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L'atmosfera che si respirava nell'auto del ragazzo dai capelli neri era silenziosa e calma. Di sottofondo solo il fruscio delle macchine, quelle poche che si aggiravano per le strade della città a quell'ora così inoltrata della notte, e il lampeggiare delle frecce che Jungkook metteva per svoltare.
I due ragazzi erano usciti dalla locale, non prima che il festeggiato dicesse al proprietario che sarebbe passato a pagare il giorno dopo, e avevano camminato silenziosamente fino all'auto del minore.

Non faceva esageratamente freddo, dopotutto erano prossimi all'estate, eppure un fresco venticello scuoteva i loro capelli: stretti quindi nelle loro giacche a vento, avevano preferito lasciare il caos dei giovani per rintanarsi nella calma dei propri appartamenti.
Jungkook ormai conosceva a memoria la strada per la casa di Taehyung, quindi non dovette disturbarsi a chiedere indicazioni. Seduto nel sedile del passeggero, il ragazzo dai capelli viola non aveva spiccicato parola dall'inizio: si era incantato a guardare un punto fisso davanti a sé, lasciando che la sua mente vagasse senza una meta precisa.

Ormai un ultimo semaforo e un ultimo isolato separava la umile auto di Jungkook dal vicinato troppo familiare. Gettò uno sguardo veloce accanto a sé, notando come l'altro non si fosse mosso dalla posizione iniziale, notando i suoi occhi spenti e malinconici. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo, lasciando che dietro la sua auto si formasse una coda chilometrica e che dei clacson starnazzassero intimandogli di darsi una mossa.
Quando il corvino realizzò di essere pronto a prendersi anche degli insulti, per Taehyung, capí di essersi follemente innamorato di un suo cliente.
Ormai non aveva più via di scampo, e lo sapeva bene.

Jungkook accostò al vialetto che avrebbe poi portato al portone della palazzina di Taehyung, a cui si poteva accedere solo per via pedonale, e spense dopo l'auto.
Il viola si accorse del palazzo familiare, rendendosi conto di aver fatto una pessima figura con l'host che era stato tanto gentile nei suoi confronti. Si schiarí la gola, sistemando sul posto e andando poi a slacciarsi la cintura.
Taehyung si ritrovò a frugare goffamente nella tasca posteriore dei suoi jeans neri alla ricerca del portafoglio, da cui estrasse una banconota da 50 mila won.
La porse poi verso Jungkook, guardandolo in attesa che la prendesse.

«Perché?» chiese il corvino, sistemandosi meglio sul sedile in modo da poter guardare Taehyung.
«Per avermi tenuto il gioco stasera e avermi accompagnato a casa.» rispose sbiascicando il viola, osservando con occhi patinati dall'alcol il corvino.
Ottenne un sonoro sospiro, in risposta, e un sorriso amaro da parte di Jungkook.
«Taehyung, stasera sono in veste di Jungkook, non di JK. Non li voglio quei soldi, non ho fatto nulla per meritarmeli.»
«Ma sei stato con me per tutta la sera!» il tono di voce era simile a quello di un bambino.

«Perché lo volevo.» rispose semplicemente il più piccolo, la voce mielata.
Taehyung rimase abbastanza deluso, forse a causa della sua sbronza, che amplificava le emozioni, o forse perché effettivamente non riusciva ad accettare il fatto di non essere stato abbastanza rispettoso con l'host, neanche l'ultima volta che si erano visti. I sensi di colpa si impossessarono presto di lui, tanto a spingerlo a «Insomma, vi sarà qualcosa che vuoi. Una maglia... Un videogioco, un libro che ne so...»
Gesticolò con le mani, suscitando una piccola risata nel corvino.

Passò qualche attimo prima che le parole di Jungkook arrivassero dritte al cuore dell'altro.
«Voglio che tu sia felice. Davvero. Solo questo.» con una semplicità disarmante, e Taehyung abbassò la testa, sentendosi così tremendamente sbagliato.
Sbagliato perché ogni volta che quella gentilezza arrivava, lui era pronto ad erigere un muro per bloccarla. Perché lui amava ancora Yoongi, in fondo, e Jungkook lo sapeva. E dall'altra parte del muro c'era un Taehyung troppo legato al passato e scettico del futuro, pronto a difendersi con unghia e denti in caso qualcuno di nuovo dovesse far ingresso nel suo cuore.

«Vorrei esserlo anche io» mormorò in un soffio, il viola, sentendo gli occhi pizzicare. «È difficile.» il silenzio della macchina li avvolgeva, le parole del loro cuore erano urlate.
«Se ti offrissero un pigiama che faresti?» chiese Taehyung.

Jungkook lo guardò con un sopracciglio alzato, non capendo il senso di quelle parole enigmatiche. Che la sua sbronza fosse più forte di quanto gli era sembrato di capire?
Taehyung si morse un labbro, sentendosi sull'orlo del pianto. Guardò in alto per evitare che le lacrime scendessero, eppure una sfuggí al suo controllo, celata dal buio dell'auto.
«Dormiresti con me stanotte?» si spegò meglio poi, parlando a bassa voce. «Solo...voglio compagnia... Solo dormire.»

A Jungkook mancò un battito, e per un momento credette di essere lui quello ubriaco.
Prese un bel respiro, non riuscendo ancora a metabolizzare la cosa.
«Se può renderti anche un briciolo più felice, dormirò con te tutte le notti.»

Choose your oppa | Taekook / Kooktae [BTS fanfic] حيث تعيش القصص. اكتشف الآن