Capitolo 27

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La giornata scolastica era stata più pesante del solito e Alice ultimamente era una rottura di scatole, ma nonostante questo, mi sentivo pronto ad affrontare l’argomento ‘padre’ rimandato il giorno precedente.

Entrai in casa e un odore di cibo mi occupò subito le narici, provocando dei brontolii al mio stomaco; il pranzo fumante era sul tavolo e mia madre mi aspettava sorridente. Dopo averla salutata, cominciai a mangiare la pasta con panna e salmone, fiondandomi sul piatto come un porco.

‘’Tutto apposto Chris?’’ mi chiese.

‘’Certo madre.. Tu, invece? Tutto apposto?’’ chiesi preoccupato; il suo viso pallido era stanco e pulito, erano giorni che non usava nemmeno un filo di trucco e che non si vestiva per bene. Era sempre stata una signora a tutti gli effetti, sia nel vestire sia nell’atteggiarsi e vederla lasciarsi andare, era davvero insolito.

‘’Sì, cerco di farmi forza. Ti piace la pasta?’’

‘’Ovvio, sai che è la mia preferita’’ risposi sorridendo ‘’Per quanto riguarda ieri, ho letto la lettera’’ aggiunsi.

‘’Non ho idea di cosa ci fosse scritto di preciso, tuo padre mi aveva solo fatto un riassunto a voce’’ rivelò; ed io che pensavo che sapesse tutto.

‘’Sono davvero contento di quel gesto, sono le ultime parole che mi ha scritto e le porterò con me per sempre. Ci sono scritte delle frasi emozionanti e poi tra le ultime righe, parla di un regalo’’

‘’Certo, il suo ultimo regalo per te. Sparecchio la tavola e poi ti porto a vederlo’’ mi alzai dal tavolo e la aiutai a sparecchiare. Gli occhi lucidi le rendevano il viso tenero.

Senza fiatare, infilai il giubbotto ed entrai nella mia Punto Abarth, aspettando che mia madre m’indicasse la strada.

‘’Ecco, guarda’’ mia madre puntò un dito davanti a lei, una volta arrivati. Una casa era il mio regalo?

Era a dir poco stupenda, sembrava quasi una delle case di Teen Cribs. Era stata curata in ogni minimo dettaglio. Subito pensai a quanto spazio avrebbero avuto i miei figli per giocare. Non mi sarei mai aspettato un regalo del genere, pensavo di dover andare a lavorare per mesi e mesi, sotto il sole, la pioggia e il vento, solo per permettermi di pagare l’affitto.

‘’Tuo padre ha cominciato a progettare questa casa appena sei nato, è stato attento in tutto e poco a poco è venuta fuori questa stupenda casa. Dopo diciannove anni di fatica, è riuscito a farti un bel regalo, no?’’ rivelò mia madre.

‘’Senz’altro. Sono senza parole, giuro’’ la abbracciai forte.

‘’Ora sta a te decidere cosa farne; se abitarci o venderla’’

‘’Non venderò mai e poi mai un sacrificio di papà e poi è bellissima. Non mi sarei mai aspettato di avere questo privilegio’’ entrai in casa e mia madre mi fece da guida. Tutte le stanze erano state arredate secondo uno stile moderno e allo stesso tempo lussuoso; ovviamente mio padre non era Berlusconi, per cui aveva fatto lasciare lo spazio nel grande giardino sul retro, in caso io volessi fabbricare la piscina o qualcos’altro. Dopo aver visitato l’intera casa, mia madre estrasse le chiavi dalla tasca posteriore dei pantaloni e le sventolò all’aria; aprii il palmo della mano e me le appoggiò in essa. Nel frattempo il cellulare vibrava di continuo; era Alice che mi tartassava di messaggi.

----------------------[3 settimane dopo…]-----------------------

POV ALICE

Era arrivato sabato e dato che dovevo aiutare mia madre ad addobbare la casa per il compleanno di mio fratello, non sarei andata a scuola. Ormai potevo stare tutti i giorni che volevo a casa e ci stavo facendo l’abitudine. Avevo mal di testa? Non ci andavo. Avevo mal di pancia? Non ci andavo. Avevo male al mignolo del piede? Non ci andavo; anche se sapevo che sbagliavo, visto che mancava meno di due mesi agli esami; in compenso, studiavo tutti i giorni.

Mia madre era impegnata a lavare il pavimento e spolverare i mobili ed io cominciai ad appendere i palloncini qua e là e lo striscione ‘Buon Compleanno’, per darle una mano; nel frattempo pensavo a Christopher, che a differenza mia, era a scuola. Ultimamente era come se non mi sopportasse più di tanto e ciò m’infastidiva. E’ vero, gli scrivevo più del dovuto e lo chiamavo a tutte le ore del giorno e spesso ero anche acida, ma erano gli ormoni della gravidanza, no? Quindi era obbligato a sopportarmi, secondo il mio parere.

Avevamo preparato quasi tutta la casa e la fame era alle stelle; erano già le 14.30, così andai a preparare un panino veloce per me e per mia madre. Mio fratello entrò dalla porta d’ingresso saltellante ed io corsi ad abbracciarlo.

‘’Auguri mostriciattolo’’ gli diedi un bacio sulla guancia, mentre lo stritolavo. Lui era rimasto impassibile, sicuramente era meravigliato.

‘’Grazie balena’’ mi rispose, guardandomi strana. I suoi tredici anni, non lo avevano cambiato nemmeno di una virgola. Ma a quanti anni inizierà ad essere normale?!

Presto arrivò l’ora della festa ed io ero ancora in camera mia, a finire di prepararmi. Il vociare del piano di sotto, era abbastanza intenso. Mia madre aveva invitato tutta la sua generazione, per non parlare degli amici di mio fratello, che sicuramente avrebbero messo la casa a soqquadro. Era stato invitato anche mio padre e la battona, purtroppo.

‘’Si può?’’ chiese Chris fuori dalla porta, bussando.

‘’Che domande! Entra’’ risposi ridendo da sola.

‘’Ma come sei bella stasera, amore’’ le sue attenzioni, non erano ancora svanite, fortunatamente. Indossavo un semplice paio di leggings nero e una magliettina larga, ma graziosa.

‘’Grazie tesoro, anche tu’’ avevo detto solo ‘anche tu’? Ma davvero? Solo a guardarlo c’era da sbavare.

Mi prese la mano e insieme, scendemmo al piano inferiore. La casa era piena di ragazzini che correvano a destra e a manca. Di fronte a me era presente la tavolata del buffet e mi salii un’improvvisa fame, così mi fiondai sul cibo, lasciando Christopher in disparte. Ormai pensavo più al cibo che a qualunque altra cosa o persona. Dopo un po’, si avvicinò la battona.

‘’Ehi tesoro, come sei carina con la pancina’’ e me la toccò ‘’Sai, magari i nostri figli giocheranno insieme, si toglieranno pochi mesi’’ mi fece l’occhiolino e toccandosi la sua piccola pancia, se ne andò. Mio padre era stato davvero capace di mettere incinta quella lì? Ma non ha paura della sua reputazione o di quella del futuro figlio? Il nervoso aveva cominciato ad opprimermi lo stomaco, lo odiavo sempre di più.

Durante tutta la serata, la maggior parte dei parenti, si erano avvicinati per toccarmi la pancia, chiedermi come mai fossi rimasta incinta e farmi altre domande assolutamente inopportune. Finalmente arrivò presto sera e tutto finì.

#ANGOLOAUTRICE

Diciamo che il capitolo è di passaggio; in più mi scuso per il ritardo, ma tra shopping natalizio ed altri impegni, non trovavo il tempo di scrivere. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la mia storia.

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Per il trailer, cercate il canale Natalia Maruccio oppure copiate il seguente URL: https://www.youtube.com/watch?v=4qXE-wPFk18

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