Sei sempre con me

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Clycia

Ricordo l'attimo preciso in cui i nostri occhi si incrociarono per la prima volta, come se fossi in mezzo alla strada e una macchina che sta venendo nella mia direzione accecasse con i fari i miei occhi già socchiusi per colpa del vento, a tutta velocità mi supera e per poco non cado per la potenza con cui mi ha sorpassato.

Sapete, quando si crea quella scossa elettrica che si percepisce nell'aria, come se per tanto tempo avesse vissuto una persona e dopo quando non ce più rimane il suo profumo

quell'odore che il tuo cervello dalla prima volta che lo ha sentito lo ha immagazzinato nel posto più segreto dove nessuno può e riesce a entrare perché non conosce la via per arrivarci.

Quell'odore che quando lo senti, ti fa tornare indietro nel tempo, per rivivere esattamente lo stesso momento in cui lo hai sentito per la prima volta, quel momento che ricorderai per tutta la vita perché ti ha colpito il viso con tutta la sua forza. Così come gli occhi, la mente, il corpo e il cuore anzi soprattutto il cuore. Perché il cuore non dimentica vive, impara, sopravvive ma non dimentica mai.

A differenza della mente umana che rispetto a quella dell'elefante, è molto più piccola di dimensioni ma immagazzina così tante informazioni, su qualsiasi cosa il soggetto abbia vissuto in prima persona, tanto che è costretta a lasciare qualcosa nell'oblio.

Quando pensi che tutti si siano accorti di quell'azione che ti ha fatto diventare tutta rossa in viso, ma che è diventato tutto bianco per la conseguenza del tuo gesto insignificante agli occhi degli altri ma che per te è importantissima e nel momento stesso in cui compi l'azione tutto é perfetto.

Sì, perfetto come perfetti sono stati gli anni quando abbiamo festeggiato i compleanni e c'eri anche tu, quando ero a casa del mio migliore amico e la sua ragazza era con te quando per strada vagavo senza meta e ho incrociato per caso il tuo sguardo, quando per sbaglio sono inciampata e per evitare che cadessi mi hai presa al volo.

Perfetto è stato il momento in cui, la tua delicatezza e la tua voglia di giocare, hanno prevalso sul tuo sesto senso per le monellerie, quando mi hai aiutato a rialzarmi quando da piccola ero caduta e mentre piangevo mi hai presa in braccio zittendomi con il tuo sguardo dolce e sereno.

E i timidi ma presenti silenzi di quando guardavamo insieme il tramonto, stesi sulle sdraio di casa tua, con tua sorella che sbraitava cercando di farsi notare dai suoi genitori perché quello che aveva creato grazie alla sua fantasia, voleva farlo vedere a tutto il mondo andandone fiera e noi guardandola abbiamo sorriso e riso a crepa pelle per la reazione che ha avuto alla fine.

I pomeriggi all'aria aperta, con il vento contro mentre ci rincorrevamo spensierati in mezzo al prato, o quando facevamo le corse in riva al mare che si trovava a pochi passi da casa mia o i lunghi viaggi fatti in macchina con i nostri genitori e tua sorella.

Sempre insieme mentalmente da soli, ma sempre insieme, eravamo una cosa sola, contavamo solo noi, la nostra amicizia e l'amore per l'altra con una perfetta intesa e complicità.

Ero ancora per strada quando sento da lontano una musica anni quaranta o cinquanta, la quale alle mie orecchie arrivava un suono diverso ovvero più melodico, meno gracchiante e orribile che caratterizza quegli anni e sì, a Luce piace cambiare anno ogni volta che organizza una festa, oggi infatti è a tema anni quaranta.

Quando entro, sento un odore indescrivibile, puzza di sudore mischiato a quello dell'alcol e tra le voci dei ragazzi ubriachi, la musica sparata a tutto volume e i corpi le cui braccia andavano per conto proprio cerco di evitare il contatto fisico cercavo con gli occhi Luce che notai essere già immersa nella calca, così pensando di riuscire a raccontarle quello che ho sognato provo ad andarle incontro.

Questo è quello che ho sentito quando mi sono avvicinata a Luce, mentre parlava con alcuni ragazzi, forse del nostro corso di filosofia, ma che dentro a quella scatola di stanza non sarei di certo riuscita a riconoscere mi trovo a casa di Luce, sottolineo il fatto che non mi trovo qui per mia volontà anzi é stata Luce a obbligarmi nel partecipare a una delle sue feste fatte a casa sua.

Mentre mi avvicinavo, Luce stava parlando in modo vivace con dei ragazzi che la ascoltavano stando intorno a lei, chi poggiato sulla spalla di un amico, chi invece seduto su un piano di marmo più vicino.

Appena mi vede, conclude in breve il discorso che teneva incollati i ragazzi nei dintorni e mi viene incontro e appena è abbastanza vicina le dico

"Hey! Davvero bel discorso, mi è piaciuto!" e lei in risposta

"Beh, modestamente" dice ridendo, la saluto abbracciandola mi fa

"Sai chi è venuto stasera qui, PROPRIO QUI?" dicendo l'ultima frase come se non capissi la sua lingua, la guardo e non avendo la minima idea a chi si riferisca le rispondo

"Ehm, chi? Una persona che conosco, un ragazzo che ti piace? Oh no aspetta, la so! Una star?!"

pronunciando queste frasi specialmente l'ultima mi esce spontanea la faccia biricchina nonostante lei continuasse a dire di no sia con la testa che pronunciando la parola.

Mentre Luce annuisce con la testa, mi sento prendere da dietro da due braccia forti, possenti ma al tempo stesso anche delicate e leggere, così mi giro o meglio provo a girarmi ma invano perché queste due braccia mi bloccano i movimenti.

Mentre provo a liberarmi da quella stretta lancio un'occhiataccia che avrebbe fulminato Luce se non si fosse girata nel momento stesso in cui la fisso in cagnesco, però anziché aspettarmi una delle sue smorfie di chi è innocente e non ne sa nulla me la vedo ridere sotto i baffi mentre guarda alle mie spalle.

"Questo vuol dire che lo sapevi!"

sbraito e lei alza le mani in alto come per dire che lo sapeva ma voleva vedere come reagivo e come sarebbe andata a finire e mi fa "Eh si, lo sapevo! Ma dovevi vedere la tua faccia appena ti ha sollevato da terra!"

E inizia in una risata rumorosa, la scena le é piaciuta così tanto che si piega in due e appena si rialza le vedo le lacrime agli occhi mentre cerca di trattenere le risate, pensando ancora alla scena di prima.

Finalmente riesco a liberarmi dalla tenaglia fatta con le braccia mi giro e rimango ferma lì, come se avessi visto un fantasma, sentendo che la mia pelle stava cambiando colore inizialmente dal bianco per lo spavento successivamente paonazza per la vergogna e sostituito poi da tutti i colori di cui conoscevo il nome, e non erano pochi.

Thinking Of You 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora