Il prigioniero

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Jane serrò gli occhi d'istinto, pizzicandosi con foga l'avambraccio. Sono di nuovo nel mio incubo, cercò di convincersi con tutte le sue forze. Ancora qualche istante e tutto questo sparirà.

Ma, quando riaprì gli occhi, il ragazzo era ancora riverso al centro del pavimento, gli occhi neri sgranati in un'espressione di puro terrore, un rivolo di sangue che gli sgorgava dal labbro inferiore spaccato, scendendogli lungo il mento e il collo. La luce delle bacchette puntate contro il suo volto lo rendeva ancora più spettrale e cadaverico.

–Ѐ morto? – balbettò la ragazza, senza riuscire a staccare lo sguardo da lui, come ipnotizzata.

–No, ma il polso è debole e brucia di febbre – rispose Caspian, che gli si era inginocchiato accanto. – E ha un braccio rotto – osservò, indicando la strana angolatura che formava la spalla sinistra sotto il maglione.

–Ma chi è? – chiese Peter sospettoso.

–Non lo so – rispose Caspian dubbioso. – Non credo sia una delle vittime scomparse negli ultimi mesi.

–Io... credo di averlo sognato! – intervenne Jane d'istinto. Si accorse troppo tardi di aver detto una sciocchezza. Ora tutti gli occhi erano puntati su di lei.

–Oh, Jane! Ti sembra questo il momento di stare a pensare ai sogni? – esclamò a quel punto Susan con stizza. Era stata l'unica a non entrare nella cella, tenendo il volto di Lucy premuto contro il suo petto per evitare che vedesse quell'orribile spettacolo.

–Gli hanno scagliato contro la Maledizione Cruciatus – disse Neville, pallido come un cencio.

–Chiunque egli sia, la Strega Suprema deve avercela particolarmente con lui – osservò Caspian. – E non credo sia un prigioniero come tutti gli altri. Guardate questa stanza, così ampia e arredata come la camera di un aristocratico.

–Non mi piace – gemette Susan alle loro spalle. – Andiamo via, per favore!

–E lasciarlo qui? –esclamò Jane, perdendo il controllo ancora una volta.

–Non abbiamo idea di chi sia, al di fuori dei tuoi incubi! – esclamò l'altra con decisione. – Che ne sappiamo di chi è? Potrebbe essere una trappola!

–I nemici di Voldemort sono nostri amici. E, se questo ragazzo è stato rinchiuso qui sotto, arrivando addirittura a subire delle torture così atroci, un motivo ci sarà, no?

–Jane ha ragione – intervenne Peter. – La cosa migliore è portarlo con noi e fare in modo che si riprenda. In fondo, chi meglio di lui può dirci perché mai si trova qui?

–Concordo pienamente – disse Caspian.

–Sbrighiamoci, però – intervenne Neville. – Voi-Sapete-Chi potrebbe arrivare da un momento all'altro!

L'esortazione del ragazzo ebbe l'effetto di una scarica elettrica. Con un gesto repentino quanto delicato, Caspian sollevò il prigioniero tra le braccia e intimò agli altri di aprire la strada verso le scale. In un attimo, furono tutti nel corridoio, il fiato corto per la paura, terrorizzati alla sola idea di veder sbucare fuori Voldemort da un momento all'altro. Attraversarono le stanze buie della villa come in un sogno, gettandosi in una folle corsa lungo i viali ghiaiosi del parco, fino a oltrepassare il colossale cancello in ferro battuto. Presto, si trovarono a correre nell'erba alta al disotto dell'immensità del cielo stellato, il silenzio rotto solo dal frinire dei grilli. I cavalli alati erano ancora lì, aspettando pazientemente i loro cavalieri. A essi si era aggiunto un terzo palomino di Beauxbatons, evidentemente usato da Caspian per raggiungerli.

Il risveglio delle StregheWhere stories live. Discover now