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-Perchè non puoi lasciarmi in pace?-

Le parole di Mark rimbalzarono per le pareti di quella stanza in modo interminabile, girando senza freni nella mente di Donghyuck prima di trovarvi dimora.

Erano passati meno di dieci minuti da quando aveva messo piede in quella stanza, eppure per lui sembrava essere passato tanto e poco tempo contemporaneamente. Era come se tutto si fosse fermato nel momento stesso in cui aveva varcato la porta, come a farlo entrare in una dimensione che non apparteneva a lui, che non apparteneva a loro.
La mano era ancora rossa per lo schiaffo con cui Mark l'aveva allontanata, era ancora pulsante come se il suo cuore si fosse spostato nel suo palmo, come se le sue dita stessero piangendo, bambini rifiutati dalla loro prima cotta. Poteva sentirle arricciarsi su di loro, chiudersi per proteggere il cuore che vibrava sotto la linea della vita che fino a qualche giorno prima era unita a quella del suo migliore amico.

-Vuoi che ti lasci in pace?!- Donghyuck non sa da dove prese la forza per urlare quelle parole, la gola era fin troppo chiusa perché uscisse una voce così alta, così dura. Eppure lo aveva fatto, e le dita che scavavano i palmi delle sue mani iniziavano a fare male per quanto le stringeva. -Dammi un cazzo di motivo per cui dovrei farlo- disse avvicinandosi nuovamente a Mark.

Il ragazzo che aveva difronte gli strinse la spalla per impedirgli di avvicinarsi ulteriormente, le lunghe dita che aveva sempre intrecciato alle sue ora erano intrecciate al tessuto della maglia di Donghyuck. Poteva sentire la pelle diventare livida laddove i polpastrelli di Mark premevano con forza.

-È quello che ho detto, o sei troppo stupido per capire? Devo farti un disegnino visto che disegnare è l'unica cosa che sai fare?- urlò prima di spingere Donghyuck un'ultima volta, facendolo inciampare e finire con la schiena schiacciata alla porta.
La mente di Donghyuck non registrò il dolore dell'impatto con la superficie di legno, ma quello delle parole di Mark sulla sua pelle.
Parole entrate in circolazione, impresse nel suo organismo.

-Sarò anche stupido- Donghyuck provò ad allontanarsi dalla porta ma le gambe tremavano, impedendogli di fare più di un passo in avanti e costringendolo a reggersi al muro.
-Sarò anche stupido- continuò -ma almeno non sono un vigliacco come te, Minhyung-.

Di risposta Mark gli sorrise amaramente, la punta della lingua premuta contro l'interno della sua guancia -Vigliacco- ripeté scuotendo la testa e incrociando le braccia al petto.
-Almeno non ho bisogno di essere odiosamente rumoroso per fare amicizia, non ho bisogno di nascondere il mio vero carattere sotto urla e risate per paura che qualcuno non apprezzi quanto sia noioso in realtà- sibilò Mark a denti stretti, sentendo il cuore accelerare alla vista degli occhi spalancati di Donghyuck, alla vista di come aveva poggiato metà corpo alla parete per reggersi mentre le ginocchia minacciavano di cedere da un momento all'altro.
Ma questo non lo fermò.

Una volta che quelle parole trovarono via di fuga si fecero largo nella sua bocca, tra le sue labbra, pronte a trovare casa tra i brividi visibili sulla pelle di Donghyuck e tra i suoi occhi ancora comicamente spalancati.

-Hai mai pensato che, magari, fossi stanco di averti vicino?

Che magari fossi stanco di te, dei tuoi tocchi, delle tue battute?

Hai mai pensato che, magari, fossi stanco  del tuo essere così appiccicoso e che magari volessi altre persone nella mia vita, persono che non siano te?- disse assaporando il retrogusto di bile che si faceva spazio nella sua gola, quasi come se il suo corpo volesse fermarlo dal dire altro ma la sua mente non lo stava ascoltando.

Tuttavia, quando vide Donghyuck abbassare la testa, spalle scosse da risate soffocate nel suo gomito, il suo treno di pensieri si arrestò.

-Se pensi che qualcu'altro sia disposto a sopportare una persona priva di carattere come te, fai pure- iniziò Donghyuck staccandosi dalla parete e sorridendogli, un sorriso che non ricorda di aver mai visto sul volto dell'altro. Che stonava con le morbide curve del suo viso per quanto fosse spinoso.

-Fai pure, Minhyung. Manda a fanculo quindici anni di amicizia solo perché non sai decidere cosa vuoi..-

-Donghyuck..-

-Vaffanculo Minhyung, me ne vado- disse interrompendo Mark, girandosi verso la porta -E se vuoi fare nuove amicizie, ti consiglio di nascondere il tuo carattere di merda come hai fatto in tutti questi anni, e metti subito in chiaro cosa vuoi

non vorrei che altre persone vedessero lo schifo che sei-.

Allungando il braccio, Donghyuck fermò la mano sulla maniglia della porta.

1

Sentì Mark inalare un respiro profondo, ma non sembrava avesse intenzione di fare altro

2

lo sentì rilasciare violentemente l'aria

3

e sentì Mark muoversi, ma non avvicinarsi

4

il rumore del letto gli fece stringere la maniglia con più forza

cosa stava aspettando si chiese scuotendo la testa e ridendi tra sé e sé Mark non lo avrebbe fermato.

5

Quando aprì la porta, l'aria del corridoio era fredda contro le sue guance, più fredda di quanto fosse sul resto del suo corpo. Non fredda quanto il suo sangue, che sembrava bruciare in un incendio di ghiaccio, ma abbastanza da far aggiungere altri brividi alla collezione che decorava la sua pelle.

La porta sbatté alle sue spalle.

Donghyuck si avviò lungo il silezioso corridoio.

Nessuno aveva sentito nulla.

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if you are lonely (come be lonely with me) ; markhyuckWhere stories live. Discover now