Capitolo 11

1.9K 134 13
                                    

Hermione si guardò allo specchio, lisciando il morbido tessuto del maglioncino che si era infilata. Quella sera si sarebbe tenuta la famosa cena del professor Lumacorno e la ragazza stava cercando di ottenere un risultato - se non ottimo - almeno passabile; tuttavia, per quanto continuasse a girarsi e rigirarsi davanti a quello specchio, sul suo volto non era riuscito a sbocciare neanche un abbozzo di sorriso. Era indubbiamente bella, glielo avevano ripetuto più volte anche le altre ragazze del dormitorio, nonostante ciò non era per quello che Hermione Granger non riusciva a sorridere: gli avvenimenti dei giorni precedenti le si erano ben piantati nella testa, assillandola e rendendo vano persino lo studio. Tutti si erano accorti che, in lei, qualcosa non andava: dal viso visibilmente pallido, ai risultati scolastici che - benché sempre indiscutibilmente brillanti - non sembravano soddisfarla minimamente. Se prima, davanti al massimo dei voti, aveva un sorriso orgoglioso, adesso rimaneva semplicemente impassibile e a stento guardava la prova eseguita con maestrale bravura. Comunque, anche con questi evidenti segni di un qualche turbamento, nessuno aveva osato chiederle cosa avesse. Un po' perchè tutti erano abbastanza in subbuglio e un po' perchè lei stessa non si lasciava avvicinare da nessuno, se non - ovviamente - da Harry e Ron. Dopo quello che era accaduto nel bagno di Mirtilla, Hermione aveva scambiato sì e no due parole con Harry, tenendosi per sé quello che pensava: nonostante provasse ancora un profondo affetto per il ragazzo, non riusciva a capacitarsi del suo gesto. Più volte, anche lei aveva desiderato ardentemente colpire Draco Malfoy - e una volta, al terzo anno, lo aveva fatto davvero -, tuttavia il gesto compiuto da Harry era ben più grave. Non sapeva cosa sarebbe successo se non fosse stata presente durante l'accaduto: qualcuno sarebbe intervenuto in tempo per salvare la vita di Malfoy? O il suo amico si sarebbe macchiato le mani della sua morte? Un freddo brivido le percorse la schiena, facendola tornare alla realtà, nella stanza calda e accogliente di Hogwarts, al sicuro e a giorni di distanza da quell'avvenimento. Non pensarci, Hermione, andrà tutto bene... andrà tutto bene, è solo una cena , poi andrai a dormire e domani sarà un giorno nuovo, parlò ancora alla propria immagine. Studiò il proprio profilo, cercando di posizionare i capelli vaporosi come meglio poteva, tuttavia non servì a molto: ciocche ribelli spuntavano ovunque, quasi stessero cercando di farle un dispetto. Alla fine, esasperata, scrollò il capo ed esalò un rumoroso sbuffo, roteando gli occhi. Era solo una stupida cena, perchè si stava tanto preoccupando dei capelli e di com'era vestita? Non era da lei essere così superficiale, preoccupandosi per un nonnulla. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, impedendo così alle proprie mani di continuare ad aggiustare inutilmente vestiti e capelli. Era perfetta così com'era, non aveva bisogno di preoccuparsi. Prese un profondo respiro e voltò le spalle allo specchio, chiudendo per un attimo gli occhi e incamminandosi successivamente fuori dalla stanza.

                              ***

I due si guardarono. Erano uno difronte all'altro, in uno dei molteplici corridoi della scuola. Di lì a poco sarebbe iniziata quell'insulsa cena a cui Blaise avrebbe dovuto partecipare, ma Draco lo aveva fermato prima che si potesse dirigere verso le stanze del professore di Pozioni. Gli si era piazzato davanti, bloccandogli la strada, e non si era ancora mosso per farlo passare. Stava aspettando pazientemente una risposta dell'altro, rimanendo impassibile: non aveva paura di un rifiuto da parte dell'amico, perchè sapeva che alla fine avrebbe ottenuto ciò che voleva. Nonostante tutto, però, era conscio del fatto che Zabini gli avrebbe posto delle domande. Ancora prima di porgli la richiesta, Draco si era preparato ad un possibile interrogatorio da parte sua, pensando ad ogni singola risposta e programmando alla perfezione le parole. In quel momento, si stava appunto ripetendo mentalmente quelle risposte, quando Blaise sospirò e scrollò il capo con un'espressione rassegnata in viso: -E va bene, in fin dei conti non avevo neanche voglia di stare seduto a quel tavolo, come un fenomeno da baraccone- disse con una lieve smorfia di disprezzo sulle labbra. Guardò l'altro dritto negli occhi e, Malfoy lo seppe ancora prima che parlasse, formulò la prima domanda: -Che cos'hai intenzione di fare, esattamente, Draco?- alzò lievemente il mento, incrociando le braccia davanti al petto e appoggiandosi contro il muro di pietra.
Malfoy aspettò un attimo prima di rispondere. Riordinò i pensieri, pronunciò mentalmente qualche parola, abbozzando una specie di monologo, per poi scuotere il capo con fare frustrato: era inutile stare lì a rigirarsi una risposta decente da dare all'amico, perchè la motivazione di tale gesto risultava alquanto ovvia ad entrambi. -Sai benissimo il perchè, Blaise- ribatté con leggera freddezza, alla fine. -Potter sarà presente, ovviamente...- si lasciò sfuggire poi, il disprezzo palpabile nel tono di voce, le mani serrate a pugno e l'odio che aveva messo radici persino nello sguardo. Però, quello stesso odio, anche se ancora presente, con il passare degli anni si era attutito fino a sbiadire lentamente. Lo odiava e provava il medesimo senso di competizione, certo, ma si sentiva quasi stanco di provare simili sentimenti; inoltre, quell'anno aveva ben poco tempo da dedicare a quell'insulso di Potter.
Gli occhi scuri di Zabini si strinsero a due fessure, mentre scandagliavano attentamente il viso pallido e contratto del compagno. Stette zitto per lungo tempo, come per lasciare spazio ai pensieri che divampavano in Draco,poi sospirò ancora e si strinse nelle spalle facendo un cenno affermativo col capo. -Va bene, non ti farò altre domande- ormai, aveva capito che non gli avrebbe dato vere spiegazioni. -Stai solo attento, Draco- mormorò infine, staccandosi con pigrizia dalla parete e voltandogli le spalle,tornando da dov'era venuto. Quella sera, alla cena del professor Horace Lumacorno, Blaise Zabini non si sarebbe presentato.
Draco lo guardò andarsene, stringendo fra le dita affusolate il biglietto che poco prima aveva rubato di mano al compagno. Restò fermo per lungo tempo, finchè Blaise non fu del tutto sparito dalla sua vista; dopodichè, con lentezza e quasi con un briciolo di pigrizia, abbassò lo sguardo freddo sul biglietto che, avendo contratto le dita, si era sgualcito. Lo lisciò con impazienza, alzandolo davanti al viso per studiarlo sotto alla luce delle fiaccole, ormai unica fonte d'illuminazione. Sulla carta ingiallita, svettava una calligrafia ordinata ed elegante, piena di riccioli e svolazzi. Piegò la lettera con un solo gesto delle dita, annoiato a morte da tutto quello: in realtà, non sapeva nemmeno perchè avesse chiesto quel favore a Zabini. Qual era il suo scopo? Quello di vedere la reazione di Potter, o quella della Granger? Quella schifosa Mezzosangue... si sorprese e non poco, quando scoprì che nessun brivido di repulsione lo aveva percorso. Ormai, l'immagine ben conosciuta di Hermione Granger, che gli compariva davanti agli occhi ogniqualvolta pensava alla parola "Mezzosangue", non gli provocava più disgusto. Questo lo preoccupava enormemente, eppure fu facile scansare via quel pensiero, mentre s'incamminava verso la propria meta.
Era notevolmente in ritardo, forse addirittura di un quarto d'ora, ma ciò non gli impedì di tenere un passo lento e calmo. Arrivò davanti alla porta prima del previsto, alzò una mano e bussò contro lo spesso legno, attendendo una risposta, dopodiché abbassò la maniglia ed entrò. Tutti si volsero a guardarlo, stupiti di trovarsi davanti alla sua figura pallida, al posto di quella scura ed altrettanto conosciuta di Blaise Zabini. Il primo a parlare, dopo lo stupore generale, fu Horace Lumacorno che, sfoggiando un sorriso compiaciuto quanto preoccupato, esclamò con voce gioiosa: -Oh, signor Malfoy, che piacevole sorpresa!- batté una sola volte le mani, alzandosi dalla propria postazione per andargli incontro. -Cosa posso fare per lei?- lo guardò con occhietti vispi, mentre quelli freddi e distaccati del ragazzo correvano su ogni persona seduta al tavolo. Fu palese l'assenza di Potter, ma quello che attirò maggiormente la sua attenzione fu un maglioncino color rosa antico, che lo portò ad osservare la figura ben conosciuta della Granger. Ma fu solo una frazione di secondo, poi tornò con gli occhi sul professore e gli tese il biglietto di Zabini. -Blaise mi ha pregato di venire da lei e chiederle scusa, è terribilmente dispiaciuto, ma non riuscirà a partecipare alla cena- un sorriso per niente allegro gli solcò le labbra, mentre Lumacorno dava un'occhiata distratta al biglietto che lui gli aveva consegnato. Dopo alcuni secondi passati a fissare il pezzo di carta, il professore tornò a guardare il giovane che se ne stava in piedi sulla soglia, apparendo perfettamente a suo agio. -Beh, presumo che lei possa unirsi a noi, Malfoy... per non far andare sprecato un posto a tavola!- disse con loquacità, tornando al proprio posto e indicando a Draco il suo. Quando anche Malfoy si fu seduto, la cena ebbe inizio, trascorrendo inaspettatamente piacevole: Hermione, infatti, aveva creduto che, dopo quell'interruzione, la serata non sarebbe stata più tanto gradita (non che all'inizio smaniasse dalla voglia di parteciparvi). Tuttavia, contro ogni sua aspettativa, Draco Malfoy non disse nulla che potesse farla pentire di aver accettato l'invito di Lumacorno, al contrario stette particolarmente silenzioso e si limitò a rispondere ad alcune domande che gli poneva sporadicamente il professore di Pozioni.
Quando la cena giunse definitivamente alla fine, Hermione si alzò dalla sedia e, dopo aver dichiarato buonanotte a tutti i presenti, sgusciò fuori dalla stanza e si dirisse con passo stanco verso il dormitorio Grifondoro. C'era talmente silenzio che non fu difficile per la ragazza udire i passi dietro di lei e, anche senza voltarsi, poteva indovinare a chi appartenevano: aveva passato troppe notti ad inseguirlo per i corridoi, troppe notti ad imparare il rumore dei suoi passi... Draco era dietro di lei e quando Hermione si fermò, in mezzo al corridoio deserto e semibuio, si arrestarono anche i passi alle sue spalle. Lentamente, si voltò e fissò gli occhi castani in quelli chiari di lui, mentre cercava di reprimere il brivido che la stava per scuotere.
-Malfoy...- disse, in un sussurro, per non disturbare i ritratti che stavano sonnecchiando pigramente. Socchiuse gli occhi e fece un passo indietro, quando lui ne fece uno avanti. Draco si arrestò di scatto, rimanendo immobile e silenzioso com'era stato per tutta la serata: mai neanche un insulto, mai neanche una battutina amara nei suoi confronti... solo rare e intense occhiate che Hermione non era riuscita ad interpretare, o che forse non aveva voluto capire. La mano corse alla bacchetta, nascosta nella tasca dei pantaloni, al sicuro. Il ragazzo non captò quel suo gesto o, se lo fece, non lo diede a vedere; dopo un attimo passato ad osservarla, disse anche lui con tono sommesso: -Perchè non mi hai lasciato morire?- era quella la domanda che voleva porle da ormai troppo tempo, che continuava a frullargli nella testa, tormentandolo e impedendogli di concentrarsi su ciò che era veramente importante per lui. Forse, dopo aver ricevuto la sua risposta, sarebbe riuscito a compiere il compito che gli era stato affidato.
La Granger sobbalzò, a quella domanda tanto inaspettata quanto prevedibile. Aprì la bocca, come per dire qualcosa - qualsiasi cosa - ma non uscì alcun suono dalle sue labbra, solo un flebile sospiro. Perchè lo aveva fatto? Per aiutare Harry, no? Per aiutare il suo migliore amico... ma nemmeno lei credeva a quella versione della storia: c'era stato qualcosa, che dentro di lei era scattato, portandola a compiere quelle azioni. Ma non poteva ammettere a Malfoy che lo aveva fatto per lui e non per Harry, sarebbe stato come cruciarsi da sola: stupido, insensato, doloroso.
-Per Harry, ovviamente- rispose alla fine, alzando di poco il mento per apparire più sicura di sé. -Sarebbe andato nei guai, sei tu fossi...- non riuscì a pronunciare la parola "morto", un nodo alla gola le impedì momentaneamente di parlare, ed in quel lasso di tempo i  cui rimase zitta, Draco ne approfittò per parlare: -Davvero, Granger? Potter è nei guai comunque, nonostante il tuo brillante intervento, quindi cerca di inventarti una bugia migliore...- era stato brusco, tanto che per poco non svegliò il ritratto accanto a lui. Nemmeno Malfoy sapeva perchè stesse insistendo così tanto a sapere la verità, normalmente si sarebbe limitato a far finta di niente, fregandosene.
Hermione si morse l'interno della guancia, stringendo di scatto le mani a pugno. -E tu, Malfoy?- lo sfidò con lo sguardo, mentre con gli occhi lucidi gli chiedeva: -Tu perché mi hai difeso da McLaggen?- dato che voleva tutte le carte in tavola, anche lei avrebbe esposto i propri quesiti. Se lui voleva la verità, lei avrebbe chiesto qualcosa in cambio. Una verità per un'altra verità: sembrava uno scambio equo.
Il ragazzo sembrò essere colpito in pieno viso da una secchiata di acqua gelida. Non aveva pensato a quel giorno, quando aveva agito senza pensare: aveva visto quell'idiota di McLaggen afferrarla per il braccio, talmente insistente... e qualcosa, dentro di lui, era scattato. Ma non poteva ammetterlo, anche perché lui stesso non capiva cosa volesse dire. Avrebbe dovuto voltarsi dall'altra parte e far finta di non aver visto, così la Granger si sarebbe risparmiata quell'espressione vittoriosa, che poteva benissimo scorgere anche nella semioscurità che ammantava il corridoio. -Stupida Mezzosangue, che cosa ti fa pensare che io ti abbia difeso?- una smorfia disgustata, talmente ben architettata da sembrare sincera, gli comparì sul viso distorcendone i lineamenti delicati. -Stavo soltanto...- ...soltanto cosa? Si pentì di aver aperto bocca, anzi no: si pentì di aver chiesto a Blaise di partecipare a quella stupidissima cena al posto suo. Che cosa gli era saltato per la testa? Parlare a quella sporca Mezzosangue... eppure non percepì il disgusto che avrebbe dovuto sentire.
La ragazza scosse il capo, stringendo le labbra in una linea sottile e trattenendosi dall'urlare per la frustrazione. Che cosa si era aspettata? Le era sembrato strano che, fino a quel momento della serata, non l'avesse ancora chiamata Mezzosangue. Fu in quel momento che si voltò, facendo il gesto di tornare sui suoi passi. Fu un quell'esatto istante che Malfoy l'afferrò per il polso e cercò di trattenerla: voleva delle risposte e le avrebbe ottenute, quella sera stessa. Ma non aveva pianificato quello che successe dopo, anzi, non si accorse nemmeno di ciò che stava succedendo al momento. Hermione si voltò di scatto verso di lui, per allontanarlo da sé con una spinta e liberare il polso dalla sua presa ferrea, ma non aveva calcolato le distanze: Malfoy era troppo vicino, il suo viso a pochi centimetri di distanza... e fu in quel corridoio pieno di oscurità e silenzio, che le loro labbra si congiunsero. Era stato solo uno stupido errore: Draco era stato troppo brusco nell'avvicinarsi, Hermione non si era resa conto della sua vicinanza. Un errore, ecco cos'era stato. Eppure... eppure le loro labbra combaciarono alla perfezione, aderendo completamente e indugiando le une sulle altre per quelli che parvero secoli, prima che entrambi si rendessero conto. Occhi negli occhi, labbra sulle labbra. Si spinsero via a vicenda, la ragazza con le guance arrossate e lui a occhi sgranati.
Hermione Granger si passò il dorso della mano sulle labbra, come nell'atto di pulirsi da quel bacio; in realtà, nonostante la momentanea sorpresa, non aveva provato affatto disgusto, e forse fu quella la cosa che la spaventò maggiormente.
Draco Malfoy riuscì solamente a stare immobile e guardarla con le sopracciglia corrugate. Passarono alcuni minuti, nessuno dei due osava fare la prima mossa, parlare per primo e distruggere quel momento di confusione. Ma poi lui disse: -Non è successo- indietreggiò, dopodiché le voltò le spalle e s'incamminò apparentemente calmo dalla parte opposta del corridoio, lasciandola tremante nel buio.

                                 ***

Scusate la lunga attesta, ma sono davvero occupatissima con la scuola, dato che quest'anno ho la maturità. Spero, almeno, che questo capitolo sia all'altezza delle aspettative. Grazie per chi continua a seguirmi, nonostante la mia scarsa frequenza nel pubblicare!! Siete fantastici :) ♥♥

lastelladelmattino

Perchè sei diversa questa sera? ||IN REVISIONE||Where stories live. Discover now