É quasi amore

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Alek

Oggi, sì, oggi sono quasi 4 mesi che con il tuo fare da stronza, ma, allo stesso tempo innocua ragazza mi hai rapito, che poi se ci pensi è come se fossero passati anni, tanti di quegli anni, dagli sguardi rapidi scambiati di sfuggita, in classe quando pensavo che non ti avrei più rivista, da te che giochi con le mie mani quando sei nervosa a io che gioco con i tuoi capelli per darti fastidio, o stuzzicarti mettendoti a disagio spesso, al cantare a squarcia gola in macchina, senza sapere le parole di quella canzone che passa tutti i giorni alla radio, ai primi giorni, quando facevamo finta, come se non fosse successo nulla per non dare nell'occhio, anche se in realtà poche ore prima eravamo in un angolo soli a baciarci e a unirci come le cozze sugli scogli, se le nostre vite dipendessero da questo, a tutte le persone invidiose e il vostro odiarci, anche se ora è, per quanto ho capito, è quasi amore.

"Prima di conoscerti ero un vero e proprio coglione e cretino, non volevo storie stabili perché ero più stupido di un ippopotamo, perché non sono ero capace di concentrarmi su una singola persona, come i gatti che si distraggono subito perché vogliono sempre giocare o succede che quando stai con una persona vuoi altro per cambiare, per avere continue avventure, come se non mi bastasse mai, come se volessi che fosse sempre come la prima volta, ma non è così, vorrei che lo fosse ma devi dare il meglio perché le persone meritano di meglio, io merito di meglio, proprio perché quella persona che ho davanti a me si aspetta il meglio, ma, non era una cosa che io potevo dare, non era da me. Non era la cosa che mi riusciva meglio, anzi ero solo capace di fare il totale contrario, di distruggere ciò che di buono avevo costruito, e pure male, forse, grazie a qualcuno o a non so chi riuscirò a essere migliore non tanto per gli altri ma quanto per me stesso, me lo hanno detto in molti e chi mi vuole bene continua a sbattere la testa per aiutarmi, o fa di tutto e in qualunque modo per farmelo capire. Facevo lo stronzo all'inizio, sì, ma l'ho sempre fatto, perché pensavo che una storia d'amore a questa età sia qualcosa di inimmaginabile, di irraggiungibile, che potessi prenderla a gioco o così per scommessa ma potevo già immaginarmi la fine, anzi mi aspettavo la fine, cioè che probabilmente ti avrei fatto soffrire facendo una delle mie solite cazzate, e invece no. Mi è venuto tutto molto naturale e stranamente è andato tutto liscio e me ne sorprendo ma è solo grazie a te se non sono più quel coglione che si ubriaca alle feste facendosi 30 tipe diverse nella stessa sera, per poi tornare a casa alle 5 del mattino sbronzo se non anche più tardi, a volte dormendo a casa, a volte ovunque capiti, ed è anche un po' grazie a te se, adesso ho un minimo di rapporto con mio padre, con il quale fino a qualche mese fa non mi sarei neanche immaginato io seduto ad un tavolo con lui senza urlargli addosso, qualche solita frase tipica mia."

(Mi viene da ridere leggendo l'ultima frase, mi asciugo le lacrime dagli occhi che mi appannano la vista e continuo la lettura)

"Adesso invece voglio parlare di noi, più precisamente del primo giorno di scuola.Entrai in quell'aula assonnato e anche un po' incazzato perché Joy, il coach, il cui vero nome è Joice mi aveva appena detto che quest'anno doveva andare meglio di quello precedente sennò sarei stato fuori dalla squadra. Mi girai verso di te, cercandoti, tra tutte quelle teste e quasi a colpo sicuro ti trovai e mi sedetti affianco a te, messa infondo all'aula con dei jeans e una felpa semplice scura larga, guardandoti forse come imbambolato, subito hai alzato la testa e gli occhi verso di me, come se ti avessi chiamato ma senza pronunciare parola, così vidi i tuoi occhi, verdi, mi piacquero tantissimo da subito, me ne innamorai perché mi ricordarono un gatto se si affezionò a me. Se devo esserti sincero, all'inizio, la mia idea era di una botta e via, così senza darti la possibilità di innamorarti di me, anche se quando mi giravo verso di te vedevo una persona bella e pura, e mi faceva stare male al solo pensiero di vedere il tuo sguardo diverso dal solito. Era strano, sì, perché nella mia vita non è che c'è ne siano state tantissime le volte in cui mi affezionavo a qualcuna, anzi è stata la prima volta e forse sei stata l'unica che ha avuto questo effetto su di me. Finita l'ora andai da Matilda per aiutarmi in matematica e vabbè già sai, una volta spostati da tuo armadietto, io me ne andai in segreteria dove chiesi il tuo nome e cognome, già potrei essere definito uno stalker più bravo di te, e facendo le mie ricerche ho scoperto casualmente dove abitavi. E proprio quel giorno era il tuo compleanno, ebbene si la sorpresa della rosa bianca, che hai trovato appena tornata a casa, davanti la porta, è stata una mia idea, che ti piacque talmente tanto che l'hai tenuta e messa dentro al tuo libro preferito. Si non ti ho mai detto niente e non lo avresti mai scoperto, se non te lo avessi detto io. Ora non provare a smettere di sorridere che sennò ti bacio! "

Ora fisso quel foglio con sorpresa e dubitante, mentre lo tengo tra le mani. Non posso crederci che sia stato io a scriverla, proprio io che non sono una persona che si apre facilmente e per lei e con lei mi sono fidato e aperto come non ho mai fatto con nessuno altro o altra, nemmeno  con i miei genitori o men che meno zii. Continuo a leggere mentre mi siedo su un gradino della scala che si trovava nella stanza di casa mia.

"Poi cominciai a darti fastidio e a seguirti, quasi ovunque ma ti perdevi di vista quando ti accorgevi che c'ero anche io in ogni posto dove andavi. A volte mi faceva sorridere quando diventavi rossa dalla rabbia, soprattutto con quale velocità, anche se probabilmente mi hai odiato per tanto, ma nonostante questo io ero contento. Vederti anche se non felice, mi rendevi vulnerabile e ne ero ancora inconsapevole, per tutto quel tempo non mi ero accorto di nulla, di come ero cambiato, in meglio naturalmente, non mi ero accorto di come tu mi ha cambiato. Eppure con te sembra tutto un gioco, così come due bambini al parco in una fase di pazzia, anzi lo è stato davvero forse. ma sono davvero migliorato da quel primo incontro è ancora non me ne capacito sul come tu abbia fatto, ma ero serio quando ti dissi che provavo qualcosa che non capivo neanche io cosa, ma sapevano entrambi che andava ben oltre alla semplice amicizia. Era una cosa che non sapevo come chiamare e che non avevo mai provato prima d'ora."

Sembro proprio un deficiente lo so, ma sorrido, sorrido perché ciò che sto leggendo è la verità, e posso rispondere con assoluta certezza tu, se mi facessero la famosa domanda sei solo in un isola deserta e puoi portarti solo 3 cose, cosa porti? questa sarebbe sicuramente una di quelle.

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