Capitolo 3

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Il sole si posò sul suo viso, svegliandola dal sonno agitato in cui, la sera prima, era sprofondata. Mille pensieri sulla Stanza delle Necessità e Malfoy le giravano nella testa e le avevano impedito di fare sonni tranquilli; alla fine, tutta sudata e con le lenzuola attorcigliate attorno alle gambe, aveva chiuso gli occhi e si era addormentata, svegliandosi di tanto in tanto col cuore in gola.
Si mise a sedere, passandosi le mani sul volto e attendendo che la testa smettesse di girare vorticosamente. Quando finalmente si sentì pronta, posò i piedi sul pavimento freddo e andò a fare la doccia, dopodiché si vestì velocemente e scese nella Sala Comune. Già dalla cima delle scale sentì le voci di Harry e Ron che battibeccavano e un sorriso le si stampò sulle labbra, mentre percorreva gli ultimi scalini e li raggiungeva.
Non appena i due ragazzi alzarono la testa, due grandi sorrisi la abbagliarono. -Hermione!- esclamò Harry, abbracciandola come se il giorno prima non l'avesse vista. -Dov'eri sparita ieri?- le chiese, mentre insieme uscivano e si dirigevano verso la Sala Grande.
Giusto, pensò Hermione, dandosi della stupida. Non aveva ancora deciso che cosa raccontare ai suoi amici, magari avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa, perché con tutta probabilità Harry non avrebbe lasciato perdere la situazione con tanta facilità, senza prima andare fino in fondo. Ci pensò ancora un attimo, prima di dire: -Ero in Biblioteca...- gli occhi che guardavano davanti a sé, in cerca di qualcosa da fissare per non scoppiare in una risata isterica. Non le piaceva mentire in generale, ma mentire ai suoi migliori amici... quella era troppo grossa da digerire. Fece per aprir bocca, quando Harry la interruppe e sussurrò: -Oggi, dopo le lezioni, devo andare da Silente, pare abbia un compito da assegnarmi- Ron emise un lungo fischio per poi prorompere in uno dei suoi soliti "miseriaccia", mentre Hermione si limitò a fissarlo. Non le sembrava poi così strano, dopotutto Silente si fidava ciecamente del ragazzo, tanto che gli avrebbe affidato la sua stessa vita. Anche lei avrebbe fatto lo stesso, in caso di estremo pericolo.
-Non hai idea di che cosa voglia parlarti?- gli chiese la ragazza, mentre sedevano alla solita postazione nel tavolo dei Grifondoro. Guardò da dietro le folte ciglia il suo amico, mentre si serviva la colazione nel piatto: non sembrava particolarmente preoccupato da quanto sarebbe successo nell'ufficio del preside.
-No, ma sai com'è fatto Silente: quell'uomo ama il mistero più di chiunque altro- ribatté Harry, scrollando le spalle e addentando una fetta di pane tostato. Come al solito, accanto a lui, Ron si stava già ingozzando. Hermione alzò gli occhi al cielo, ma non poté ignorare il forte senso di nausea che l'aveva colpita, facendole passare immediatamente la fame: Harry era così sincero, buono e altruista, mentre lei in quel momento non si sentì altro che una bugiarda. Eppure non le sembrava né il momento né tantomeno il luogo adatto per fare confessioni del tipo"ieri sera ho visto Malfoy in versione 'spero-che-nessuno-mi-veda-se-no-lo-ammazzo'". Sospirò, spostando il piatto e cominciando a leggere il libro di Pozioni che, guarda caso, era proprio la prima lezione che aveva quella mattina.
-Non mangi?- le chiese con evidente preoccupazione Ron, sollevando le sopracciglia. Hermione alzò lo sguardo dal libro che aveva davanti, sbattendo le palpebre e annuendo leggermente. -Non ho molto appetito- fece del suo meglio per sorridere e, piano piano, vide scomparire l'espressione corruciata dal viso del ragazzo che, prima di tuffarsi di nuovo nella sua colazione, borbottò qualcosa che suonò come: "Dovresti mangiare, invece di fare la secchiona". La ragazza, però, non ci fece neanche caso, al contrario continuò a scorrere lo sguardo sulle pagine del libro di testo.
-Questo libro è strano- disse, senza neanche accorgersene. Stava parlando più a se stessa che ai suoi due amici, ormai immersi in una conversazione - a parer suo - noiosissima sul Quidditch. I due alzarono lo sguardo, scettici, e solo in quel momento la strega si accorse di aver parlato ad alta voce. Sospirò e mostrò le pagine ingiallite e sottili per l'usura: erano interamente scribacchiate, e in alcuni punti il testo era stato persino cancellato da spesse linee nere e successivamente riscritto da una mano ferma e decisa. -Insomma, non mi danno fastidio le cose di seconda mano, ma quando sono completamente pasticciate...- Hermione sbuffò, stizzita come non mai. Harry prese il libro tra le mani, scorrendo lo sguardo sulle parole scritte in una grafia elegante e ben leggibile, mentre Ron sbirciava da sopra la sua spalla.
-Ma vai alla prima pagina, il bello deve ancora venire- gli ordinò la ragazza, facendo un breve gesto con la mano. Quando l'amico ubbidì, lei indicò le parole scritte in cima alla pagina. -"Questo libro è di proprietà del Principe Mezzosangue"- recitò a memoria la Granger, mentre un brivido le percorreva la schiena: ogni volta che pronunciava, o semplicemente leggeva quelle parole, si sentiva a disagio. Chi era il Principe Mezzosangue?
Il primo a parlare fu Ron che, spiazzato, proruppe in un sonoro: -Miseriaccia!-
Harry, percorrendo le lettere sinuose con i polpastrelli, annuì brevemete. Poi si rivolse all'amica: -Chi te lo ha dato? Lo hai comparto in queste condizioni?- indicò il frontespizio tutto scollato e con i bordi rovinati.
Lei scosse la testa. -No, in realtà me lo ha dato Lumacorno- rispose, aggiungendo poi: -Non so come ma il mio l'ho perso-
-Se vuoi possiamo fare cambio di libro- le propose Harry, mostrandole poi la sua edizione nuova di zecca. -La McGranitt mi ha obbligato a seguire anche questa lezione, con una scusa del tipo "i-suoi-orizzonti-verranno-ampliati-signor-Potter" e poi mi ha praticamente supplicato di portare anche Ron- sorrise, ricevendo una gomitata dall'amico.
Hermione rise. -Oh, Harry, è molto gentile da parte tua, ma non mi fa nulla tenere quell'edizione- mentì la giovane, allungando un braccio verso la copia che le aveva recapitato Lumacorno, l'unica che tra l'altro era rimasta.
-Guarda che sei tu che fai un favore a me- la spronò lui, spingendole tra le mani il libro nuovo. A Hermione, quindi, non restò altro che accettarlo con un breve e silenzioso sorriso.
Quando ebbero finito di fare colazione, si diressero finalmente verso l'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione di Pozioni. Era strano non vedere Piton che li guardava con sguardo freddo, tuttavia i tre amici concordarono che Lumacorno li faceva sentire sicuramente più a loro agio. Quando tutti furono riuniti attorno al professore, quest'ultimo cominciò a presentarsi, per poi passare immediatamente alla lezione e mostrando loro tre diversi calderoni posti sul bancone accanto a loro.
-Ecco, vorrei mostrarvi alcuni tipi di pozione che ho preparato io stesso- così dicendo indicò il calderone sul lato sinistro, quello più vicino al tavolo dei Serpeverde. -Qualcuno sa dirmi che cosa contiene questo calderone?- chiese, guardando con occhietti vispi gli studenti che, con curiosità, si avvicinarono un poco e sbirciarono il liquido che vi si celava all'interno: sembrava semplice acqua pura.
Hermione, pronta come sempre, alzò di scatto la mano, e quando il professore le diede la parola, rispose sicura: -È il Veritaserum. È una pozione incolore e inodore che costringe chiunque la beva a dire la verità-
-Benissimo, signorina Granger, benissimo!- Horace Lumacorno sembrava alquanto allegro e, man mano che continuava a indicare le diverse pozioni, il suo sorriso sembrava ingrandirsi sempre più. Era sicuramente un grande onore, per lui, avere una studentessa sveglia come Hermione Granger. Indicò il calderone sul lato sinistro, quello più vicino al tavolo dei Corvonero.
Prima che l'uomo potesse anche solo chiedere che cosa fosse, Hermione aveva la mano alzata. Di nuovo, rispose prontamente: -Quella è sicuramente Pozione Polisucco- infatti, nel suddetto calderone, stava bollendo una sostanza fangosa e piuttosto disgustosa alla vista. Ancora una volta, Lumacorno battè le mani con entusiasmo e puntò il dito verso l'ultimo calderone, quello nel mezzo. -Questa, invece... oh, signorina Granger?- questa volta era davvero sorpreso nel  vedere la mano della ragazza nuovamente alzata. Ci fu un mormorio di irritazione da parte di alcuni Serpeverde, ma per il resto nessun altro sembrò prendersela con lei, dopotutto sapevano qual era il rischio a frequentare le lezioni con Hermione Granger.
-Quello è il filtro d'amore più potente del mondo!- esclamò. -Amortentia- tutte le ragazze sollevarono le sopracciglia, avvicinandosi al calderone e studiando il vapore della pozione salire a spirale verso il soffito. -Se non sbaglio dovrebbe cambiare odore per ciascuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae-
Lumacorno battè altre tre volte le mani, al culmine della contentezza. -Meraviglioso, davvero! Direi che venti punti a Grifondoro non li toglie nessuno, eh?- esclamò, spostandosi di poco verso la sinistra, rivelando così un quarto oggetto, ossia una piccola e luccicante fiala a forma di goccia. Hermione alzò le sopracciglia, mentre Michael Corner faceva presente al professore che non aveva detto cosa ci fosse dentro quella fiala.
-Oh... oh, certamente!- Lumacorno si diede una pacca sulla fronte. -Questo è il premio che darò alla fine della lezione: una piccola bottiglietta di Felix Felicis- rivolse uno sguardo a Hermione che, nel sentir ponunciare il nome di quella pozione, trattenne rumorosamente il fiato e spalancò gli occhi. -E, ovviamente, lei sa che cos'è, signorina Granger, non è così?-
-La Felix Felicis è anche conosciuta come fortuna liquida- deglutì, senza distogliere lo sguardo dalla piccola fialetta. -Regala a colui che la beve un po' di fortuna- e si morse il labbro inferiore mentre, come tutti gli altri, rimaneva ipnotizzata da quel semplicissimo liquido trasparente.
-Cosa dovremmo fare per ottenerla?- si intromise la voce gelida di Malfoy.
-Beh, a pagina dieci del vostro libro troverete indicazioni per preparare un  Distillato della Morte Vivente. È una pozione piuttosto difficile da preparare, quindi non mi aspetto la perfezione da voi, tuttavia solo chi preparerà il miglior Distillato lo premierò con la Felix- guardò l'orologio e alzò un dito. -Avete un'ora e mezza da... questo momento!- e detto questo osservò con soddisfazione gli alunni correre alle proprie postazioni.
Dopo quello che sembrarono secoli, Hermione guardò con disgusto il proprio calderone, mentre cercava di mescolare la sostanza viscida e fangosa che era tutto tranne che un ottimo Distillato della Morte Vivente. No, lei di sicuro non avrebbe vinto la Felix Felicis. Guardò Harry che, con tranquillità, aspettava che il professore si avvicinasse al suo Distillato per controllarne la qualità. La ragazza sbirciò il contenuto del calderone, attorniata dal resto della classe, mentre Horace Lumacorno buttava una fogliolina nel liquido perfettamente nero preparato da Harry. La foglia si accartocciò su sé stessa, per poi venire disintegrata: un Distillato della Morte Vivente fatto coi fiocchi!
-Come hai fatto a prepararlo? È totalmente impossibile!- sussurrò la Granger al suo amico.
Harry scrolló le spalle con disinvoltura, sventolandole davanti alla faccia il libro di Pozioni. -Era tutto qua dentro- detto questo, fu distratto da Lumacorno che, con una stretta amichevole, lo tirò al  proprio fianco. Hermione non poté trattenere il sussulto di gelosia che la scosse, quando il professore strinse la mano di Harry e  gli consegnò la Felix, sotto gli occhi stupiti di tutti. Certi si voltarono a guardare Hermione: pareva che, per quell'anno, la prima della classe non sarebbe stata lei.

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