Prologo

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-Myc devi assolutamente sapere quello che è successo a lavoro.-
L'ispettore Lestrade entrò raggiante nell'elegante stanza del Diogenes club, come al solito dovette ricordarsi di non aprire bocca prima aver varcato quella porta.
Non trovò uno scenario diverso da quello a cui era già abituato: Mycroft stava compostamente seduto dietro la sua scrivania ad osservare il laptop contenente segreti di Stato, collaborazioni con i servizi altrettanto segreti, e chissà cos'altro. Il politico non si mostrò minimamente interessato ai racconti dello yarder, ma anche non era impegnato a scrivere.
Greg si tolse il cappotto e assunse un'espressione confusa da tanta indifferenza da parte del compagno, tuttavia riprese a parlare, pensò che forse era così concentrato da non accorgersi della sua presenza.
-Un mio collega ieri sera ha bevuto troppo, era ubriaco fradicio. Lo abbiamo trovato a dormire nel ripostiglio e...Myc, stai bene?-
Solo in quel momento notò lo sguardo di Mycroft. Non era semplicemente seduto composto, era pietrificato.
Lui odiava i nomignoli, non perdeva mai occasione di correggere l'ispettore quando questi lo chiamava "Myc". Ma ora era immerso in qualcosa di molto più importante, qualcosa che lo terrorizzava. Greg non aveva mai visto Mycroft in quello stato, l'uomo di ghiaccio si stava pian piano sciogliendo sulla sua poltrona.
-È. Tornato.-
La voce gli tremava e, una volta conclusa la frase, serrò le labbra come se temesse di essere ascoltato da una terza persona.
Greg doveva sapere. Fece un primo passo, poi un altro, fino ad arrivare in un'angolazione che gli avrebbe permesso di guardare lo schermo del computer.
Dopo ciò che vide, si dovette poggiare alla poltrona color carbone per non cadere.

Baker Street - 1 settimana prima.

-Questo gioco è stupido.-
Sentenziò Sheryl con l'approvazione di Kyle, durante una partita a Cluedo. L'ex medico militare sapeva che lei avrebbe reagito come Sherlock davanti a un gioco da tavolo che non era di certo un delitto reale, ciò che Sheryl trovava molto più interessante invece, e si divertiva nel vederla arrabbiarsi tanto.
-L'unica spiegazione possibile è che Samuel Black si è ucciso da solo.-
E mentre la ragazza accusava l'uomo immaginario di suicidio, Kyle guardava quale avrebbe dovuto essere la conclusione della scena del crimine. Sfogliò le tre carte decisive: Peacock, con un pugnale, nella sala da pranzo.
Corrugò la fronte e cercò di capire quale storia si potesse velare sotto quelle tre carte, tanto per dare un senso ad un gioco che secondo lui non ne aveva.

Sherlock, d'altro canto, si rilassava gustandosi una tazza di thè zuccherata. Era raro vederlo tranquillo anche quando non svolgeva il suo lavoro, ma con il tempo le cose erano cambiate.
Proprio lui, che affermava di essere una macchina calcolatrice senza sentimenti, si trovava coinvolto in una tipica giornata di una famiglia felice.
Sherlock odiava il matrimonio, una cerimonia piena di ipocrisia e non necessaria in un rapporto amoroso fra due persone. Ma quando fu John, il suo John, a chiedergli di indossare quella fede che non toglieva mai dal dito, ha ceduto, abbandonato tutte le sue convinzioni e non ha desiderato altro che baciarlo all'altare.
Sorseggiando quella tazza di thè tiepida pensava proprio a questo, che se non fosse per l'uomo che l'ha salvato dalla sua misera vita, ora invece che starsene ad ascoltare i discorsi della sua famiglia sarebbe chissà in quale buco a drogarsi.

Passarono due anni dal trasferimento alla Paddington Academy. I due ragazzi si stavano lasciando alle spalle l'adolescenza e si stavano dirigendo verso il mondo degli adulti insieme, ormai divenuti inseparabili.
Superarono la maturità con un 100 e lode senza troppo entusiasmo, invece Noah uscì trotterellando e alzando le mani al cielo per il suo 84.
Dopo la scuola ha iniziato a lavorare nel bar di suo padre, ma ogni volta che trovava del tempo libero si precipitava da Sheryl e Kyle per mostrargli dei casi che potessero attirare il loro interesse.
Kyle era diventato parte della famiglia Holmes-Watson e quando realizzò che non si trattava di un sogno ad occhi aperti, capì che una famiglia era ciò che desiderava da una vita, trascorsa ad essere solo una pedina per concludere il grande piano di un uomo che lui non riteneva più suo padre.
Anche se ogni tanto non gli dispiaceva usufruire dei privilegi della sua eredità, permetteva protezione per lui e la sua nuova famiglia. Ai vecchi collaboratori di James Moriarty non interessava che Kyle facesse ciò per cui era stato concepito, a loro non cambiava una virgola ricevere la stessa somma di denaro per proteggere, invece che uccidere, gli Holmes. Quindi tutto continuò a filare liscio.
James Moriarty era morto, nessuno aveva più nulla di cui preoccuparsi.

Questo era quello che hanno sempre creduto.

-Ha sempre più punti deboli, ora è così facile bruciargli il cuore.-
James Moriarty, l'uomo a cui una pallottola avrebbe dovuto sfracellare il cervello, adesso se ne stava bello comodo su un divano blu notte. Doveva sparire e affinché ciò sia stato possibile, ha dovuto tagliare ogni filo della sua ragnatela che copriva Londra.
Per anni il consulente criminale è stato offline perché era così furbo da saper ammettere che Sherlock Holmes lo avrebbe sconfitto: la storia della caduta era solo una copertura, la via di fuga che gli ha concesso la libertà e riprendere il suo lavoro in parti del mondo che lo avrebbero reso un fantasma, privo di quel dedalo di fili che un giorno avrebbe potuto ricondurre a lui.
Ma si annoiava, si annoiava terribilmente, e il pensiero che Sherlock se ne stava tranquillo a bighellonare nella sua Londra, a calpestare la sua ragnatela e a concedersi il lusso di una famiglia, non lo mollava un secondo.
Le informazioni arrivavano più lentamente, spesso perché cercava di distrarsi da quel detective, ma non poté più ignorarle quando capì che Kyle era in tremendo ritardo. "Più di un anno" calcolò, qualcosa aveva impedito che il suo piano andasse per il verso giusto...o qualcuno.
-Tigre ho deciso, ce ne andiamo.-
Jim sembrava parlare da solo, dopo la sua affermazione si udì appena un eco che venne ben presto smorzato dalla voce di un altro uomo.
-Dove, capo? Siamo arrivati da sole due settimane.-
-Torniamo a Londra.-


Angolo autrice
Ebbene sì, eccomi tornata con la seconda parte. Qualche giorno fa ho avuto un'illuminazione e mi sono subito messa a lavoro.
Come avete visto è cambiata la narrazione: ora è in terza persona e al passato. Avrei voluto cambiarla già da quando ero arrivata a metà del primo libro, ma era troppo tardi.
Vi prego ditemi che avete capito con chi sta parlando Jim✨
E un'ultima cosa, vi chiedo un aiuto perché io non ho trovato nulla a riguardo. Sapete come funziona il sistema di valutazione della maturità in Inghilterra? Per farvi capire ho usato quello italiano, ma non so se è uguale. Cercando ho trovato solo notizie sul coronavirus.😅 Grazie in anticipo!

Daughter of a genius 2Where stories live. Discover now