Casino al casinò

Start from the beginning
                                    

Accompagnati da quel signore però, i fratelli Blackthorn sembrarono ricevere una sorta di pass per attraversare quella porta. Dall'altra parte le luci soffuse davano l'impressione di essere persi nel tempo e quello che restava era il divertimento. Due guardie del corpo li accolsero subito e dopo un veloce controllo, li lasciarono passare. I due fratelli iniziarono a camminare tra i tavoli, dove i giocatori più incalliti erano chini e attenti alle loro partite.

"Secondo te dove possiamo aggiungerci?" chiese Livvy esaminando i vari tavoli.
"Non lo so, non mi sembra che vogliano giocare con noi" ammise Ty, notando lo sguardo duro di molti uomini seduti ai tavoli.
"E perché mai?" domandò Livvy.
"Perché siamo molto più giovani di loro" disse Ty alzando le spalle.
"Siamo abbastanza grandi per entrare - disse, anche se le carte di identità che avevano usato erano false - perciò dovranno accettare che gli faremo il culo a strisce"
"Stiamo solo attenti a non sceglierci il tavolo con il Padrino"

Alla fine, scelsero un tavolo alla quale giocavano a poker. Erano soltanto loro due, un uomo dai capelli chiari e l'abbronzatura spray arancio sulla pelle ed una donna dall'aria poco intelligente ma con un fisico molto attraente. Doveva essere lì soltanto per accompagnare l'uomo. I due shadowhunters consegnarono al mazziere una mazzetta e lui fornì in cambio le fiches ai due ragazzi. Questi si guardarono attorno con un po' di circospezione per poi giocare. La prima mano fu favorevole, ma decisero comunque di non rischiare con la seconda. Il loro gioco silenzioso fu interrotto soltanto quando fu l'uomo arancio a parlare.

"Cosa ci fanno due giovani shadowhunters in un casinò a Los Angeles? Il Clave generalmente non si occupa di queste cose" disse un uomo lì al tavolo con loro. Ty e Livvy ne rimasero sorpresi: avevano coperto i marchi visibili con un po' di fondotinta, ma questi in teoria non dovevano essere già alla portata della vista dei mondani. Quell'uomo doveva assolutamente appartenere al mondo invisibile.
"Noi non siamo il Clave" disse Livvy cauta. I gemelli puntarono.
"Voi siete il Clave solo quando vi fa comodo... e poi vi chiedete anche come mai vi attirate il dispetto di tutti" continuò lui. I due gemelli Blackthorn alzarono le spalle in risposta, giocando il loro turno. "Non sarete il Clave, ma sarete sicuramente troppo giovani per entrare in un casinò" disse l'uomo. Anche questo sorprese molto i due ragazzi, i quali erano sicuri di non poter essere scoperti.
"Abbiamo più di 21 anni" sostené Livvy, riferendosi a quanto scritto nella carta d'identità falsificata. L'uomo giocò il suo turno.
"Tutti qui l'hanno capito che non è vero. Chiedetevi come mai sono stato l'unico a giocare con voi da quando siete entrati" disse sarcasticamente l'uomo.
"Perché sei stato l'unico?" chiese innocentemente Ty. Livvy gli tirò una leggera gomitata e disse: "È stato sicuramente un caso"
"No, non voglio minorenni nel mio locale. In realtà volevo spaventarvi un po'" disse lui ai due ragazzi, sorridendo e rivelando un pacchiano dente dorato.
"Beh, non ci sei riuscito" disse sfacciata Livia. Ty scoprì la mano vincente del gioco sul tavolo e il sorriso dell'uomo si spense, doveva aver creduto di aver la vittoria in pugno.
"Ora basta coi giochetti, andatevene" disse improvvisamente spazientito.
"Quanto è triste perdere contro due "ragazzini"?" lo prese in giro Livia.

L'uomo con un gesto della mano chiamò a sé degli uomini. Era stufo di aspettare e di avere i due shadowhunters nel suo locale e aveva trovato una possibile soluzione al problema. Ty scattò e spinse all'indietro sulla poltroncina l'uomo, facendolo ribaltare. Intanto il mazziere (che fino a quel momento sembrava non aver ascoltato di proposito la conversazione) tentò di afferrare Livvy, ma questa con un balzo lo schivò saltando sopra il tavolo. Le carte e le pedine volarono tutte per aria e tutto intorno la gente iniziò a gridare scontenta. L'uomo tentò di afferrarle la caviglia, ma la ragazza saltò di nuovo in aria, per poi pestargli la mano con il suo piede. Lui gridò e Livvy ne approfittò per saltare da un tavolo all'altro generando il caos all'interno del casinò. Tra la gente che la inseguiva per tentare di afferrarla, c'era anche Ty che tentava di tenere il suo passo. Arrivata a un tavolo di bigliardo, prese le palle colorate ed iniziò a tirarle addosso agli uomini che la inseguivano. Ty invece afferrò una stecca ed iniziò a colpire le persone attorno a lui facendo roteare l'arma improvvisata. Non si erano portati spade angeliche, e anche volendo non avrebbero potuto usarle su quei mondani.

Finite le munizioni, Livia saltò giù dal tavolo. Un uomo tento di saltarle addosso, ma lei fu più veloce e lo evitò. Andò a posizionarsi vicino a un altro tavolo, prese il telo verde che fungeva da tovaglietta e con un gesto quasi teatrale fece volare tutte le fiches per aria. Con il telo verde avvolse l'uomo che prima aveva tentato di afferrarla, disorientandolo.

"L'uscita è da quella parte" gridò al fratello, indicandogli le tende da cui erano passati per arrivare lì. Tiberius annuì silenziosamente e finì di spaccare l'asta da biliardo sulla coscia di un assalitore, facendolo inginocchiare.
"Credi ce ne siano altri?" domandò il fratello, muovendosi velocemente per raggiungere la ragazza. Proprio in quel momento, un'altra coppia di uomini attraversò le tende scarlatte. Benché la stanza fosse poco illuminata, indossavano entrambi gli occhiali da sole e uno smoking nero. Non ci impiegarono molto a trovare i due Blackthorn.
"Andiamocene, e alla svelta" ribadì il concetto Livia.

Districandosi tra i tavoli, furono presto raggiunti dai due uomini. Assieme i due gemelli afferrarono un piccolo tavolo rotondo e lo ribaltarono verso di loro.
"Fermi!" gridarono questi, proteggendosi dai dadi volanti, ma i due ragazzi non gli diedero ascolto. Spinsero i due uomini e la runa della forza brillò sulle loro braccia. Lasciandosi una scia di caos alle spalle, Ty e Livvy sbucarono aldilà della tenda scarlatta, proprio dietro alle macchinette a gettoni. Lì della gente li guardava un po' stranita, ma non impiegarono molto a perdere interesse.

"Questo a Julian non lo raccontiamo" disse Livvy al fratello, mentre ancora correvano all'interno del casinò.
"No, non glielo diremo" rispose Ty, seguendo la gemella.
La porta del casinò stranamente non fu chiusa e grazie ad altri spintoni tra la gente, i due non ci impiegarono molto a raggiungerla. Corsero fuori senza guardarsi indietro e ridendo per il casino appena creato. Ora non rimaneva che arrivare all'istituto prima che si accorgessero della loro sparizione.


Spazio autrice
Salve a tutti! Come sempre, vi ricordo di votare questo capitolo se vi è piaciuto e di commentare su qual è stata la vostra parte preferita e qual è il vostro personaggio preferito fino ad ora. Sono piccole cose, ma che per me hanno un grande significato. Grazie davvero.
Come alcuni di voi avranno notato, all'inizio del capitolo ho inserito un video musicale e non le solite foto. Si, la canzone è stata scelta per la scena al casinò Lotus nel film Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - il ladro di fulmini. Grande storia, bella colonna musicale, pessimo (se non orribile) film. Non guardatelo se siete in tempo, piuttosto leggete i libri.

Ho aggiornato decisamente prima dello scadere del countdown settimanale che mi sono auto-imposta per continuare a scrivere. Questo purtroppo non significa che il 17 pubblicherò un altro capitolo (ovvero 7 giorni dopo l'ultimo capitolo pubblicato prima di questo). Il countdown riparte e (spero magari anche prima) vi aspetto il 21. 


Un istituto per te || ShadowhuntersWhere stories live. Discover now