Sognare

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Clycia

Quel giorno mi svegliai insolitamente felice.

Mi misi a sedere con la gamba sinistra penzolante e la gamba destra incrociata sul letto ancora caldo e impregnato di quella sensazione piacevole di quando uno sogna mischiato alla frustrazione di quando ci si sveglia in malo modo. Iniziai a stropicciarmi la faccia, ancora segnata dalle linee causate dal cuscino e dalle fantastiche avventure vissute purtroppo nella mia mente, e di cui per sfortuna mi trovo vagante pezzi nella memoria. Ancora dormiente mi alzo dal letto, dove il mio corpo chiede di rimanere molto volentieri e quando volto lo sguardo, vedo la forma del mio corpo sul morbido materasso, alcuni timidi capelli che trovo nascosti in parte dal cuscino e in parte rivelati delle lenzuola. In qualche modo, il mio migliore amico nonché il letto, mi chiede di fare compagnia anche alle lenzuola che oramai si sono raffreddate. Attraversando quasi a tentoni la camera, che è ancora in penombra per via della tapparella che non ho alzato volontariamente pensando fosse la cosa giusta per i miei occhi ma non per le mie gambe, così apro la finestra dove arriva come uno sbuffo la brezza estiva nella stanza inondandola di tutti i tipi di profumi che a stento riesco a riconoscere.

Profumo fresco insieme ad altri che si mischiano insieme in un equilibrio fantastico e vanno dai tipici profumi primaverili dei fiori e del polline ad arrivare alle pietanze preparate sin dalle prime luci del mattino dalla mia amica che abita nel mio stesso palazzo solo al piano superiore e la sua cucina è in corrispondenza della mia camera, così ogni mattina una volta che finisce di sfornare una delle sue delizie scende soddisfatta a darmi il buongiorno. Sento bussare la porta e sapendo con certezza che è arrivata la mia amica apro le apro la porta senza nemmeno chiedere chi fosse e mi ritrovo davanti lei e un ragazzo che non ho mai visto nel palazzo e che non conosco. Rivolgo uno sguardo indagativo a lei e nello stesso tempo le pongo una domanda con curiosità e malizia, sorrido al ragazzo.

"Che delizia mi hai dedicato oggi?"

Cercando di nascondere il divertimento vedendo la reazione del ragazzo quando le lanciava sguardi per iniziare così a diventare di tutti i colori. Lei facendo la faccia da furba mi risponde

"Uhm, chi lo sa!"

Facendo la faccia furbetta di chi la sa lunga e su con le spalle nonostante il tegame che avesse in mano fosse pesante e ancora caldo dato che aveva le presine. Lanciandole uno sguardo fulmineo, le prendo il tegame e mentre mi dirigo in cucina le chiedo se vuole entrare per farmi compagnia ma lei con gentilezza rifiuta aggiornandomi sul suo da farsi giornaliero. Tornando alla porta la saluto un po' triste che passa non appena le compare un super sorriso sul suo viso che mi riempie di gioia e serenità. Il ragazzo che fino a quel momento è rimasto in disparte non è male perché ha quasi tutte le caratteristiche del mio ragazzo ideale, sì quasi tutte perché ho dei gusti molto particolari riguardo la mia anima gemella, sono molto selettiva al riguardo! All'apparenza il ragazzo sembra timido, come vedo da ciò che indossa al momento: un cappellino rosso con una fantasia ma la voce dice il contrario.

La cosa che risalta prima è la maglietta scura con un'immagine che a mala pena di distingue e delle collane medio lunghe che ha al collo e luccicano ad ogni suo movimento perché sono argentate e dorate, con la mano destra tiene poggiata una giacca scura che contro luce sembra di un tessuto pregiato, sullo stesso braccio ha un tatuaggio particolare che ho notato solo quando ha messo la giacca sulla spalla perché si trova sull'avambraccio. Per i pantaloni a primo impatto pensavo fossero jeans normali ma dando uno sguardo più attento noto che si tratta di una tuta con scritte di jeans e altro materiale molto colorato ma non troppo appariscente, le scarpe invece sono nascoste dalla tuta forse di una taglia più grande della sua sono delle Nike nere con il logo lateralmente bianco. Con tono gentile e in modo timido si presenta, prova a porgermi la mano e ci scontriamo, così tentiamo per il bacio sulla guancia e per poco non cado in avanti perché ho perso l'equilibrio proprio mentre mi stavo avvicinando, alla fine riusciamo a presentarci e con tanto imbarazzo per l'episodio lo invito a prendere qualcosa da bere, così faccio dietro front per guidarlo verso il salotto.

Dopo aver lanciato sguardi fugaci un po' ovunque durante il breve tragitto dall'entrata al salotto della casa, si accomoda in modo per me bizzarro sulla sedia ovvero sposta la sedia che fino a quel momento era vicino al tavolino che so trova vicino la finestra, la posiziona di spalle di fronte al tavolo al centro della stanza e si siede comodamente con le braccia sullo schienale, i gomiti sul tavolo e le mani che iniziano a giocare con i merletti del centro tavola per passare poco dopo agli anelli che porta sulla mano sinistra. Il suo volto in particolare il suo sguardo penso voglia farmi capire qualcosa ma non ne ho la più pallida idea di cosa gli passi per la mente, lo vedo nervoso; perciò gli chiedo se preferisce bere dell'acqua, un succo di frutta o una tazza di caffè e al contrario di quello che vedo mi risponde con calma e gentilezza che preferisce una tazza di caffè; aspetto che finisca di bere per chiedergli come mai è qui; mentre mi risponde fa su con le spalle per farmi capire che non c'è un motivo preciso per cui è qui. Continua dicendo che non glielo aveva chiesto nessuno di venire a trovarmi o meglio di conoscermi e che voleva farmi una sorpresa anche se aveva paura della mia reazione.

"Come hai fatto a sapere dove abito?"

gli chiedo, noto che la frase è uscita di bocca senza che me ne accorgessi e con un tono che mi è sembrato un po' aggressivo così non ci penso e faccio finta di niente. Appena lo guardo capisco che quando mi guarda diventa tutto rosso e non so se è per il fatto che non ci conosciamo o perché è timido però cerca di rispondere ma non ci riesce a far uscire nulla così mi alzo e mentre vado in cucina per finire di lavare i piatti inizio a raccontargli un episodio buffo ma super imbarazzante per me accaduto qualche anno prima. Quando finisco, noto che ero troppo concentrata per ricordarmi che c'è ancora lui, appena mi giro lo vedo che sta guardando le foto che si trovano nel corridoio di fronte al salotto e lo sento borbottare parole che appena sento a stento.

Thinking Of You 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora