Capitolo 18.

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Qualcuno la scosse leggermente e lei si svegliò.

"Scusa se ti sveglio, ma Nelson mi ha detto che hanno appena parcheggiato: due minuti e sono qui" Disse Cesare baciandole la fronte.

Clara si stiracchiò, toccandosi il pancione appena accennato che iniziava piano piano a vedersi anche attraverso i vestiti.

"Davvero mi sono addormentata ancora?" Chiese sbadigliando.

Cesare le sorrise e si sedette vicino a lei sul divano, tirandola a se col braccio.

Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, il cuore sereno mentre lui le rispondeva : "Si Clara, hai dormito praticamente per tutta l'ultima mezz'ora, oltre a tutta questa mattina".

Le diede un bacio sulla testa e lo sguardo di lei fu colto dalla foto che avevano sul piccolo tavolino esattamente davanti a loro.

Sorrise nel vederla: raffigurava lei e Cesare, abbracciati, nel giorno del loro NON matrimonio, come lo chiamava lui.

Dopo tre anni da quando Clara era tornata a Bologna, una mattina, si svegliò con Cesare che la fissava.

"Non hai dormito bene?" Gli chiese.

Lui non rispose, continuando a guardarla.

"Cesare?"

"A te piace il matrimonio" Disse, di punto in bianco.
Lei lo guardò storto.

"Mi piace l'idea di celebrare l'amore, non mi interessa il matrimonio in se" Disse, sbadigliando.

Lui continuava a rimanere serio.

"Io voglio passare la mia vita con te"

"Lo so Cesare, come so che odi il matrimonio e mi va bene così. Ma che ore sono? Perché stiamo facendo questi discorsi di Domenica mattina?" disse lei, mentre si metteva a sedere, sporgendosi verso la sveglia.

Erano le 7:46.

"Ti andrebbe un non matrimonio?"

Clara lo osservò, alzando gli occhi al cielo.

"Ma cosa ti sei fumato ieri sera con Tonno? Dovete piantarla di uscire voi due da soli quando io ho il turno e Nelson è fuori con la band, non vi fa bene".

E così, un anno dopo, tutti i loro familiari e amici si ritrovarono nel giardino della loro nuova casa.

Un po' a malincuore avevano lasciato la loro villetta in affitto e si erano trasferiti nella casa della ormai defunta nonna di Clara, suoi colli.

L'avevamo sistema, grazie anche all'aiuto dei loro amici, e, in quel giorno, nel loro giardino, avevano organizzato il loro NON matrimonio.

Cesare odiava l'idea del matrimonio, vedendola come una azione innaturale, un costrutto forzato, quando per lui l'amore era semplice e genuino: era però anche convinto di voler passare tutta la vita con Clara.

Sapeva anche che lei fosse una inguaribile romantica e l'idea del matrimonio, essendo atea, le piaceva esclusivamente per l'aspetto della celebrazione del loro amore.

Così, decise di organizzare un giorno celebrativo per loro, per la loro storia, passata e futura, per il loro amore  così travagliato e potente.
Era un giorno per loro, da celebrare con i loro affetti più cari.

Cesare era vestito in modo elegante, i pantaloni blu, abbinati alla sua cravatta, ed una camicia bianca.
Era il 2 Settembre del 2024, esattamente ventisette anni dopo il giorno in cui aveva incontrato per la prima volta Clara, la sua anima gemella.

Ormai avevano trent'anni e avevano passato praticamente la loro vita uniti.

Era felice di essere lì, con lei, con i suoi amici e familiari, in quel giorno.
Si trovava in piedi, sotto ad una siepe fiorita che Tonno lo aveva aiutato a far crescere, mentre aspettava Clara.

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