Capitolo 8

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Il giorno dopo era venerdì ed io mi alzai stranamente di buon umore; mi svegliai alle 06.05, una mezz'ora prima che la sveglia suonasse e nonostante la sera prima si era fatto tardi e avessi dormito solo per 5 ore, ciò non mi turbava per niente, anzi mi sentivo super energica.

Mi alzai dal letto ed iniziai a compiere tutte le mie azioni mattutine, con calma e canticchiando; mi piaceva fare le cose con calma, mi riuscivano meglio.

Arrivai alla fermata dell'autobus un quarto d'ora prima, così mi sedetti sulla panchina e ascoltai ''Scordarmi chi ero'' di Emis Killa; amavo il rap, ma anche gli altri generi non mi dispiacevano, nel mio mp3 era presente un po' di tutto: dalle canzoni sdolcinate, a quelle house, forse l'unico genere che mancava era il rock. 

Una volta arrivata a scuola tutto mi sembrò filare liscio, perfino quando la prof di matematica mi interrogò.

Ricevetti un bel 9 come voto e tutto ciò era un po' insolito sia per me che per le mie amiche, che durante la ricreazione mi fecero un interrogatorio. 

''Ehi miss Oggisonosullenuvole, ma cosa ti è successo? E' tutto il giorno che sei in disparte e sorridi come un ebete'' mi disse Ilaria, mentre Silvia era in attesa della mia risposta. 

''Eeeh ieri...''  dissi solo. 

''Eeeeh ieri, cosa?'' stavolta era Silvia a chiedere.

''Sono andata a cena a casa di un'amica di mia madre e indovinate chi era il figlio di quella signora?!'' Ok, mi piaceva tenerle sulle spine. 

''Loris?'' chiesero in coro. 

''No, siete fuori strada. Era Christopher'' 

Spiegai loro quello che era successo, erano più felici di me; Ilaria come al solito voleva che andassimo a fare shopping, ma non dovevo mica andare ad una cena galante o ad un festa, era solo un appuntamento, quindi mi sarei arrangiata con quello che avevo nella mia cabina armadio. 

La giornata proseguì tranquillamente, a casa aiutai mia madre a fare delle faccende e verso le 18 andai a fare una bella passeggiata in compagnia del mio cagnolino.

Eh si, avevo un cane ma non da molto, aveva 3 mesi e mezzo, era un beagle e si chiamava Sparco.

Passai la serata insieme a mio fratello, era da tanto che non parlavamo, facevamo spesso la guerra, per cui approfittai del mio buon umore, chiedendogli come andava a scuola, se gli piaceva qualche ragazzetta e poi alla fine gli dissi un ''Ti voglio bene'' abbracciandolo.

Aveva la faccia sconvolta, ma credo che gli faceva piacere passare un po' di tempo con la sua sorellona, anche se la sua risposta fu solo ''Ma ti sei rincretinita o cosa? Da dove proviene tutto questo affetto?''.

Per la seconda volta, andai a dormire con il sorriso sulle labbra, dato che ricevetti due messaggi, uno era di Loris e l'altro era di Chris.

Loris: <Buonanotte tesoro>

Chris: <Buonanotte Alice, a domani. PS. Sto contando le ore>

L'indomani ero ancora di buon umore; andai a scuola col sorriso e tornai a casa col sorriso.

''Mà, stasera esco e non so a che ora torno'' dissi a mia madre mentre pranzavamo.

''Ah si? E con chi esci, con le tue amiche?'' mia madre non era una curiosona, ma come buona madre, voleva sapere dove andavo e a me piaceva confidarmi con lei. 

''No, esco con Christopher e non so dove ha intenzione di portarmi'' dissi arrossendo un po'.

''E così avete fatto amicizia. Bene, sono davvero contenta, forse adesso capisco il perchè di tutta questa felicità ultimamente'' a volte non c'era nemmeno il bisogno di confidarmi, capiva tutto da sola; sapeva riconoscere se ero triste, felice o addirittura se ore e ore prima avevo pianto.

Dopo pranzo mi chiusi nella mia stanza, con la musica ad alto volume; Ilaria sarebbe venuta qualche ora prima a darmi una mano per prepararmi e a farmi da sostegno morale per l'ansia che mi sarebbe presa, Silvia invece era invitata ad una cena di famiglia, quindi non sarebbe potuta venire anche lei.

Passai un'oretta a leggere un libro e il restante tempo a navigare su internet, finchè alle 18.10 non suonarono alla porta. 

Andai ad aprire ed era Ilaria con ben 40 minuti di ritardo, era un suo difetto quello e nessuno sarebbe mai riuscito a farla cambiare. 

''Alla buon ora, cara ritardataria'' le dissi sorridendo. 

''Scusa, ma sai come sono, quando ho da fare c'è sempre il trucco che esce male e devo rifarlo, finchè non va bene e comunque su, andiamo a vedere cosa ti metterai''

Una volta entrate nella mia cabina armadio, lei scelse un vestito bianco, con lo scollo a cuore e una fascia in vita color lavanda, mentre io optai per jeans, magliettina e converse; erano due scelte completamente diverse, così decidemmo di trovare un punto di incontro: avrei indossato dei leggings di pelle nera, un maglione marroncino con scollo a V e il mio fantastico paio di stivaletti dello stesso colore del maglione, con borchie e brillantini. 

Andai a farmi una bella doccia calda e mi vestì, Ilaria mi aiutò a truccarmi e ad acconciarmi i capelli e una volta finito, mi guardai allo specchio; non credevo di stare così bene, mi piacevo.

''Sei davvero stupenda, anche se un vestito con dei tacchi alti sarebbe stato il massimo, ti avrebbe slanciato la figura'' era sempre la solita.

''No, grazie, ho già fatto una volta la mia figuraccia e non intendo farne altre''

Erano le 20.15 e Ilaria andò via augurandomi buona fortuna, mancavano solo 15 minuti ed io ero in ansia, avevo mal di pancia e mi vergognavo, anche se non sapevo di cosa. 

<Ehi, sto arrivando> mi scrisse Chris.

Il momento era arrivato e non potevo più tirarmi indietro, così mi diedi un'ultima occhiata allo specchio e presi la borsa nera che conteneva le mie cose, per poi scendere al piano di sotto a bere un bicchiere d'acqua.

Il campanello suonò e mia madre andò ad aprire, era arrivato. 

''Alice, è per te, è arrivato Christopher'' mi chiamò mia madre.

La salutai ed uscì di casa; era bellissimo come sempre.

Jeans attillati, giacca di pelle e air max, wow era proprio uno schianto.

''Ciao Chris'' lo salutai, dandogli un bacio sulla guancia.

''Ciao Alice, stai benissimo vestita così e i tuoi leggings si abbinano alla mia giacca. Vabbè, apparte gli scherzi, oggi ti porterò in un bel posto, andiamo''

Annuì e lo seguì fino alla sua moto, era una ducati monster; non mi passò nemmeno il casco, forse già sapeva che avrei rifiutato. 

Amore a prima vistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora