Con la tazzina del suo caffè a mezz'aria e il cellulare in mano, Samantha cambiò espressione. La sua fronte severa si rilassò e lei cominciò a scorrere il pollice sullo schermo con un certo stupore.

Dieci minuti più tardi il mio telefono squillò. Si trovava sul comodino di fianco al letto, ma Samantha non poteva sapere che al momento non riuscivo a rispondere. Fu mia madre ad accettare la chiamata.

"Jimin?" chiese Samantha.

"Sono la madre."

"È sveglio?"

"Raggiungici subito. Devi venire a vedere."

Samantha non se lo fece dire due volte. Abbandonò il suo caffè, prese il tablet sottobraccio, corse su per le scale dell'albergo con i tacchi. La moquette attutiva ogni suono, ma noi la sentimmo comunque arrivare. Samantha trovò la porta della mia stanza già aperta e quando si affacciò per capire cosa stava succedendo le cascò la mascella. Telefonò immediatamente al fotografo ufficiale del tour che ci raggiunse seduta stante.

La mia stanza era stata inondata di fiori. Ce n'erano di tutti i tipi, di tutte le specie, di tutti i colori, anche se prevaleva un delicato rosa, ed erano così tanti che il pavimento non si vedeva più. Io ci ero seduto in mezzo, come se si trattasse di un campo all'aria aperta. Ero ancora in pigiama, mi tenevo le lenzuola del letto attorno alle spalle ed ero più febbricitante che mai, ma il fotografo andò matto per quell'aria un po' sbandata che avevo. Gli occhi gonfi e lo sguardo poco lucido mi facevano sembrare reduce da una notte brava, ma almeno non dovevo sforzarmi di posare e fare smorfie ridicole. Ogni tanto ero sul punto di riaddormentarmi mentre mi mitragliava con la sua macchina fotografica, ma non potevo dire di non essere contento.

Erano stati i fan dei J-EY a mandare i fiori. Non solo quelli che erano presenti all'ultimo concerto, ma anche quelli che avevano seguito la vicenda da casa. Doveva esserci stato un passa parola, un qualche hashtag, un progetto di gruppo che aveva portato una folla di sconosciuti a comprarmi tutti quei fiori e a scrivere tutti lo stesso bigliettino d'accompagnamento. "A Park Jimin. Il ragazzo innamorato."

Un chiaro riferimento al testo della mia canzone. Non è amore, è la febbre.

Era tutto incredibile, ma Samantha mi diede notizie ancora più strabilianti.

Le mie pagine social stavano esplodendo. I video della canzone improvvisata erano ovunque, l'unico video musicale che avevo girato coi J-EY stava avendo un incremento di visualizzazioni e il cellulare di Samantha si stava fondendo a forza di ricevere telefonate. Gente di spettacolo con cui non avevo mai avuto a che fare chiamava per sentire come stavo, chiedeva se ero disponibile per delle interviste telefoniche, se potevo far visita alle loro radio finché eravamo in tour. Ma la cosa più incredibile erano i commenti delle persone sui social.

"Dov'è la versione studio di Whipped?"

"Quando uscirà?"

"Perché non trovo Whipped su Spotify?"

"Amo questa canzone."

Era questo il commento che si ripeteva più spesso e Maggie mi sorrideva ogni volta che Samantha ce lo ad alta voce.

"Sai cosa vuole dire questo, Jimin?" mi chiese la mia manager.

"Cosa?"

"Che torni in studio di registrazione."

"La Gibbs mi farà un contratto da solista?"

"Credo proprio di sì."

Lanciai un verso entusiasta e subito il fotografo mi accecò con il flash. Maggie e mamma si abbracciarono, Samantha se ne andò con aria soddisfatta ed io mi lasciai cadere all'indietro tra i fiori, incredulo.

Qualche settimana più tardi, il popolo dei social ebbe quello che aveva chiesto. Lavorai su Whipped non appena mi passò la febbre, poi andai in uno studio di registrazione e incisi la canzone che rilasciai pochi giorni dopo. Gli ascolti su Spotify andarono alle stelle, la canzone venne richiesta alla radio, Samantha mi disse che avremmo girato un video musicale. Ne annunciai l'uscita alla fine di un concerto e il pubblico ne parve entusiasta.

Era sempre di più la gente che veniva ai concerti. Il pubblico si stava trasformando, cambiavano le facce e cambiavano gli atteggiamenti. Ovviamente rimaneva tutto quanto sotto il nome dei J-EY, ma Whipped era stata aggiunta alla scaletta e i nuovi fan sgomitavano per arrivare sotto al palco quando ne sentivano le prime note. Conoscevano le parole a memoria, cantavano più forte di me, allungavano le mani nella speranza che gliele stringessi.

Iniziarono ad arrivare i primi cartelloni dedicati soltanto a me. I primi cori. Erano tantissimi i giovani che portavano dei fiori di campo e li facevano passare di mano in mano per farmeli arrivare sul palcoscenico. Quando mi sentivo chiamare a squarciagola salutavo, impacciato, mi venivano scattate centinaia di fotografie che poi si riversavano sui social.

Samantha me lo disse chiaramente che c'era stato un incremento dei biglietti venduti. La maggior parte delle persone erano ancora lì per i J-EY, com'era giusto che fosse, ma qualcuno era lì esclusivamente per me. Erano le stesse persone che ora cercavano di intercettarmi negli spostamenti dallo stadio all'hotel, che chiedevano una foto se mi beccavano alle fermate in autostrada, che mi scrivevano nei messaggi privati di Instagram e Twitter.

La situazione si stava evolvendo ad una velocità spaventosa e la gente attorno a me cercava di farmelo notare, ma a me sembravano tutti casi isolati. Credevo si trattasse di una cosa momentanea, stava succedendo tutto troppo velocemente per non rischiare di sparire allo stesso modo, ma poi ci pensarono i fatti a mettere le cose nero su bianco.

Io e i J-EY avevamo appena finito un concerto. Ero tutto sudato, stavo scendendo le scale che portavano ai camerini mentre ero alla disperata ricerca di una bottiglietta d'acqua, quando mi ritrovai davanti la troupe al completo. A giudicare da come se ne stavano tutti compatti e impettiti dovevano star aspettando qualcuno e a giudicare dal modo in cui mi sorridevano stavano aspettando me. Chiesi cosa stesse succedendo, loro si fecero da parte. Abby mi venne incontro con un carrellino portavivande che trasportava una torta.

"Non è il mio compleanno." balbettai non appena la vidi. Ero mortificato, ma la mia reazione fece ridere tutti i presenti. Abby mi si parò davanti e finalmente vidi cosa avevano fatto scrivere sulla glassa. Whipped era entrata nella classifica delle cinquanta canzoni più ascoltate del momento in America.

Mi misi le mani davanti alla bocca. Guardai Abby con tanto d'occhi, lei mi abbracciò. Tutti i presenti vennero ad aggiungersi al nostro abbraccio e io mi ritrovai a piangere, ridere, chiedere se era vero, ridere un po' di più. 

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Where stories live. Discover now