Lo guardai per il modo cinico in cui lo aveva detto. "no."

Finse una risata nervosa mentre continuai il mio lavoro, tutto quello mi ricordava qualche notte precedente. "hai una bella faccia, tesoro."

"non sei il primo che me lo dice."

"allora dammi una cazzo di sigaretta."

Lo guardai in faccia alzandomi. "sei abituato ad ordinare alle persone cosa devono fare?" posai il kit sul mio comò. "con me non ottieni quello che vuoi, lo sai."

Si passò la mano fra i capelli, poi sul collo. "questa mattina ti sei svegliata nel mio fottuto letto." incominciò stirandosi le braccia. "ho ottenuto ciò che volevo."

"si beh, ora sei nel mio letto." incrociai le braccia al petto. "quindi decido io cosa fare e non fare."

"tu porti all'esasperazione la gente."

Finsi un sorriso anche io. "sono stronza, me lo hai detto tu."

Non mi rispose alzandosi lentamente, prese una sigaretta dal pacchetto che era sopra il comò. "accendino?" mi guardò.

Glielo presi dalla mia tasca e gliel'accesi. "dobbiamo sempre litigare noi due?" chiese facendo un tiro.

"non pronunciare 'noi due', Sfera."

Tirò fuori il fumo dal naso. "una mezza spagnola con un italiano." pensò mormorando. "non abbina un cazzo." mi guardò con il suo sguardo freddo.

"sei sempre così cinico?" mi sedetti sull'angolo del letto dandogli le spalle. "non ti ho mai visto ridere davvero."

"beh, ho riso quando ti ho buttato nella mia piscina."

Mi girai a guardarlo sorridendo. "stronzo."

Spense la sigaretta a metà nel posacenere. "vieni quà."

Lo guardai e mi avvicinai facendo attenzione a dove mettere le mani, il suo corpo sembrava una pista piena di buche.

Mi fece poggiare la testa sulla sua spalla, annusai il suo profumo da uomo. Sentii le sue mani poggiarsi sul mio fianco, così intrecciai le gambe nelle sue. "davvero non vuoi dirmi cos'è successo?" sussurrai guardandolo.

Scosse la testa sospirando. "non mi guarderesti più in faccia."

"prova."

Mi guardò. "lascia stare, bambina." finse un sorriso. "sono cose troppo grandi per te."

Non insistetti, lo guardai nel silenzio per qualche minuto. Mi alzai di poco e provai a mettere le mie labbra sulle sue, ma si spostò. "Ex." mormorò.

Solcai le sopracciglia. "perchè non mi baci?"

Ragionando in pochissimi secondi non lo aveva mai fatto, quando ci provavo schivava la testa.

"non bacio nessuna."

Scossi la testa cercando di capire. "quando mai lo farò, vorrà dire che sarà una donna speciale." mi guardò negli occhi. "quello che provo in un bacio è diverso da quando scopo."

"hai mai baciato qualcuna?" mi venne spontaneo chiederglielo.

"solo una."

"e poi?"

Sorrise. "vuoi sapere un po troppo, signorina." stetti zitta, immaginavo avesse il cuore di pietra per colpa una ragazza. "sei buffa vestita così." mi guardò le gambe.

Mi guardai involontariamente, tuta e maglietta rosa Nike, cosa c'era di strano?

"perchè, tu quando dormi ti vesti Gucci?" ironizzai.

Rise. "lo stile è sempre."

Scossi la testa sbuffando. "non ti sopporto."

Improvvisamente suonò il telefono di Sfera, lessi velocemente 'Aaron'. "bro?" ripose lui.

"non posso, adesso."

"Aaron calmati, domani sistemo tutto io."

"sei ubriaco, fra. Vai a dormire."

"dove sei?"

"sto venendo a prenderti."

Chiuse la chiamata e mi guardò. "devo andare." provò ad alzarsi.

"in queste condizioni?"

"il mio amico ha bisogno di me."

Lo guardai mentre si alzava a stento. "vuoi compagnia?"

"non ti metto nei miei casini."

"se sei quà, ne sono già dentro."

Mi guardò freddo. "tu non sai un cazzo di me."

Sospirai chiudendo gli occhi. "allora non provare ad avvicinarti più a me quando ne avrai bisogno."

South Miami. ||Sfera Ebbasta||Where stories live. Discover now