Capitolo 35

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Non avevo idea di come spiegare a Christopher l'accaduto e l'ansia era lì, pronta a farmi impazzire. Camminavo nervosamente avanti e indietro nella grande casa, pensando a quello che sarebbe potuto succedere, una volta detta la verità a Chris. Era ormai da due ore che lo aspettavo e la speranza di vederlo arrivare dal vialetto, attraverso la finestra del soggiorno, cominciava ad affievolirsi. Sembrava quasi come se i miei pensieri rimbombassero in quella casa vuota; i pianti isterici dei bambini, in questo momento, mi mancavano.

Sentii un rombo d'auto e corsi subito alla finestra per vedere chi era. Christopher era appena uscito dall'auto e avanzava verso il vialetto; i suoi capelli sempre in perfetto ordine e quei pantaloni di tuta bianchi, lo rendevano altamente scopabile.

Scossi la testa per scrollare quei pensieri dalla mia mente, avvicinandomi alla porta d'ingresso e il campanello non tardò a suonare.

Ammirai il suo viso per qualche secondo dallo spioncino, poi presi coraggio e aprii lentamente la porta.

''Ciao Chris, scusa se ti ho disturbato, ma avevo una notizia importante da darti'' dissi a bassa voce, quando entrò in casa ''Andiamo ad accomodarci nel soggiorno, che ti spiego tutto'' aggiunsi poi.

''Alice non ho tutto il tempo di 'sto mondo per restare qui ad ascoltarti. Gli esiti degli esami sono già usciti, non capisco cosa tu voglia ancora da me'' sbottò acido.

''Devi sapere che....'' eravamo seduti l'uno di fronte all'altro e il tavolo era l'unica cosa a dividerci ''Brandon e Nina...sono tuoi figli'' avrei ricevuto un premio Nobel per il miglior discorso del mondo. Sì, sì.

''Alice, smettila di cercare di tornare con me. I figli non son miei, quindi cosa diavolo pretendi? Che ti creda? Quello 0% era scritto chiaro e tondo su quel pezzo di carta'' diete un piccolo colpo sul tavolo nuovo.

‘’Ah si? Allora guarda qua. Ma vaffanculo Chris, avresti dovuto fidarti di me già dal primo momento!’’ buttai le carte sul tavolo nella sua direzione, mi alzai prepotentemente dalla sedia e corsi in camera da letto. Gli occhi si erano già riempiti di lacrime. Mi buttai sul letto, sfinita.         

Poco dopo, sentii la porta della stanza aprirsi lentamente.

‘’Ehi..’’ disse Christopher sul ciglio della porta ‘’Posso entrare?’’ mi asciugai in fretta le lacrime, con le mani.

‘’E’ casa tua o sbaglio? Io ho anche l’ordine di andarmene da qui’’ risposi acida.

‘’Non più. Però…ora voglio sapere tutta la verità’’ si accomodò sul letto accanto a me.

‘’Sicuro che vuoi saperla? Sembra un po’ una soap opera’’ mi scappò un risolino, ma tornai subito seria.

‘’Sì, ho bisogno di sapere cos’è successo veramente. Altrimenti non riusciremo mai a mettere fine a tutto questo’’ era serio, più che mai.

‘’Okay, ora ti racconto come sono andate le cose fin dall’inizio, però ti prego, non bloccarmi, altrimenti perdo il filo del discorso..e mantieniti calmo’’ Chris annuì con la testa ‘’Sai già che mi è arrivato il messaggio e io ho fatto lo sbaglio di rispondere. Poi tu ti sei incazzato e mi hai lasciata; così ho fatto un altro stupido sbaglio. Sono uscita con lui ieri sera, ma ti giuro, siamo solo andati a cena..quando mi ha riportata a casa, si è fiondato sulle mie labbra. Io non ho provato nulla in quel momento, ho chiuso gli occhi pensando che fossi tu. So che ti arrabbierai per questo, ma ti prego, è stato solo uno stupido bacio senza senso’’ era ancora serio, ma non sembrava arrabbiato.

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