Alice - 10. Sei un disastro

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La doccia, che bella invenzione. Il rumore dell'acqua che cade, il massaggio delle goccioline, i pensieri che scorrono. È la soluzione a tutti i problemi, o quasi.

Quando questa mattina mi sono svegliata, Daniel non c'era più, il sole era alto e la mia faccia un disastro. Mi sono trascinata in bagno e ora mi sento benissimo.

Mi avvolgo nell'accappatoio e vado in camera per darmi la crema e vestirmi. Daniel ripete sempre che non mi prendo cura di me, ma la sua idea di attenzione è molto diversa dalla mia. Ho visto le ragazze con cui ha ballato ieri sera, il modo in cui guarda i loro corpi e accarezza la loro pelle. È uno di quei tipi che sa di piacere e di poter avere ciò che vuole, senza essere prepotente.

Mentre ballavo con Luca, ho osservato come lo skater si divertisse a flirtare con Dile, in un corteggiamento delicato e sensuale. Niente a che vedere con il nostro ballo di inizio serata, dove non ha fatto altro che criticarmi. Forse, passa del tempo con me anche per questo, perché non sono il tipo di ragazza che lo attrae e quindi non rappresento un problema.

Sorrido, ripensando a questa notte e alla settimana scorsa, quando ha passato tutti i pomeriggi a casa mia. Stare con lui è esaltante e la sua presenza mi mette sempre allegria.

Sapevo che stamattina non sarebbe stato qui, ma ieri sera avevo davvero bisogno di qualcuno, perché sono terrorizzata a dormire da sola.

Guardo l'orologio, sono le dieci di martedì mattina e oggi non c'è scuola. Marco dovrebbe arrivare per aiutarmi con Mate e Fisica, sempre che riesca a svincolarsi da Jenn.

Mentre addento un biscotto al cioccolato, ricordo che ieri non ci siamo lasciati troppo bene. Luca mi ha corteggiato tutta la sera e, mentre ero in bagno a sistemarmi, Marco è entrato indemoniato dicendomi che non potevo comportarmi così e che non mi riconosceva. Ha indicato il mio corpo, i miei abiti, le labbra rosse per i baci e ha scosso il capo. Mi ha ferito profondamente, ma non volevo discutere con lui, quindi sono scappata dalla porta di emergenza e mi sono fiondata sulla prima persona che ho riconosciuto.

Daniel.

Sorrido bevendo il cappuccino, ultimamente lui è sempre presente, per un motivo o per l'altro. Chissà cosa mi costerà averlo costretto a dormire qui.

Se solo ci fossimo scambiati i numeri di cellulare, potrei mandargli un messaggio per ringraziarlo, ma si è opposto, dicendo che lo raggiungo già abbastanza facilmente, quando voglio.

Il campanello mi riporta in cucina, con la tazza tra le mani e il sapore del caffè sulle labbra.

Mi affretto ad aprire e trovo Marco, grondante di pioggia.

Guardo alle sue spalle, ero così presa dalle mie riflessioni, che non mi ero nemmeno accorta che avesse cominciato a piovere. Mi stringo nella felpa e trascino i piedi fino allo sgabello della cucina.

Quando lui mi raggiunge, ha i capelli bagnati e gli occhi di ghiaccio.

«Mi dispiace per ieri sera», esordisce dopo qualche minuto. «Ho esagerato, mi sono lasciato trasportare dall'ansia per una situazione imprevista e ho combinato un casino. Tu sei scappata, Jenn è impazzita e non sono riuscito a raggiungerti per la notte», mi spiega senza mai distogliere lo sguardo.

«Ne abbiamo già parlato. Non puoi dirmi cosa fare e con chi, soprattutto, perché non hai nessun diritto su di me».

Restiamo a fissarci per qualche minuto, fino a quando non annuisce impercettibilmente.

«Hai dormito, stanotte?» mi chiede preoccupato.

Annuisco soddisfatta e mi alzo per andare in camera. «Ho chiesto a Daniel di restare.»

Trick - L'amicizia tra ragazzo e ragazza non esiste. (Nuova versione)Where stories live. Discover now