavo del mio collo e piange.

Non mi importa se mi sta riempiendo di lacrime e mi sta sporcando i vestiti.
Non mi importa se al momento sto per cadere perché il peso del suo corpo è troppo per me.

Lo stringo e gli lascio tanti baci tra i capelli.

Restiamo attaccati per non so quanto tempo.
Il primo a interrompere l'abbraccio è lui.
Mi guarda e si asciuga le lacrime con la manica della felpa.
«Grazie»
Mormora provando a sorridere.
In risposta lo bacio a stampo.
Le sue morbide labbra, che di solito sanno di menta e di fresco, adesso sono salate a causa delle lacrime.

Si stende sul letto e io accanto a lui.
Mi posizione sul suo petto e mi faccio coccolare.

«Lei era una donna fortissima»
Dice a un certo punto.
Io alzo lo sguardo e incrocio il suo. Lo ascolto mentre parla di sua madre.

«È stata la prima persona a credere in me. Quando tutto andava male lei era con me.
Le sue braccia erano come un porto in cui ripararsi dalla pioggia. Mi stringeva forte, mi accarezzava la guancia e mi ripeteva che andava tutto bene»

Adesso qualche lacrima è scesa anche dai miei occhi.

«Una volta, quando ero piccolo, mi aveva comprato un libro babbano che amavo da impazzire. Tutte quelle immagini colorate, le parole scritte in modo stravagante, insomma lo amavo. L'ho ringraziata un milione di volte. Lei mi ripeteva sempre che era solo un libro ma per me era molto di più. Mi rispecchiavo nel personaggio principale, un bambino che amava la sua mamma. Il protagonista perse sua madre a causa di una malattia e io mi reputavo fortunato perché la mia mamma era ancora con me. Ed ero molto fiero di lei. Quando andavamo in giro mi vantavo con gli altri bambini e dicevo "Guardate la mia mamma, lei è la migliore di tutte, mi ha regalato questo libro bellissimo". Loro spesso ridevano di me, ma non mi interessava, perché sapevo che avevo ragione, la mia mamma era la migliore di tutte»

Adesso le lacrime scendono e non faccio nulla per fermarle.
Mi si sta stringendo il cuore.

«Quando mio padre scoprì di quel libro babbano lo distrusse e piansi per settimane. Non so se era per il libro in sé, ma per il fatto che me lo aveva regalato mia madre. L'ho odiato per quello che aveva fatto e non mi sono fatto problemi a dirglielo. Gli urlai che era solo un insensibile e che non capiva un sentimento profondo come l'amore. Lui non la prese affatto bene. Per la prima volta in vita mia sentì un dolore fortissimo, mi aveva lanciato la maledizione Cruciatus. Mia madre intervenì per proteggermi e così lui ha spostato la sua attenzione su di lei. Da quel giorno mia madre ha continuato a proteggermi e spesso hanno litigato per colpa mia»

Alla fine del suo racconto rimango senza parole. Come si può essere così insensibili? Privi di emozioni?
Mi dispiace davvero tanto per Draco, per tutto quello che ha dovuto passare.

«Mi dispiace tanto»
Mi stringo ancora di più a lui che non smette di piangere.
«Ti amo Hermione»
La voce è rotta dal pianto. Mi alzo per guardarlo negli occhi gonfi.
«Anche io ti amo»

Cosa provi per me? || Dramione Where stories live. Discover now