Capitolo 23

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"Contro i sentimenti siamo disarmati, perché esistono e basta, e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento. Su di esso non abbiamo alcun potere"
                             
                          (Milan Kundera)

Quando si svegliò, la mattina successiva, Hermione tastò lo spazio vuoto e ormai freddo che recava ancora la forma del corpo di Draco. Un lento sorriso prese il possesso delle sue labbra, mentre le sue dita si arricciavano attorno al lenzuolo, seguendo la forma del tessuto stropicciato. Dopo quelle ultime parole, la ragazza era stata a lungo in silenzio, non riuscendo a spiccicare parole per le forti emozioni accatastate dentro il suo petto. Le labbra erano rimaste serrate, gli occhi sbarrati erano corsi a guardare qualcos'altro che non fosse Malfoy, e le sue mani si erano serrate a pugno. Lui l'aveva guardata a lungo, studiandone la reazione e assimilando ogni sua piccola espressione; le aveva lasciato il tempo di immagazzinare quelle parole, sussurrate a mezza voce e con un nodo in gola, dopodiché l'aveva stretta contro il proprio petto. Aveva accettato il suo silenzio senza alcuna protesta, cullandola tra le proprie braccia, dolcemente. Le labbra del ragazzo bramavano ancora i baci della Granger, ma non tentò in alcun modo di avvicinarle a quelle di lei, ben sapendo che la ragazza aveva bisogno di tempo. Anche se si fosse trattato  di interi giorni, lui l'avrebbe accettato: per la prima volta in vita sua, provava un sentimento forte e sconosciuto. Tale emozione aveva un nome, dentro di lui, ma le sue labbra ancora non riuscivano a pronunciare quella parola. Amore. Era un concetto sconosciuto, soprattutto se provato nei confronti di quella che - fino a qualche mese prima - non era altro che la Mezzosangue.
Hermione ricordava ancora la sensazione di quelle braccia forti e familiari che la stringevano per la vita, sentiva ancora il profumo di cui erano impregnati gli abiti del ragazzo... provava ancora la stessa sensazione ingarbugliata nel petto, se solo riportava alla memoria quelle parole surreali. Draco Malfoy aveva forse ammesso di amarla? No, nemmeno lei riusciva a pensare a quella parola.
Si rigirò nel letto, affondando il viso contro il cuscino e respirando a fondo. Il suo profumo era ancora lì, intrappolato nel tessuto candido, pronto ad assalirla come una dolce carezza. Il cuore prese a batterle all'impazzata, chiuse gli occhi di scatto e strinse le mani attorno alla fodera del cuscino, mordendosi energicamente il labbro inferiore. Non appena ripensava a ciò che era successo appena qualche ora prima, o alle ultime parole di Malfoy, sentiva un potente senso di gioia che la invadeva, togliendole il fiato.
Stringendo i denti e prendendo un po' di coraggio, la Granger si alzò dal letto, aspettando pazientemente che il giramento di testa fosse passato, prima di poggiare la pianta dei piedi sul pavimento freddo. Tre giorni totalmente passati distesa in un letto e priva di conoscenza, non avevano fatto altro che indebolirla, tuttavia si fece forza e si obbligò a mettersi in piedi. Vacillò, poi si ricompose e lasciò che i propri occhi castani vagassero lungo la stanza; a parte lei, non c'era nessun altro steso sugli altri lettini dell'infermeria. Tirò un sospiro di sollievo. Addocchiò i suoi vestiti ordinamente piegati in fondo al letto e iniziò a togliersi il pigiama, prima di cacciare un piccolo urletto di sorpresa quando si rese conto che qualcuno, effettivamente, c'era.
-Draco!- strillò, tornando a coprirsi con la maglia del pigiama. Restituì lo sguardo al ragazzo che, da chissà quanto tempo, la stava fissando con i suoi occhi glaciali. -E tu che cosa ci fai qui?! Credevo te ne fossi andato!- continuò a parlare con un tono di voce acuto, troppo agitata per poter ragionare con lucidità. Nonostante tutto, però, percepiva una folle felicità invaderla, che le aveva fatto liberare un intero nugolo di farfalle nello stomaco.
Draco sbadigliò, coprendosi svogliatamente la bocca con una mano. -Ho dormito qui, Granger. Non è ovvio?- si mise seduto, buttando le braccia in alto e stiracchiandosi come un felino. -È inutile che ti copri, Granger, non c'è molto da vedere là sotto-
Gli arrivò un cuscino in faccia, prima ancora che potesse difendersi. -Beh, se non c'è niente da vedere allora girati, se non ti dispiace- lo guardò quasi con aria di sfida, mentre il biondo sbuffava contrariato e continuava a fissarla con insistenza. Hermione strinse le mani attorno al tessuto del pigiama, scuotendo il capo per poi dargli personalmente le spalle, tornando a vestirsi con le guance che tornavano ad essere incandescenti. Quando si voltò di nuovo verso il ragazzo, carpì una strana occhiata da parte sua, che le fece partire una serie di brividi lungo tutto il corpo e culminarono come una specie di scossa elettrica in testa. Si schiarì la voce, passandosi le mani nei capelli per cercare di rendersi il più presentabile possibile, anche se i suoi indomabili capelli ricci sembravano fare ciò che volevano, sgusciando via dalle sue dita.
-Perché mi guardi in quel modo?- gli chiese, notando che Malfoy non aveva ancora distolto lo sguardo e la seguiva in ogni movimento. Tentò di tenere lo sguardo fisso negli occhi di lui, ormai talmente familiari da sapere anche che sensazione si provasse ad averceli addosso, tuttavia fu presto costretta a concentrarsi su qualcos'altro. Come il numero di piastrelle che componevano il pavimento, il numero di grinze formate dal lenzuolo dentro cui era stata stesa fino a pochi minuti prina, oppure al numero di battiti cardiaci al minuto. Tutto, fuorché guardarlo di nuovo negli occhi e riuscire a tenere lontano da sé il ricordo della notte precedente.
Colse un vago movimento, quando lui si alzò con movimento fluidi dal letto, per scivolare verso di lei. -Che cosa c'è, Granger? Non posso più guardarti?- mormorò in un soffio, quando fu abbastanza vicino da farsi sentire. Agganciò il suo mento con le dita, costringendola ad alzare il viso verso di lui, intrecciando di nuovo i loro sguardi; si cibò del miele dei suoi occhi, caldi e accoglienti, pieni di amore verso di lui. Amore. Era quello che leggeva negli occhi della Granger, l'amore? Era la sensazione che provava al centro del petto, come di qualcuno che gli stava stritolando il cuore in una ferrea morsa?
Hermione scosse freneticamente il capo, trattenendo il fiato per la sua vicinanza. Era strano, ma ancora non si era del tutto abituata a quella sensazione, ai sentimenti che provavano l'uno verso l'altra. Era qualcosa di incredibile, che le faceva anche un po' paura. -Non ho detto questo!- protestò, chiudendo gli occhi quando sentì le mani di lui che avevano iniziato una lenta esplorazione del suo viso, scendendo poi ad accarezzarle il collo. -Draco?- sussurrò con voce strozzata.
-Sì, Granger?- le chiese di rimando. Un lento sorriso gli danzava sulle labbra, quando vide la reazione che il suo tocco aveva su di lei.
-Non pensi che dovresti andare adesso? Se vengono a vedere come sto e ti trovano qui, cosa credi che penserebbero?- si dovette impegnare con tutta se stessa per riuscire a pronunciare quelle parole, perché non avrebbe voluto per nulla al mondo rinunciare a quelle carezze dolci. Voleva che Draco non smettesse mai più di toccarla. Era strano da ammettere, anzi, del tutto fuori di testa dati i loro sentimenti precedenti, nonostante ciò era troppo palese l'emozione che sentiva dentro di sé. Era quasi del tutto impossibile non accorgersi di ciò che provava nei confronti dell'altro, non solo per le guance accaldate ed il fiato corto, ma anche per i lunghi brividi di piacere che le scuotevano ogni anfratto del suo corpo.
Malfoy sospirò, continuando a tenere le mani su di lei, scendendo oltre il collo, disegnando con le dita il profilo del corpo di lei. I vestiti non erano altro che un ostacolo, il ragazzo avrebbe voluto poter oltrepassare il tessuto, accarezzare la sua pelle nuda. -Probabilmente sarebbe la mossa più intelligente da fare- ammise lui stesso, continuando a stare ad un soffio da lei. Troppo vicino e, allo stesso tenpo, troppo lontano. -Abbiamo sempre così poco tempo...- sibilò alla fine, con un fiotto di amarezza che gli inondava la bocca, riversandosi fuori dalle labbra sottoforma di parole.
La Granger tornò ad aprire gli occhi, fissandoli in quelli del biondo. -Lo so- sussurrò in un soffio, mentre lacrime caparbie tornavano a pungerle gli occhi. Da quando era diventata così emotiva? In effetti, negli ultimi tempi, la costante delle sue lacrime era uno soltanto: Draco Malfoy. Posò una mano sulla sua guancia, senza fare niente per impedire a quelle mani di percorrere il proprio corpo, senza allontanarlo da sé neanche di un millimetro. Avrebbe voluto fondersi con lui, avrebbe voluto essere sua per sempre. Era così sbagliato amare il proprio nemico? Gli accarezzò la guancia, sentendosi strattonare in avanti dalle sue mani, premuta contro il suo corpo con il fiato spezzato in gola.
-Draco...- la sua voce non era altro che un mugolio troppo flebile per essere percepito, tuttavia lui la udì ugualmente.
-Granger- disse Draco in tono più deciso, senza nemmeno un fremito nella voce. Assaporò a lungo il profumo dei suoi capelli, la morbidezza delle sue mani schiacciate contro il proprio petto; era una bella sensazione quella di averla rannicchiata fra le proprie braccia, con il viso affondato nel maglione nero, il respiro rapido e irregolare. Possibile che la sua vicinanza le facesse ancora un effetto simile, dopo tutto quello che avevano visto l'uno dell'altra? Dopo le carezze, i baci, i sospiri carichi di passione?
-Promettimi che ci vedremo presto, Draco- tirò su con il naso, accorgendosi solo in quel momento che stava piangendo. Ormai era una seccante routine, quella di avere le guance bagnate di lacrime. Si alzò sulle punte, in modo da riuscire ad avere le labbra all'altezza del suo orecchio; gli bisbigliò: -Quello che mi hai detto ieri notte, quello che provi nei miei confronti... è valido anche per me, Draco. Credo di essermi innamorata di te- gli lasciò un bacio sulla mandibola, poco sotto il lobo dell'orecchio. Si separò da lui di scatto, scattando fuori dalla stanza prima che qualcuno potesse entrare e vederli abbarbicati l'uno all'altra, stretti come solo due amanti avrebbero potuto essere. La complicità dei loro corpi, degli sguardi e delle labbra ancora lievemente gonfie ed arrossate, era impossibile da nascondere. Per un orecchio allenato, forse, sarebbe stato persino possibile udire i loro cuori che battevano, battevano e battevano ancora, come se stessero correndo una corsa sfrenata.

                                  ***

Buonasera a tutti!
Avrei voluto pubblicare i capitoli 23 e 24 insieme, ma per mancanza di tempo riesco a pubblicare solo questo. Spero vi piaccia ;)
Baci,
lastelladelmattino

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