Fuoco e ghiaccio

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Il sabato mattina, non essendoci le lezioni, Susan si concedeva una mezz'oretta di sonno in più. Erano trascorsi quasi due mesi dal suo arrivo a Hogwarts e ormai si era ambientata alla perfezione. Adesso trovava perfettamente normale usare la magia nella vita quotidiana, senza dover però rinunciare a quello che era stato prima. Il mondo dei maghi era tutt'altro che un posto lugubre e uggioso come si era sempre immaginata. Ora non avrebbe più saputo rinunciarvi.

Era il 31 ottobre, la festa magica per eccellenza. Susan si svegliò di ottimo umore e provò un piacevole senso di familiarità mentre indossava l'aderente tuta nera e le scarpe da ginnastica e si legava i capelli in una fluente coda di cavallo che le arrivava fin quasi a metà schiena. Era giunto il momento che aspettava per sei giorni su sette.

La ragazza spalancò il suo baule ai piedi del letto e vi estrasse un grande arco sportivo e una faretra colma di frecce, che mise subito a tracolla; poi, infilatasi il mantello, uscì dal dormitorio e si diresse verso il parco.

Dense nuvole grigie si rincorrevano nel cielo, ma non sembravano promettere pioggia. Le sue scarpe frusciavano sull'erba ricoperta di rugiada. Susan attraversò il parco e si diresse verso il primo macchione di alberi della Foresta Proibita. Nonostante i divieti, la ragazza sapeva bene che la maggior parte degli studenti vi si avventurava senza problemi, purché non ci si addentrasse verso l'interno: correva voce infatti che vi abitassero creature mostruose come centauri e ragni giganti.

Costeggiò il primo macchione di abeti dalla capanna di Hagrid fino a intravedere le acque argentee del lago; poi, una volta fermatasi, scelse un albero come bersaglio e incoccò la prima freccia.

Sin da piccola, Susan aveva avuto un innato talento per il tiro con l'arco. Lo aveva provato una volta a scuola, all'età di otto anni, e da allora non aveva più smesso. Aveva vinto anche diverse competizioni. Il tiro con l'arco era la sua droga: le permetteva di non pensare ai problemi e di sfruttare al massimo la sua indole pratica e intuitiva.

Mentre tirava, intravide Peter che correva lungo la riva del lago, i muscoli che si gonfiavano sotto la maglietta grigia. Susan sospirò: suo fratello stava dando anima e corpo per partecipare a quel maledetto Torneo. Con la coda dell'occhio, scorse un gruppetto di ragazze sospiranti assiepate dietro una coltre di cespugli, intente a spiarlo sfacciatamente.

Una delle cose che nessuno concepiva era il fatto che Peter, sicuramente uno dei ragazzi più belli della scuola, non avesse mai avuto una ragazza. Susan, invece, sapeva fin troppo bene che suo fratello era talmente occupato a eccellere in tutto, da scordarsi qualsiasi cosa interferisse con lo studio o lo sport. Era perennemente attorniato da ragazze, trattandole tutte con la massima gentilezza e cordialità, a prescindere da chi fossero, ma non aveva mai preso seriamente in considerazione di uscire con una di loro. Sembrava un caso senza speranza.

−Ehilà! – esclamò la voce di Jane alle sue spalle.

La ragazza aveva appena fatto la sua comparsa fra gli alberi, in sella a un grande cavallo bianco. Le sue gambe erano nascoste dalle grandi ali dell'animale, ripiegate lungo i fianchi.

−Ciao, Jane! – la salutò Susan sorridendo. – Tu e Ulisse siete di passeggiata, vedo!

−In realtà, speravo di incontrarti. C'è una cosa che devi vedere − Jane sembrava molto seria mentre smontava da cavallo ed estraeva una copia della Gazzetta del Profeta da una bisaccia fissata alla sella. – Leggi qui! – esclamò preoccupata.

Susan afferrò il giornale e iniziò a leggere.



RITROVATO CORPO SENZA VITA DI RAGAZZO BABBANO

Si vocifera il ritorno della Signora in Nero.

Il risveglio delle StregheWhere stories live. Discover now