Capitolo 3.

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Per quella mattina aveva impostato tre sveglie.
Una alle 5:15.
Una alle 5:20.
Ed infine, l'ultima, alle 5:30.

Si era alzata, mossa dalla necessità di affrontare al meglio quella giornata.
Doveva essere forte, come suo solito; per se stessa e per tutti gli altri.
Quel giorno sarebbe stato una prova per Clara.
Doveva dimostrare a se stessa, e a tutti gli altri che non si era spinta oltre, che non aveva sbagliato a prendere il piccolo Leonardo sotto la sua ala protettrice.

Era spaventata, ma decisa.
La paura era sempre stata una sua fedele compagna, ma sapeva bene che senza di essa non sarebbe andata da nessuna parte.
Quando non si ha più paura di niente vuol dire che non si ha niente da perdere, niente per cui lottare, niente per cui valga le pena vivere.

La paura la spronava a diventare migliore, e avrebbe fatto così, anche quel giorno.

Si preparò la sua solita tazza di latte macchiato e cereali al cioccolato, mentre Sissy le faceva compagnia, mangiando i suoi croccantini.

Portò alla bocca una cucchiaiata piena zeppa di cereali ed osservò le foto fatte la sera precedente, o per meglio dire, qualche ora prima visto che era tornata a casa all'una e mezza.

La prima foto immortalava Tonno, maestro del fuoco, mentre cercava di accendere la griglia.
La seconda Nicolas, mentre tutto felice addentava una braciola, senza nemmeno tagliarla.

Era una scena infinitamente dolce.

Nella terza c'erano invece Dario e Frank, intenti a posizionare all'ombra tutta la loro scorta di alcol mentre Nelson girava senza maglia, con una pannocchia abbrustolita in mano.

Non si fece troppe domande e passò alla foto successiva che raffigurava tutti i presenti.

Un signore anziano e la moglie si erano offerti per scattarla.

Clara sospirò, contrariata con se stessa, mentre si osservava nella fotografia.

Era tra Beatrice, che le teneva stretto il fianco destro, e Nicolas che le aveva appoggiato il braccio sulla spalla.
Lei invece guardava fissa, sorridendo, qualcuno alla sua destra.

Seguendo la traiettoria lo sguardo finiva esattamente su Cesare.

Come era ovvio e scontato d'altronde.

Passò all'ultima foto che aveva.

Erano loro, il gruppo storico.

Lei, sorridente come non mai, al centro.
Alla sua destra Federico e Tonno.
Alla sua sinistra Nelson e Cesare.
Nelson la teneva stretta vicino a se, mentre sorrideva spensierato.

Non ci pensò due volte ed impostò la foto come salvaschermo del cellulare.

Si accorse solo in quel momento che lo sguardo di Cesare era rivolto verso di lei.

Si impose di non gioire della cosa, in quanto non celava nessun significato segreto, e appoggiò il telefono sul tavolo, finendo la colazione.

Dopo di che fece tutto molto velocemente; lavò la tazza della colazione, si sciacquò la faccia, si lavò i denti, mise un po' di mascara e si vestì.

Alle 6:15 era pronta per uscire di casa, in orario.

Non aveva mai capito questa cosa di se, riusciva ad essere in orario, solo per il lavoro.

Mai un ritardo in due anni.

Salì in macchina e partì alla volta dell'ospedale.
Trovò parcheggio vicino all'ingresso dei dipendenti e ne fu felice, visto che di solito era estremamente impossibile.

Ti terrò per manoWhere stories live. Discover now