10.

358 13 2
                                    

Part of Ester.

Indossai un vestito a tubino da ufficio nero con i tacchi dello stesso colore. Mi truccai, pettinai i capelli e misi il mio profumo sul collo.

I miei soliti accessori e afferrai una borsetta Chanel, dove misi dentro chiavi di casa, della macchina, il mio iPhone e le sigarette.

Salii di corsa in macchina e guardai l'orario al mio polso, 8:23. Non era tardi, ma neanche presto. Non era da me arrivare sul posto di lavoro al pelo, prima volevo gustarmi un buon caffè rilassandomi.

Sul navigatore della mia Alfa Romeo, macchina italiana, misi l'indirizzo della riunione che avevo quella mattina alle 9:00.

Il navigatore mi segnò 16 minuti, perfetto direi.

Iniziai a guidare seguendo la strada di Maps.

Riipensai a quello che era successo la sera prima, i pugni di mio fratello contro Justin e contro Sfera. I pianti tra me e lui e gli abbracci da addormentati.

Non ero psicologicamente pronta a sentire, guardare e lavorare con Sfera dopo quello che era successo, sia la sera prima che qualche notte fa.

Gli avevo promesso che restava fra me e lui quel piccolo segreto, ma odiavo tenermi le cose dentro.

Non so quale grazia mi sarebbe venuta incontro quella mattina.

Parcheggiai l'auto e guardai in alto a me i piani del palazzo che sembravano non finire più. Davanti l'entrata era situata una fontana fatta a cerchio con in alto la scritta 'Bilion Headz' in rame.

Attraversai la fontana e andai all'entrata, suonai al citofono e mi aprii una guardia del corpo. "buongiorno." salutai normalmente.

Mi alzò le sopracciglia restando in silenzio. Probabilmente era d'abitudine non rispondere verbalmente alle persone nel locale, nell'ufficio e tra la sua gente.

Entrando dalla porta scorrevole, lessi il piano dell'ascensore, salii al decimo piano e trovai davanti a me una terrazza con tutta la vista di Miami.

Il cielo era chiaro, le nuvole erano sparse e il sole illuminava il mio viso. Respirai quell'aria mattutina che adoravo.

Di fronte a me c'era una lunga scrivania con dei fiori sul tavolo e qualche sedia attorno. "Ester." sentii chiamarmi.

Mi girai con la testa e trovai Sfera in completo nero e bianco, dalla spilla lessi Gucci. Stava venendo verso di me con una mano nella tasca e il suo solito sguardo freddo, da serial killer.

Rimasi un attimo incantata a guardarlo, era totalmente diverso anche in quel vestiario. Quante personalità aveva?

"buongiorno." risposi seriamente.

Mi porse la mano avvicinandosi, la guardai ed accettai stringendogliela. "così presto?" guardò il suo AP al polso.

Notai subito dopo il suo zigomo leggermente viola dato dal pugno di Anuel della sera precedente.

"si beh, non arrivo mai precisa agli appuntamenti." gli spiegai.

Annuii capendo la risposta. "gradisce un caffè, signorina Expósito?" mi domandò.

Solcai le sopracciglia guardandolo. "si.." risposi dopo pochi secondi. "grazie." aggiunsi stranita.

Non mi aveva mai dato del lei, non ne capivo il motivo.

South Miami. ||Sfera Ebbasta||Where stories live. Discover now