5 || Non pensarci

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Draco's pov

Ma quanto sono stupido!
Sono stato debole, le ho permesso di rispondermi di nuovo, come se fosse una cosa del tutto normale.

È notte, non riesco a prendere sonno.
Sono seduto sul mio letto e fisso il vuoto.
Non penso a nulla, non riesco a concentrarmi su nulla, provo solo tristezza.

Chiudo gli occhi per trattenere le lacrime, non c'è nessun motivo però. Mi alzo perché non sopporto più questo buio, mi fa impazzire.

«Ma dove vai? È tardissimo?» Evito il mio migliore amico ed esco.
Giro per i corridoi, cammino lentamente, con le mani nelle tasche della divisa, infatti non ho nemmeno indossato il pigiama.

Mi fermo solo davanti alla Torre di Astronomia. Prendo in mano il pacchetto di sigarette, che mi aveva dato Blaise. Penso che sia l'unico oggetto babbano che non disprezzo.
Accendo la sigaretta con quello strano accendino, o come si chiama, e la porto alle labbra.

Fisso il panorama in lontananza senza mai cambiare espressione. Non so quanto tempo dopo sento dei rumori. Mi nascondo immediatamente.

«Malfoy? Che ci fai qui?» Non ci posso credere, di nuovo lei. Cerco di evitarla e la incontro anche di notte.
«Posso farti la stessa domanda sanguesporco» Sputo acido. Lei rimane in silenzio, evidentemente si è resa conto che non ho tutti i torti.

Continuo a fumare la mia sigaretta e lei non spiccica parola. Si limita a guardarmi ogni tanto e io ricambio le sue occhiate.

«Vado in stanza» Mi informa quasi subito, ma io la blocco. «Che ti è successo?» Le chiedo senza pensarci, avevo bisogno di una scusa per continuare a parlare. Lei si gira e mi guarda male. «Cosa è successo a te Malfoy?» Poso lo sguardo sulle sue labbra. Lei se ne rende conto e serra la mascella. Distolgo lo sguardo imprecando nella mia mente.
Resto in silenzio, non so davvero cosa dire.
Lei sorride, è un sorriso falso, so riconoscere i sorrisi falsi. Mi impongo di pensare ad altro, così mi volto e vado via.

Sono un'idiota! Sono un perfetto idiota!
Ma cosa mi salta in mente? Come mi devo comportare domani? Ma che cosa mi sta prendendo? Le stavo fissando le labbra! E lei se ne è resa conto!

Torno silenziosamente nella mia stanza e mi catapulto in bagno. Ho bisogno di un'altra doccia. L'acqua calda mi aiuta a pensare, a riflettere. Oggi infatti ha anche placato quegli strani pensieri sulla Granger, che però sono tornati di nuovo nella mia testa.

Ormai la mattina si sta avvicinando, io non ho chiuso occhio. Ho un aspetto orribile, ma non ci faccio troppo caso, non mi importa nulla di quello che pensano gli altri.

Mi alzo e aspetto che Blaise si svegli.
Giro per la stanza con le mani tra i capelli. Sono preoccupato per mia madre, dopo la morte di mio padre lei non riesce ad essere felice. Ho paura di quello che potrebbe fare.

Sbuffo sonoramente.
Il mio migliore amico si sveglia e io lo saluto velocemente. Indosso la mia divisa e sono pronto per affrontare un'altra noiosa giornata. Odio questa scuola, le giornate sono sempre uguali.

Scendo per andare a fare colazione, ma non mangio nulla. Rimango in silenzio, con un ghigno stampato in faccia, come sempre. La maggior parte delle volte però è finto, ghigno solo perché è quello che gli altri si aspettano da me, non che me ne importi, ma tutti, compreso me, sono abituati a quest'espressione.

Appena vedo la Granger alzo gli occhi al cielo e abbandono la Sala Grande, meno la vedo meglio è.
Vederla sorridere mi fa quasi arrabbiare, odio ammetterlo, ma mi arrabbio perché quei suoi sorrisi sono rivolti a Weasley e Potter, sono così stupidi.
«Non pensarci Draco» Mi ripeto.

«Oggi c'è il Lumaclub» Mi avvisa Blaise mentre fissa il vuoto. Mi giro di scatto.
«Quindi oggi vedi la mezzosangue?» Lui fa una faccia strana. «Come lo sai?» Io alzo le spalle e deglutisco. «E anche Potter, la Weasley, Paciock» Aggiunge guardandomi. «Si anche loro» Abbasso lo sguardo e chiudo gli occhi.
Perché ho pensato subito a lei?
Probabilmente voglio vederla, è da parecchio che non la insulto, e con parecchio intendo un giorno.

Com'è che si dice? Parli del diavolo e spuntano le corna. Lei sta uscendo dalla grande porta della Sala Grande, con un libro sotto al braccio, come sempre. Sto cercando di evitarla, ma me la trovo sempre tra i piedi.

«Ganger» È più forte di me, devo parlarle, non riesco a starle lontano. Mi pento subito di aver anche solo pensato a una tale assurdità. «Dove sono i tuoi amichetti?» Vedo che si irrigidisce e poi sbuffa. «Che te ne importa Malfoy?» C'è un momento di silenzio.
«Sai, mi chiedo perché tra tutte queste persone che potresti infastidire, tu scegli sempre me. Ma non hai ancora capito che le tue parole non mi sfiorano nemmeno, non più. Stai solo perdendo il tuo tempo. Sparisci dalla mia vista adesso, grazie» Io resto senza parole, non so davvero che dire.

«Sta attenta sanguesporco, potresti pentirti di quello che hai appena detto» La prima cosa che mi è venuta in mente, sul serio.
«Io ne dubito» Ma perché è così convinta? Mi manda fuori di testa. Mi avvicino a lei, esattamente come ieri sera. «Non giocare con il fuoco» Le sussurro nell'orecchio. Lei rabbrividisce e io ghigno. «Levati» Sono le ultime parole che pronuncia, mi scanso bruscamente e lei se ne va.

Non so spiegare ciò che provo in questo momento. Sono un po' sorpreso, un po' disgustato e, non so perché, fiero. Ma fiero di cosa? Oppure fiero di chi? Spero non di lei.

Decido di parlarne con il mio migliore amico.
«Blaise mi sta facendo impazzire»
Lui sorride e basta.
«Che grande aiuto Zabini, grazie mille»
Adesso stiamo andando in biblioteca, non so nemmeno perché.
«La odio, la odio davvero» Lui non sembra convinto e, ad essere sinceri, neanche io lo sono.

Quando mi risponde in quel modo il cuore, ammesso che io ne abbia uno, comincia a battere talmente veloce che a volte temo che possa uscire dal petto. Mi piace sentire la sua voce, mi piace osservare i suoi occhi, mi piacciono i suoi capelli. È una bella ragazza, ovviamente, ma non è adatta a me.

«Ti prego parla con lei oggi» Supplico il mio migliore amico.
«Prima di tutto, perché? Seconda cosa, Draco Malfoy mi sta seriamente pregando?» Mi sbatto una mano sulla fronte guardando la sua faccia ironica e sorpresa allo stesso tempo. Annuisco poco convinto.
«Va bene, mi devi un favore»
«Sarà fatto»

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