Capitolo 11

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Non sapevo come uscire da quella situazione; Ero lì da sola, in un angolo, senza nessuno al mio fianco; Il mio cervello non riusciva ad elaborare delle soluzioni, c'era solo quella scena che mi piombava nella mente ogni volta che cercavo di calmarmi.

Piansi ininterrottamente per circa 10 minuti, anche se a me sembrarono ore; Mi sentivo gli occhi gonfi, distrutti e vuoti, senza ormai nessuna lacrima da versare, ma il mio cuore piangeva; Si, piangeva ancora. Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e scrissi a Silvia di chiamarmi appena Chris si sarebbe allontanato da loro e subito mi arrivò la chiamata.

''Alice, come stai? Dove ti trovi?'' mi chiese, non l'avevo mai sentita così preoccupata.

''S-sono in un angolo, i-incontriamoci all'uscita del parco d-dietro agli alberi; m-ma non fatevi vedere da lui'' risposi ancora singhiozzando.

''Lui è a cercarti, sta correndo per tutto il parco, quindi attenta se non vuoi farti vedere, arriviamo!'' e riattaccò.

Quale razza di idiota si sarebbe messo a correre per tutto il parco? Se pensava che sarei caduta di nuovo ai suoi piedi, si sbagliava di grosso; Avevo visto con i miei occhi di che pasta era fatto, esattamente come tutti gli altri e delle semplici parole non mi avrebbero fatto cambiare idea.

'Basta stare male Alice, basta. C'è ne sono milioni di altri ragazzi, il mondo non gira solo intorno a lui' mi ripetevo mentre sorpassavo l'uscita di quel maledettissimo parco.

Non c'è la facevo più di tutte quelle delusioni e di tutto quello star male, non c'era una cosa che mi andava per il verso giusto negli ultimi tempi: al primo posto le mie figuracce, poi Loris e Chris, per non parlare di mio padre; la scuola era l'ultimo dei miei pensieri, nonostante avessi degli esami da superare alla fine dell'anno.

La gente si comportava come gli pareva, un giorno in un modo e il giorno dopo in un altro; Perché io non potevo? Perché dovevo essere sempre io quella coerente e quella che dava tutto il suo cuore alla gente che amava, senza ricevere nulla in cambio? Basta, non avrei più fatto la brava ragazza, ora il mio motto era 'come mi tratti, ti tratto'.

Quei pensieri mi fecero star bene, ma mi sentì ancor meglio alla vista delle mie migliori amiche che si buttarono entrambe su di me in un caloroso abbraccio.

Sgomberai la mente da qualsiasi pensiero brutto e chiamai mia madre per farci venire a prendere; al suo arrivo stranamente non mi disse niente, sapeva che c'era qualcosa che non andava, ma non me lo chiese.

Una volta a casa io e le mie amiche ci fiondammo nella mia camera e indossammo il pigiama, mentre mia madre chiamava il fattorino delle pizze; mangiammo e subito dopo si scatenò una divertentissima battaglia di cuscini, finché non ci addormentammo sfinite.

I giorni a seguire furono monotoni e senza novità; la routine mi teneva in pugno e ciò non mi disturbava, a scuola cercavo di evitare Chris e di non farmi vedere, sforzandomi di seguire le lezioni e a casa non facevo altro che ascoltare musica e studiare. Il cellulare non era un problema, avevo bloccato il numero di Christopher in modo da non ricevere né i suoi messaggi né le sue chiamate e di Loris? Beh, nessuna traccia; a scuola faceva finta di non vedermi e dopo quella discussione di domenica non ricevetti nemmeno un suo sms.

Dopo aver seguito la routine per due settimane, il week-end era vicino (era un venerdì) e sapevo che qualcosa sarebbe cambiato; Domenica 6 dicembre sarebbe stato il mio compleanno, avrei compiuto 18 anni tra meno di due giorni, ma ciò non mi entusiasmava a differenza delle altre volte e la voglia di organizzare una festa era pari a zero.

Tornai a casa da scuola, buttai lo zaino sul divano e mi diressi in cucina; quando salutai mia madre, mi accorsi che era pallida in viso e aspettai il momento di pranzare per chiederle spiegazioni, ma iniziò lei a parlare.

''Amore della mamma, mi dispiace, ma devo darti delle brutte notizie'' cominciò e dopo un mio cenno con la testa, continuò ''Tuo padre vuole in custodia tuo fratello e domani mattina devo partire per andare in tribunale da lui; non volevo perdermi il tuo 18esimo compleanno, ma il dovere chiama''

''Non preoccuparti mamma, il mio compleanno non è cosi importante'' sapevo riconoscere le questioni importanti e quelle che si potevano rimandare o lasciar perdere.

''Gabriele andrà a dormire dalla zia Rosaria e ho dato l'incarico alle tue amiche di organizzare la tua festa di compleanno, qui a casa nostra. Non puoi rifiutare'' disse subito mia madre, sapeva com'ero fatta.

''Oh e va bene. Quando torni?''

''Martedì mattina tesoro, a Gabriele l'ho già detto. Spero tanto di vincere la causa'' e la discussione finì.

Avrei avuto la casa libera per ben tre giorni e le mie amiche avrebbero organizzato la mia festa di compleanno, perciò non sapevo proprio che aspettarmi; in quanto a mio padre, beh, era un vero e proprio stronzo. Prima chiedeva il divorzio da mia madre e poi cercava di strapparle via il figlio, con il quale non aveva avuto molti rapporti; secondo me aveva un'altra donna ed era anche lei a manipolarlo.

Io continuo a non capire gli esseri umani: prima si amano alla follia e poi si lamentano perché dicono che l'amore svanisce, ma che senso ha? Io penso che se ami una persona, continui ad amarla per tutta la vita e per me la fedeltà è la prima cosa in un rapporto; Lui deve avere occhi solo per lei e viceversa; Non ha senso cambiare ragazza o ragazzo come le mutande, prima o poi ci si stanca di non aver una persona che ti ama e ti apprezza nonostante i tanti difetti. Ok, forse ho letto troppe favole da bambina.

Dopo aver studiato, entrai un po' su facebook per fare il giro di qualche profilo; Loris non effettuava l'accesso da due settimane e Chris? Sempre online; sul profilo di Silvia risultava il 'fidanzato ufficialmente con...' e quando andai a guardare le foto del suo ragazzo, mi accorsi che non era affatto brutto, aveva dei lineamenti stupendi, occhi azzurri e i capelli di un castano chiaro, l'unica cosa che non andava erano quei pochi kg di troppo; il profilo di Ilaria, invece, era continuamente invaso dai suoi selfi provocanti.

Solo dopo mi accorsi di avere un messaggio in posta, era di mio cugino Riccardo che mi avvisava del fatto che sarebbe venuto per il mio compleanno; a 18 anni era partito altrove per lavoro e ci era rimasto. Dopo tre anni di assenza ci avevo quasi fatto l'abitudine a non tenerlo tra i piedi, ma mi mancava ancora e il solo pensiero di tutti i bei momenti passati insieme mi faceva star male; era come un fratello maggiore per me ed era stato sempre presente, anche nonostante la lontananza.

Quella notizia mi rallegrò notevolmente la giornata e passai il resto del tempo a fare compagnia a mia madre e ad aiutare con i compiti quell'asino di mio fratello.

L'indomani mi sentivo piena di energie, sarebbe stato il mio ultimo giorno da minorenne e avrei saltato la scuola per accompagnare mia madre all'aeroporto, anche se poi dovevo ritornare a casa con il bus; mentre percorrevamo in auto il tragitto casa-aeroporto, cercai di 'rubare' qualche informazione a mia madre.

''Ma chi ci sarà al mio compleanno? E cosa mi metterò? E poi cosa mangeremo?'' gli chiesi tutto d'un fiato.

''Ci sarà un mucchio di gente, gli inviti sono già stati consegnati e per il cibo e le bevande ci ho pensato io; per quanto riguarda quello che ti metterai lo sceglieranno le tue amiche'' mi rispose cercando di non darmi troppe spiegazioni, odiavo le sorprese, mi facevano stare in ansia.

Quando arrivammo a destinazione, abbracciai forte mia madre e la salutai; durante il ritorno in bus ascoltai varie canzoni, tra cui 'Bellezza, incanto e nostalgia' di Alessandra Amoroso, 'Philofobia' di GionnyScandal e 'Mercurio' di Emis Killa.

Solo dopo aver varcato la soglia di casa, mi resi conto della situazione; quel silenzio mi fece sentire vuota e sola, quella casa era troppo grande per essere vissuta da una sola persona, ma che potevo farci? Le mie amiche erano troppo indaffarate nei preparativi del mio compleanno, ne ero certa e non avevo nemmeno un fidanzato da poter invitare per farmi compagnia; il mio cane era l'unico a farmi le feste ogni volta che entravo in casa e sarebbe stato l'unico a non farmi sentire sola in quei pochi giorni.

Per spezzare quel silenzio, accesi la radio a tutto volume e cominciai a cantare a squarciagola e la giornata passò in fretta.

Amore a prima vistaWhere stories live. Discover now