La nuova scuola

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Susan contò fino a quattro, poi si costrinse ad aprire gli occhi. La stazione di King's Cross era sparita nel nulla e davanti a lei si stagliava una locomotiva color rosso sangue avvolta da dense nuvole di vapore. Si tastò nervosamente le braccia e le costole. Non sembrava avere nulla di rotto. In compenso, le gambe non riuscivano a smettere di tremare.

−Tutto okay, Sue? – le chiese suo fratello Peter con un ampio sorriso.

L'attraversamento della barriera del binario nove e tre quarti non gli aveva mandato fuori posto nemmeno un ricciolo. Per contro, Susan appariva ancora più impacciata del solito, con i lunghi capelli scuri che le celavano parte del volto imperlato di sudori freddi. Non era neanche salita sul treno e aveva già una voglia tremenda di darsela a gambe. In quel preciso istante, sua madre si materializzò alle sue spalle, tenendo la piccola Lucy per mano. I grandi occhi blu della bambina brillavano per l'eccitazione, come se fosse appena scesa da una giostra. Susan schioccò la lingua con disappunto: una bambina normale avrebbe dovuto essere come minimo terrorizzata se qualcuno l'avesse costretta a correre a tutta velocità contro un muro di mattoni.

−Lucy! – esclamò correndole incontro.

−E' stato bellissimo! – esclamò la bambina ridendo. – Quando lo rifacciamo?

−Lucy, ricordati che questo è un binario stregato. Non devi farlo da nessun'altra parte, capito? – si raccomandò la sorella.

−Ho capito! Niente magie fino a quando non mi arriverà la lettera da Hogwarts! – recitò l'altra ubbidiente.

−Tranquilla, Sue, lasciala respirare! – esclamò Peter mettendole una mano sulla spalla.

La signora Pevensie lanciò una profonda occhiata ai figli maggiori. I suoi occhi chiari furono percorsi da un tremito. – Abbiate cura l'uno dell'altra, mentre sarete via – si raccomandò.

−Non preoccuparti, mamma – la rassicurò Peter sorridendo. – Con me come Caposcuola sarà difficile che Susan combini qualcosa proprio sotto il mio naso! E poi, Hogwarts è il luogo più sicuro del mondo, credimi. Non potrà mai accaderci nulla di male, finché saremo tra le sue mura.

La donna sospirò. Avrebbe tanto voluto che i ragazzi restassero, che non la lasciassero sola con Lucy, ma non aveva altra scelta. Sarebbe stato da egoisti tentare di soffocare la natura dei propri figli. Era giusto che fosse così, per quanto assurdo potesse sembrare.

−Promettetemi di scrivermi – si raccomandò accarezzando i volti di entrambi. – Susan, − soggiunse poi rivolgendosi alla ragazza – sei ancora convinta della tua scelta?

La ragazza rabbrividì. Fissò gli occhi celesti di sua madre, poi si voltò verso la banchina gremita di sagome scure che lentamente salivano sul treno. – Ormai ho deciso – rispose con voce ferma. – Lo faccio per David.

−Lui sarebbe fiero di te – sussurrò la signora Pevensie.

−Vorrei solo essere stata in grado di proteggerlo... − il suo sguardo cadde su Lucy.

Gli enormi occhi della bambina erano diventati improvvisamente tristi. – Posso venire con te? Prometto che non faccio magie! – la pregò.

Susan scoppiò a ridere intenerita. Si inginocchiò di fronte alla sorellina, in modo da poterla guardare in faccia. – Devi aspettare ancora un anno, Lu – disse sorridendo. – Quando compirai undici anni, ti arriverà la lettera e potrai venire a Hogwarts con me e Peter. Solo allora, però.

−Ma è fra tanto tempo!

−Io ti scriverò non appena potrò, va bene? E per Natale tornerò a casa. Lo prometto.

Il risveglio delle StregheWhere stories live. Discover now