Capitolo 9

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"T'odierò, se posso; sennò t'amerò contro voglia"    (Ovidio, Amores III, 11,25)

-Ehi, Hermione- la dolce voce di Ginny attraversò i meandri dei suoi pensieri, riscuotendola dal lieve torpore in cui era calata già da mezz'ora. Alzò lo sguardo verso l'amica, chiudendo con un tonfo sonoro il pesante volume che stava consultando. Le labbra le si distesero in un sorriso sincero, mentre osservava Ginny Weasley sedersi accanto a lei, sul divano della Sala Comune Grifondoro. I capelli rossi, tipici della sua famiglia, splendevano, illuminati dalle calde fiamme del fuoco acceso nel camino.

-Ciao, Ginny- rispose Hermione, mettendo da parte il libro. Era da tanto che non parlava con l'amica, certe volte era talmente abituata alla compagnia di Harry e Ron che non si ricordava di avere altri amici intorno con cui poter passare il tempo, e solo Dio sapeva quanto bisogno avesse di parlare con una ragazza. I suoi migliori amici, in certi frangenti, proprio non potevano capirla. -Tutto bene?- le chiese, allarmata, quando si accorse degli occhi gonfi e del viso pallido di lei.

Ginny scosse piano il capo, facendo una smorfia di tristezza. -Ho litigato con Dean- la informò, scrollando le spalle e tirando su col naso. -Credo sia finita definitivamente, questa volta- aggiunse con voce tremante, passandosi le dita sulle guancie umide, e mordendosi il labbro inferiore per trattenere un'altra ondata di lacrime.

La Granger sospirò, attirandola in un abbraccio e accarezzandole dolcemente i capelli, come si farebbe con la propria sorella minore. E, in fin dei conti, Ginny era un po' come una sorella per lei, come Harry e Ron erano dei fratelli: da sei lunghi anni  li aveva imparati a conoscere meglio di chiunque altro, e non voler loro bene era del tutto impossibile. Li amava come non aveva mai fatto con nessun altro... erano la sua famiglia, coloro che la facevano sentire a casa anche quando ne era lontana miglia e miglia.

-Oh, Ginny...- sussurrò piano, sentendo i singhiozzi dell'altra farsi sempre più potenti, finché capì che ormai era scoppiata un'altra volta in un pianto sfrenato. Gli uomini... non li avrebbe mai capiti! Erano streghe, vero, ma in primo luogo erano ragazze, e nessuno impediva quei piccoli incidenti di percorso capaci di spezzarti il cuore. Sentiva una fitta al petto ad ogni singhiozzo della ragazza Weasley, sapeva quanto male potesse fare l'amore.

-Hai bisogno di un po' di riposo, vieni, andiamo nel dormitorio- la prese per mano e, dolcemente, la guidò su per le scale, accarezzandole la schiena e cingendole le spalle con un braccio. Se quello significava essere amati, Hermione sperò che nessuno provasse un tale sentimento per lei; una volta aveva creduto di amare Ronald, scoprendo poi che quello era solo un profondo affetto verso un amico, dunque non aveva mai provato sulla propria pelle cosa si provasse davvero.

Fece stendere Ginny nel suo letto, rimboccandole le coperte come avrebbe fatto con una bambina piccola. Si sentiva come una sorella maggiore nei suoi confronti, nonostante la differenza di anni fosse minima. -Ora cerca di dormire, che a parlare ci penseremo domani- le accarezzò i capelli, asciugandole le lacrime. -Andrà tutto bene, e Dean avrà la sua lezione... potremmo trasformarlo in un topo, che ne dici?- la mise sul ridere.

Ginny abbozzò un sorriso. -Certo, mi piacerebbe proprio vederlo!- ridacchiò. -Sei davvero un'amica, Hermione- sussurrò poi, chiudendo gli occhi.

-Oh... è il minimo che possa fare per te- stette un attimo ad aspettare che si addormentasse, osservando come la sua espressione si trasformasse velocemente da corruciata a vagamente rilassata, fin quando il sonno non le distese del tutto i segni di fastidio sul volto.

Si alzò lentamente, per non interrompere il suo riposo precario, tuttavia nemmeno lo scoppio di una bomba avrebbe potuto svegliare la giovane Weasley: ora che si era addormentata, nulla pareva poterla turbare. Hermione la invidiava, in un certo senso, perchè le sue preoccupazioni non smettevano nemmeno un secondo di tormentarla. Sapeva di risultare insensibile anche solo pensandolo, ciò nonostante rifletté che, dopotutto, i suoi crucci erano del tutto diversi da una pena d'amore, e ben più gravi. In quel momento, mentre pensava a ciò che la preoccupava, si ricordò della giornata passata a Diagon Alley, a come fosse mancato un pelo che Narcissa Malfoy e Bellatrix Lestrange scoprissero che le stava spiando... un brivido la scosse, come se un dito gelido le stesse percorrendo la schiena. Quello era solo uni dei tanti timori che la assalivano, ad aggiungersi c'era la crepa che si era aperta fra lei e i suoi migliori amici, al fatto che nell'arco di una giornata non si fossero rivolti nemmeno uno sguardo... tutto quello le si annidava nello stomaco, facendola stare male in un modo indicibile. Harry si era chiuso in se stesso, Ron era ancora più strano del solito, e lei semplicemente si era adeguata a quel tenore, facendo finta che tutto fosse normale, come prima, e che nulla avesse turbato la loro amicizia.

Perchè sei diversa questa sera? ||IN REVISIONE||Where stories live. Discover now